Una storia di soldi e poltrone. Ecco perché Farage è imbufalito con Grillo
Secondo il Times, l’uscita del M5S dal gruppo degli euroscettici avrà ricadute economiche pesanti sulle casse dell’Ukip
Che dietro la storia del clamoroso passaggio del Movimento 5 Stelle dal gruppo degli euroscettici (EFDD) a quello dei liberal-democratici (Alde) ci sia qualcosa di più che una semplice – quanto inspiegabile – giravolta politica, lo dice anche la reazione del fondatore dell’Ukip Nigle Farage che, insieme a Grillo, era il mentore, oltre che il principale animatore politico, della famiglia anti-europeista.
“Beppe Grillo si è unito all’establishment eurofanatico di Alde che supporta il Ttip, l’immigrazione di massa e l’esercito europeo ma si oppone alla democrazia diretta”, ha tuonato Farage, per nulla commosso dalle parole che gli ha dedicato il leader del M5S (“Caro Nigel, le nostre strade si dividono ma ci rincontreremo).
Ma perché Farage se l’è presa tanto, se, come ha scritto Grillo sul suo blog, le percentuali di voto condiviso dei Cinque Stelle con Ukip e le altre delegazioni minori non supera la cifra del 20%? Evidentemente, in questo campo, ciò che conta non sono tanto i valori politici, quanto altro. Cosa? Semplice: soldi e poltrone.
Già perché il gruppo dell’EFDD era composto da 45 europarlamentari, 22 dell’Ukip, 17 del M5S e il resto da una sparuta pattuglia di micropartiti xenofobi sparsi un po’ in tutto il continente. Senza i grillini, il peso parlamentare del gruppo ricade quasi esclusivamente sulle spalle dell’Ukip. Che significa tutto questo in termini economici? Una vera mazzata per gli euroscettici britannici.
“Quasi 2 milioni di euro”: è la cifra che secondo il Times l’Ukip rischia di perdere in contributi europei. Il partito di Farage – già colpito da una multa per la presunta destinazione indebita di fondi europei al finanziamento della campagna referendaria nazionale sulla Brexit – si ritroverebbe infatti in un gruppo ridimensionato senza i 17 grillini, con un conseguente taglio dei fondi (calcolati sulla base d’un contributo da 80.000 euro per eurodeputato) pari a “oltre 1,5 milioni”.
Nessun commento:
Posta un commento