Vita e curriculum dei papabili ministri a Cinque stelle
Da Lezzi a Ruocco da Bonafede a Fico fino a Di Battista e Di Maio: i curricula dei Cinquestelle che potrebbero far parte dell’esecutivo
Il palco di Imola è stato per i Cinquestelle l’occasione per fare il punto e pensare al futuro, anche al governo. A fare delle ipotesi sui possibili ministri ai quali il M5S starebbe pensando per arrivare pronto a un’eventuale vittoria alle prossime politiche è il Fatto Quotidiano secondo il quale Imola è stata una sorta di riflessione del Movimento sui “papabili” per un governo a Cinque stelle.
Le ipotesi del giornale diretto da Marco Travaglio cadono in particolare su alcuni grillini che alla kermesse di Imola hanno basato il loro intervento sui temi di loro competenza in Parlamento. Ma quali sono i profili e i curricula dei nomi ipotizzati?
Per il ministero dell’Economia si pensa a Barbara Lezzi. Nata nel 1972 nel leccese, Lezzi si è diplomata nel 1991 all’istituto tecnico per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere ed è stata assunta come impiegata l’anno successivo da un’azienda del settore commercio. Questo fino al 2013, anno in cui è stata eletta a Palazzo Madama e assegnata prima alla commissione politiche europee e poi alla commissione bilancio di cui attualmente è vicepresidente. Fece subito discutere la sua decisione di assumere come sua portaborse la figlia del suo fidanzato, scegliendola tra i 20mila curricula arrivati al M5S. Allora, la senatrice si giustificò dicendo che non esistono norme interne al Movimento sulla questione e che la persona scelta da lei non era una sua parente ma una persona competente e di fiducia, laureata in Economia. La ragazza decise poi di rinunciare all’incarico per evitare di essere attaccata e creare ulteriori polemiche attorno alla Lezzi che in quei giorni era finita sotto ai riflettori per questa discussa assunzione. Al momento la Lezzi ha in cantiere, dal 2013, una sola proposta di legge come prima firmataria, Disposizioni a favore dell’impresa familiare, assegnata in Senato ma sul quale non è ancora iniziato l’esame.
Al dicastero dell’Economia sembrerebbe destinata anche la napoletana Carla Ruocco che ha un curriculum molto più interessante della sua collega: 41 anni, un master in Economia della pubblica amministrazione, è dottore commercialista e, prima di essere eletta come deputata, lavorava dal 2004 come funzionario tributario all’Agenzia delle entrate, e prima ancora era impiegata in una società di revisione e certificazione di bilancio per le imprese e poi in un’azienda farmaceutica come “controller”.
Per il Viminale si ipotizza Alfonso Bonafede. Nato a Mazara del Vallo nel 1979, Bonafede è dottore di ricerca e avvocato civilista. Prima delle elezioni politiche del 2013 che lo hanno visto eletto alla Camera, è stato candidato dai Cinquestelle come sindaco di Firenze nel 2009: lì ottenne solo l’1,8% dei voti. Molto meglio andarono le parlamentarie del Movimento: l’avvocato risultò infatti essere il più votato in Toscana. Attualmente è vicepresidente in commissione giustizia a Montecitorio.
Passando ai nomi forti, sul palco di Imola è salito anche Roberto Fico per intervenire sulla Rai: per lui il Movimento potrebbe pensare a un ruolo al ministero dello Sviluppo Economico, magari con una delega alle comunicazioni. Il presidente della commissione di vigilanza Rai è laureato in Scienze della comunicazione e ha molte esperienze nel campo. Prima di arrivare a Montecitorio, era stato candidato, con poco successo, alla presidenza della Regione Campania e a sindaco di Napoli.
Come parlamentare però non è molto attivo: durante le votazioni in aula, spesso, non si fa vedere (ha meno del 30% di presenze) e al momento ha presentato come primo firmatario solo una proposta di legge di riforma dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di organizzazione della società concessionaria del servizio pubblico generale radiotelevisivo e di vigilanza sullo svolgimento del medesimo servizio.
Sulla politica estera a Imola non poteva non intervenire Alessandro Di Battista: il parlamentare romano è il nome forte per la Farnesina nel caso di una vittoria del M5S nelle future elezioni politiche. Il curriculum del parlamentare parla chiaro: dopo la laurea al Dams, Di Battista intraprende la strada della cooperazione: si specializza in Tutela internazionale dei diritti umani e, dopo un periodo di lavoro in Congo con l’Unesco, gira per il Sudamerica e pubblica un libro per la Casaleggio associati. Il resto è noto: eletto parlamentare con il Movimento 5 Stelle nel 2013, Dibba è membro della commissione Esteri della Camera.
Note sono anche le sue posizioni sull’Isis: “Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Questo è un punto complesso ma decisivo. Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. È triste ma è una realtà”. Il New York Times lo ha inserito nella sua classifica internazionale delle “bugie diffuse in giro per il mondo” per una sua dichiarazione sulla Nigeria: “Vai su Wikipedia e leggi: 60% della Nigeria controllata da Boko Haram e nel resto c’è il virus Ebola” liquidata dal giornale statunitense come “un’affermazione ridicola”.
Alla kermesse chi non è intervenuta su un argomento in particolare è stata Paola Taverna, il cui discorso è stato molto generico: per lei, però, si potrebbe ipotizzare un ruolo al ministero della Salute. La senatrice ha un diploma di perito aziendale e corrispondente in lingue estere, ed ha lavorato per 13 anni come segretaria in un poliambulatorio analisi cliniche e dopo essere stata eletta al Senato con il M5s è diventata membro della commissione Sanità.
Infine c’è lui, Luigi Di Maio. Vicepresidente della Camera, è lui il candidato in pectore alla presidenza del Consiglio per il M5S. Il ventinovenne irpino, dopo la maturità classica, ha frequentato la facoltà d’ingegneria salvo poi virare verso giurisprudenza, senza però laurearsi (per il momento). Ha varie esperienze lavorative: videomaker, manovale, steward allo stadio, cameriere, agente commerciale. Tutte esperienze utili, una volta a palazzo Chigi. O no?
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