venerdì 23 ottobre 2015

Questi non sanno amministrare neanche un condominio di dieci famiglie.

VIDEO Livorno nulla cambiò, M5S delude, ma vola il vaffa…

A Livorno, il sindaco M5S delude le attese, ha grossi problemi e questo spiega. Amministrare non è una utopia. Ecco perché Beppe Grillo ha esclusco i sindaci dal palco di Imola e non vuole il sindaco di Roma: tra il dire e il fare...
ROMA – In mezzo agli insulti che hanno accolto un pezzetto critico di Beppe Grillo, c’è un commento che invita a riflettere. Lo ha scritto il signor Nedo Merildi, di Livorno:

“Venite a Livorno per vedere come governano lor signori, in città non è cambiato niente, la maggioranza M5S ha fatto il bilancio comunale e i consiglieri del M5S hanno votato contro lo stesso bilancio ora il comune è senza bilancio (Di Maio ha detto che non l’hanno votato x coerenza). Comunque a Livorno hanno vinto ma non ce ne siamo accorti…..”.
Per questo forse Beppe Grillo vorrebbe evitare le elezioni anticipate al Comune di Roma. Se si andasse alle elezioni il candidato di Beppe Grillo vincerebbe a mani basse ma poi il sindaco targato M5S dovrebbe anche governare, amministrare Roma con elevate probabilità di fallimento e con elevate probabilità di mandare in frantumi il sogno di marcia su Roma di Grillo. Un conto è mandare tutti affanculo, un conto è avere a che fare con i vigili urbani, gli spazzini, i tramvieri, il traffico, i buchi nei marciapiedi e nell’asfalto e tutte le diavolerie che complicano la vita delle città.
Come ha scritto un altro lettore, di HuffingtonpostMoreno Lupi,
“chi pretende di governare in nome dell’onestà, ovviamente totale e a 360 gradi, altrimenti onestà non è, meglio, molto meglio, specialmente per lui, che rimanga minoranza e stia all’opposizione. Comprendo Imola: sulle ali dell’entusiamo e della speranza si può pure mentire a se stessi, ma tutto ha un limite. Quello del simpatico M5S è il “governare”. Non è nelle sue corde, nella sua origine, nella sua ragion d’essere. Governare è roba aliena. Intendiamoci, non dico che non possano ottenere milioni e milioni di voti, e neppure che non li meritino, ma solo che non saprebbero, dopo, cosa farsene. Ed è naturale che sia così”.

Forse anche per questo Beppe Grillo vorrebbe una città minima, poco più di un paese, dove tutto è a portata di mano, ci si sposta a piedi. Roma non rientra in quel modello e nemmeno Livorno, che per gli standard pauperistici e regressivi di Beppe Grillo è un po’ una megalopoli.
Per questo diventano interessanti la lettura della intervista data da Filippo Nogarin con il sindaco del Movimento 5 Stelle di Livorno, a Luca De Carolis, pubblicata sul  Fatto di sabato 17 ottobre 2015 e l’ascolto del video pubblicato da Youtube in cui è riprodotta una puntata di Otto e mezzo sulla 7 di Lilli Gruber in cui Nogarin si confronta con Giovanni Valentini e Andrea Scanzi. Nogarin, come il sindaco di Parma Federico Pizzarrotti, come tutti gli altri sindaci eletti nelle liste del Movimento 5 Stelle, sono stati esclusi dal palco di Imola, dove si è svolta la grande adunata.
Filippo Nogarin ha detto cose condivisibili, di buon senso, fornisce spiegazioni intelligenti, ma lo stesso semplice riferimento ai problemi che incontra una amministrazione lo ha fatto escludere dal palco, forse avrebbe portato un’ombra di disagio allo stereotipo di perfezione che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio vogliono proiettare.
Per Nogarin, è in corso una campagna del Pd
“per mostrare gli errori degli amministratori a 5Stelle. […] Il vero nodo è l’atteggiamento di certe forze politiche, l’ostruzionismo. Il mio obiettivo, al di là delle posizioni politiche, è migliorare la mia città. Ma l’ostruzionismo è bruttissimo. […] E non si parla mai della terra bruciata che ci fanno attorno. Nella rossa Toscana i finanziamenti vengono desertificati. Avanziamo un credito di cento milioni nei confronti di Asl, Regione e governo”.
Dalla base del M5s, osserva Luca De Carolis, Nogarin è stato accusato “di essere troppo dialogante e in generale gli iscritti invocano intransigenza da voi amministratori”. Replica:
“Io credo che sia inevitabile dialogare, è insito nel ruolo del sindaco. Un conto è guardare dall’esterno, un conto è amministrare. Il punto di vista è differente, è normale che qualcuno ti dica: “Volevo di più”. Ma io sono rimasto coerente”.
Cosa ha fatto finora?
“Innanzitutto, abbiamo bloccato il nuovo ospedale, un progetto folle. Stiamo ridisegnando le municipalizzate, partendo da quella dei rifiuti, che stava per fallire. Abbiamo rilanciato lo sport e la cultura”.
Intanto però i consiglieri del M5s le hanno bocciato il bilancio.
“Hanno fatto bene. Era un bilancio consolidato incompleto, senza quello dell’Aamps, l’azienda dei rifiuti”.
E allora perché lo avete presentato?
“Perché ero tenuto a farlo dalla legge, per non incorrere in una sanzione della Corte dei conti. Ma nessuno scrive che siamo stati tra i primi a presentare il bilancio preventivo e quello consolidato”.
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