sabato 24 ottobre 2015

La regione meglio amministrata.

Rincari sui biglietti e vigilantes aggressivi: l’inferno quotidiano dei pendolari lombardi

In quattro anni tariffe salite del +25% e risorse per i servizi congelate: lo scrive Legambiente. La tratta peggiore è la Bergamo-Milano, con 4 treni su 10 in ritardo cronico a 60 km/h di media. A Rho Fiera "un carnaio" per Expo e la provocazione della security a "gettarsi sui binari"

(FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

23 Ottobre 2015 - 15:22
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La quiete prima della tempesta: parafrasando il poeta si può descrivere la situazione del Passante di Milano, stazione di Porta Venezia, alle ore 17:30. Fra una manciata di minuti la banchina comincerà a brulicare di persone in attesa febbricitante, disposte a tutto pur di accaparrarsi un posto a sedere nel viaggio che li porta a casa, dopo una giornata di lavoro. Le mete d’arrivo? Varese, Novara, Saronno da una parte, Treviglio dall’altra.
Un esercito di 760mila persone, che ogni giorno usano i treni per spostarsi in Lombardia, con Milano a fare la parte del leone come destinazione privilegiata. Il solo Passante ne ospita circa 160mila al giorno. Cifre e numeri di cui spesso si è vantata Trenord – la società del trasporto ferroviario regionale – sopratutto se confrontati con le performance di altre regioni italiane. Tuttavia un dato che letto decontestualizzato non significa molto: quanti e quali sono i pendolari che privilegiano l’auto o i bus extraurbani? Sono operai che lavorano nelle imprese fuori dai centri abitati e quindi non servite dalle ferrovie. Oppure lavoratori flessibili e studenti, che invece di iniziare alle 9 del mattino, ‘‘timbrano’’ alle 11:30. Hanno un vantaggio e uno svantaggio allo stesso tempo: evitano la calca e lo stress degli orari di punta ma devono inventarsi soluzioni e incastri per recarsi sul posto di lavoro. Per loro il tempo di percorrenza medio di una tratta aumenta.
E, sopratutto, che senso ha il confronto fra la rete lombarda e quella campana? «Quasi nessuno», risponde Dario Balottaresponsabile trasporti di Legambiente Lombardia, «i confronti vanno fatti fra città simili. Per Milano il paragone più opportuno è Monaco di Baviera: le due città si assomigliano per superficie, popolazione e composizione dell’hinterland. Nella capitale della Baviera il solo Passante ospita ogni giorno 800mila persone». Ed ecco che il ‘‘primato’’ milanese stenta a decollare.
«Il confronto Milano deve farlo con Monaco di Baviera, non Reggio Calabria o Napoli. Nel Land tedesco il Passante ferroviario ospita 800mila persone al giorno. Nel capoluogo lombardo circa un sesto delle persone. E Negli ultimi 4 anni i rincari complessivi sulla rete sono stati del 25 per cento»
Dario Balotta, responsabile trasporti Legambiente Lombardia
Legambiente pubblica ogni anno il rapporto Pendolaria (ultimo disponibile 2014), che analizza la situazione del pendolarismo in Italia, regione per regione: nel quadriennio 2010-2014 in Lombardia si è assistito a un aumento complessivo delle tariffe del 24,1 per cento, a fronte di un saldo netto nelle risorse destinate ai servizi pari a zero. Non si raggiungono certo le vette piemontesi, dove i tagli sono pari al 7,5 per cento delle risorse disponibili e i rincari sui biglietti al 47,3 per cento – ma rimane comunque una bella batosta per le tasche dei consumatori. Tanto che Federconsumatori è addirittura arrivata a titolare un proprio report con la frase ‘‘Essere pendolari, una scelta difficile’’.
Sempre Legambiente ha pubblicato l’elenco delle ‘‘10 peggiori linee d’Italia per i pendolari’’. Assieme a siracusani, salernitani e messi viaggiatori diretti a Ciampino, svetta l’infausto terzo gradino del podio per la linea Bergamo-MilanoTasso di puntualità crollato nell’autunno 2014 al 65 per centovelocità di percorrenza media 60 km/h. Per rendere l’idea, ci sono stati anni del Giro d’Italia in cui Nibali&Co viaggiavano quasi a una media di 50 km/h – guadagnandoci peraltro in salute. Il tutto all’interno di uno dei territori più ricchi dell’intero continente europeo. Se ne sono accorti i viaggiatori ancora prima che Legambiente certificasse questa situazione: nella pagina Facebook del Comitato Pendolari Bergamaschi ogni giorno vengono certificati i disservizi, i ritardi, le scene da ammucchiata selvaggia.
Dietro agli slogan e ai numeri ci sono poi le vite delle persone. Giulia è una studentessa di Lodi, sono tre anni che fa spola fra la città fondata dal Barbarossa e l’Università Statale. Alle 7:30 del mattino la frequenza delle locomotive è di circa una ogni 8-10 minuti. La cifra da versare nei bilanci della società di piazzale Cadorna, per la singola corsa, è 4 euro. Superate le 9:30, i tempi di attesa si alzano fino a trenta-quaranta minuti – ritardi inclusi. Perché i ritardi? «Perché i treni si fermano in mezzo al nulla anche se hanno già accumulato minuti, dove non si vedono nemmeno animali da pascolo (cit.). Danno la precedenza a Intercity, Italo e treni ad alta percorrenza. E mentre aspetti di ripartire, in certe stagioni, ho visto anche persone sedute nel bagno». Pendolari di serie A e di serie B quindi? «È vero ma su questo punto non bisogna essere ingenui» spiega Balotta di Legambiente, «noi li definiamo ‘‘treni di mercato’’, quelli per cui il prezzo del biglietto equivale al servizio fruito, contro i ‘‘treni sussidiati’’, dove il ticket obliterato copre a malapena il 30 per cento delle spese». Non è dunque una questione di classismo ma piuttosto una carenza infrastrutturale della rete ferroviaria.
Treni regionali che si fermano in mezzo al nulla per dare precedenza a Intercity e Italo. Ma non è classismo: esistono ‘‘treni di mercato’’, dove il biglietto copre le spese e ‘‘treni sussidiati’’, dove il ticket non copre nemmeno il 30 per cento del servizio. Il problema è la rete infrastrutturale
Nelle ultime settimane a peggiorare la situazione – talvolta a renderla grottesca – ci si è messo anche Expo. A Rho Fiera distinguere fra un turista/visitatore e un lavoratore è facile come bere un bicchier d’acqua: cappello cinese a cono di paglia e spezie orientali in pugno, per i primi, sguardo esausto e valigia 24 ore, per i secondi.
Alle 18:30 sulla banchina si assiste a scene esilaranti di vita quotidiana: mentre i ragazzini delle scolaresche in visita all’Esposizione Universale ‘‘giocano’’ a lanciare i compagni oltre la linea gialla, una signora anziana per qualche ragione sta pregando. Immagini da dissonanza cognitiva.
Il tutto sotto lo sguardo vigile degli uomini della GF Protection Intelligence & Safety. Un nome da far impallidire i servizi segreti statunitensi, in realtà si tratta della società incaricata da Trenord della sicurezza sui propri treni, servizio intensificato dopo il caso di cronaca nera che a giugno ha coinvolto un capotreno e un macchinista, feriti gravemente alla testa e alle braccia da cinque membri di una gang di latinos armati di machete, nella stazione di Villapizzone.
La security a un certo punto chiama al telefono i colleghi del piano interrato e scandisce le seguenti parole: «Chiudete le scale d’accesso ai binari». Ma come fanno le persone che devono per forza salire a bordo adesso? – è la domanda ingenua de Linkiesta. «Se vuoi puoi fargli spazio tu gettandoti sui binari».
Parafrasando Federconsumatori, anche lavorare con i pendolari deve essere una scelta difficile.

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