SANREMO. Tra Sandro il canottiere e Alberto in canottiera c'è solo l'imbarazzo della scelta. O forse preferite gli scambisti Agatino e Miriam, marito e moglie: scambisti di cartellini, per carità. Anche il pluri-timbratore Vincenzo non è male, da fare invidia alla dea Calì. E che di dire di quella lenza di Beppe, capace di segnare tre ore di servizio in un giorno di ferie? Assenteisti per vocazione, fancazzisti dentro, ora costretti a patire un contrappasso quasi dantesco: gli arresti domiciliari. Loro, maestri nell'essere ovunque, costretti invece a restare fermi in salotto, rintracciabili sempre. Con un solo vantaggio: se vanno in bagno, almeno non devono timbrare il cartellino.

LEGGI ANCHE Sanremo, la Cgil sospende i tesserati coinvolti

La banda di Sanremo aveva ventuno covi, tante sono le sedi del Comune, la principale e le distaccate, ma i furbetti agivano in perenne latitanza dal posto di lavoro. La casa madre è un vecchio hotel liberty, Palazzo Bellevue, forse non a caso a due passi dal commissariato di Polizia. La bianca facciata pare scolpita nella meringa e le scale salgono tra begonie, palmizi e pitosfori. Un'atmosfera tra Paolo Conte e il nostro agente all'Avana, solo che l'altro ieri gli agenti sono arrivati sul serio, ed erano della Guardia di Finanza. Dopo ventiquattro ore, eccoli ancora lì a soppesare faldoni e sequestrare carte, dopo essersi insediati nell'ufficio stampa trasformato in ufficio indagini. Dal loro lavoro emergono storie che neanche García Márquez, neanche Camilleri. Ladri di merendine e di migliaia di euro. Per la città dei fiori, questo triste festival è pure peggio di quando arrestarono un centinaio di croupier nel 1981. Quello, in fondo, era solo un gioco truccato, ora è impazzita la roulette di un'intera città.


Sandro il canottiere, al secolo Alessandro Vellani di anni cinquantasette, è "istruttore direttivo servizi tecnici del Servizio progettazione arredo urbano e spazi pubblici": nel tempo che si impiega a leggere per intero la sua carica, lui avrà già messo la barca in acqua,
 perché Sandro ha la passione del remo. Tra una panchina da sostituire e un lampione da scegliere, per 81 volte si è allontanato alla chetichella per farsi una bella vogata con gli amici, vantandosi pure sui social. Le immagini dei finanzieri lo immortalano al remo insieme ad un compagno di acque, un "due senza" senza vergogna. Danno erariale calcolato dalla Finanza: 5680 euro.

L'ARTICOLO INT