Gli eroi del Fatto? I diversamenti renziani
Delrio prima nel mirino, oggi eroe di Padellaro
Dopo Ignazio Marino, trasformato in una notte da simbolo del malgoverno renziano in Rambo della resistenza antirenziana, il nuovo eroe del Fatto è Graziano Delrio, ex sottosegretario a palazzo Chigi e oggi ministro delle Infrastrutture.
Il motivo è presto detto: Delrio, riassume Antonio Padellaro, “ha condiviso con l’altro diversamente renziano Matteo Richetti giudizi molto netti su certe aperture ‘incompatibili’ per la storia del Pd e del suo progetto ‘totalmente antitetico al berlusconismo’”. Lo Scalfari di Travaglio, se non lo avete ancora capito, sta parlando di Verdini: che peraltro – ci permettiamo di dirlo sommessamente anche all’ottimo ministro – non ha mai detto (né mai gli è stato chiesto) di entrare nella maggioranza di governo o addirittura nel Pd.
Ma tant’è: chi critica Renzi è per ciò stesso un benemerito della Patria, al punto che gli elogi diventano retroattivi. Padellaro infatti comprerebbe la proverbiale auto usata da Delrio “per una frase che mi disse appena nominato da Renzi sottosegretario a palazzo Chigi”. Di che sta parlando il Fondatore del Fatto? Quale frase si lasciò sfuggire l’allora braccio destro del premier?
In quei giorni Delrio non era ancora “diversamente renziano”, ma renziano e basta, e dunque fu sottoposto al metodo Travaglio: un articolo-manganello “su certi presunti favoritismi quando era sindaco di Reggio Emilia”. Oggi Padellaro scrive educatamente “presunti”, ma allora il Fatto aveva certezze più salde e così titolava: “Delrio e quell’appalto da 140mila euro alla ditta del cugino”. “Contattato tramite il suo ufficio stampa – si leggeva nell’occhiello – il braccio destro di Renzi non si è fatto vivo”.
Oggi invece, oggi che Delrio non è più renziano ma “diversamente renziano”, scopriamo un’altra verità: “Mi telefonò – rivela lo Scalfari di Travaglio – per smentire l’episodio, e prima di salutarci disse: ‘Guardi che io sono una persona per bene’. Parole niente affatto scontate”.
Gli altri che telefonano al Fatto, com’è noto, si dichiarano subito colpevoli: c’è chi si dà del farabutto, chi del pendaglio da forca, chi scoppia in lacrime senza riuscire a proferire parola.
Delrio no, Delrio si dichiarò una “persona per bene”: e tanto basta a Padellaro, un anno e mezzo dopo, per dichiarare solennemente che di lui si fida. A patto che resti “diversamente renziano”, s’intende
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