I favori di Mantovani secondo le indagini
Da Bottini a Rizzi: gli uomini che l'ex assessore, per gli inquirenti, piazzò nelle partecipate lombarde.
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14 Ottobre 2015Share on facebook
'Entourage': è questo il nome che la Guardia di Finanza aveva dato all'indagine su Mario Mantovani, l'ex assessore alla Sanità in regione Lombardia arrestato martedì 13 ottobre per turbativa d'asta, corruzione e abuso d'ufficio su appalti della sanità.
Lo si legge nella richiesta d'arresto del settembre del 2014, firmata dai pm Alfredo Robledo e Giovanni Polizzi, accolta però solo un anno dopo.
«UN SISTEMA CHE SI AUTOALIMENTA». Nelle carte si parla di «clan». E soprattutto di entourage, «quello per cui Mario Mantovani», si legge nelle carte, «nel corso della sua ascesa politica tutt’ora in atto - che lo ha visto aggiungere alla carica di senatore della Repubblica quella di sottosegretario al ministero delle Infrastrutture, quindi passare alla funzione di vice presidente della Giunta regionale lombarda ed assessore alla Salute (e durante tutto il periodo, anche sindaco di Arconate) - è rimasto circondato da una cerchia di persone, di diversa estrazione e formazione, che si è costantemente prodigato di favorire secondo varie modalità, traendone a propria volta vantaggi in termini di riconoscenza e disponibilità da parte di questi a soddisfare le sue richieste, spesso volte ancora ad assicurare nuovi benefici ad appartenenti alla cerchia, secondo un sistema che tende così ad autoalimentarsi e ad espandersi progressivamente».
«POSIZIONI FAVOREVOLI AL PROPRIO INNER CIRCLE». Per questo motivo, scrivono i magistrati inquirenti, «il fenomeno non è originale, né isolato e non avrebbe destato l’attenzione degli inquirenti se non fosse che, per assicurare al proprio inner circle ruoli e posizioni favorevoli, Mantovani ha spesso utilizzato le prerogative ed i poteri di cui disponeva in virtù delle cariche pubbliche via via rivestite, esercitando così le alte responsabilità, che gli sono state affidate in funzione di interessi generali, per avvantaggiare gli appartenenti alla propria sfera di interessi e, di riflesso, egli medesimo».
I componenti del «clan» hanno nomi e cognomi. E molti di loro sono gli indagati, dall'ingegnere Angelo Bianchi all'architetto Gianluca Parottti, poi i direttori generali Giorgio Scivoletto, Daniela Troiano e Carla Dotti, oltre al più stretto collaboratore del politico Giacomo Di Capua, in arresto con l'ex sindaco di Arconate.
Lo si legge nella richiesta d'arresto del settembre del 2014, firmata dai pm Alfredo Robledo e Giovanni Polizzi, accolta però solo un anno dopo.
«UN SISTEMA CHE SI AUTOALIMENTA». Nelle carte si parla di «clan». E soprattutto di entourage, «quello per cui Mario Mantovani», si legge nelle carte, «nel corso della sua ascesa politica tutt’ora in atto - che lo ha visto aggiungere alla carica di senatore della Repubblica quella di sottosegretario al ministero delle Infrastrutture, quindi passare alla funzione di vice presidente della Giunta regionale lombarda ed assessore alla Salute (e durante tutto il periodo, anche sindaco di Arconate) - è rimasto circondato da una cerchia di persone, di diversa estrazione e formazione, che si è costantemente prodigato di favorire secondo varie modalità, traendone a propria volta vantaggi in termini di riconoscenza e disponibilità da parte di questi a soddisfare le sue richieste, spesso volte ancora ad assicurare nuovi benefici ad appartenenti alla cerchia, secondo un sistema che tende così ad autoalimentarsi e ad espandersi progressivamente».
«POSIZIONI FAVOREVOLI AL PROPRIO INNER CIRCLE». Per questo motivo, scrivono i magistrati inquirenti, «il fenomeno non è originale, né isolato e non avrebbe destato l’attenzione degli inquirenti se non fosse che, per assicurare al proprio inner circle ruoli e posizioni favorevoli, Mantovani ha spesso utilizzato le prerogative ed i poteri di cui disponeva in virtù delle cariche pubbliche via via rivestite, esercitando così le alte responsabilità, che gli sono state affidate in funzione di interessi generali, per avvantaggiare gli appartenenti alla propria sfera di interessi e, di riflesso, egli medesimo».
I componenti del «clan» hanno nomi e cognomi. E molti di loro sono gli indagati, dall'ingegnere Angelo Bianchi all'architetto Gianluca Parottti, poi i direttori generali Giorgio Scivoletto, Daniela Troiano e Carla Dotti, oltre al più stretto collaboratore del politico Giacomo Di Capua, in arresto con l'ex sindaco di Arconate.
La Gdf: «Mantovani si attivava per collocare i propri conoscenti»
La Gdf dedica un intero paragrafo a Mantovani dove spiega che il senatore utilizzava «il proprio ruolo pubblico per finalità particolari [...], segnatamente attivandosi per collocare presso strutture pubbliche, o sotto il controllo della mano pubblica, conoscenti di varia estrazione riconducibili alla sua area politica, che gli dimostrano perciò comprensibile gratitudine».
BOCCIARDO NEL CONSIGLIO DEL POLICLINICO. E la lista è lunga: «Il riferimento è, ad esempio, alla figura di Francesco Maria Lombardi, che Mantovani provvede a piazzare con un contratto a tempo indeterminato presso Aler Milano intervenendo sulle commissioni regionali».
Non solo. Intercede, secondo le indagini, presso Ferrovie Nord Milano s.p.a. per favorire l’assunzione di Emanuele Bottini. Sempre secondo le indagini, Mantovani aveva anche sistemato definitivamente Mariella Bocciardo nel Consiglio del Policlinico di Milano.
«UN POSTO PER IL MARITO DELLA BERGAMINI». Si sarebbe perfino prodigato per trovare «un posto di lavoro» per Giampaolo Rossi, marito della parlamentare Popolo della Libertà Deborah Bergamini. Quindi ancora. Per Richard Rizzi, fratello del capogruppo Pdl in Consiglio comunale di Milano, Alan Rizzi.
E questi ultimi impegni, si legge, sono stati assunti da Mantovani «su esplicita richiesta di Silvio Berlusconi» e «l’ultimo, in particolare, è risultato volto a ricompensare il passaggio di Alan Rizzi - già confluito, a seguito della scissione del Pdl, nella formazione politica Nuovo Centrodestra – tra le fila della rinata Forza Italia».
LOMBARDI: «TI VOGLIO UN MONDO DI BENE». E che per “posti di lavoro” s’intendessero incarichi nel settore pubblico, «dove può essere efficacemente spesa la qualità e tutto il peso di vice presidente della Regione Lombardia, è dimostrato dalla circostanza che Richard Rizzi fu effettivamente nominato il 13 maggio del 2014 membro dei collegi sindacali di A2A e di Metropolitana Milanese».
La telefonata intercettata del 14 novembre del 2013, dove Mantovani sente Lombardi, appena nominato in Aler è esplicativa. Dice Lombardi: «Ti voglio un mondo di bene! (…)… Mario: per tutta la vita, non per un giorno; per tutta la vita sempre riconoscente!». Mantovani spiega che non è stato facile convincere sia il «commissario» che la «commissaria».
BOCCIARDO NEL CONSIGLIO DEL POLICLINICO. E la lista è lunga: «Il riferimento è, ad esempio, alla figura di Francesco Maria Lombardi, che Mantovani provvede a piazzare con un contratto a tempo indeterminato presso Aler Milano intervenendo sulle commissioni regionali».
Non solo. Intercede, secondo le indagini, presso Ferrovie Nord Milano s.p.a. per favorire l’assunzione di Emanuele Bottini. Sempre secondo le indagini, Mantovani aveva anche sistemato definitivamente Mariella Bocciardo nel Consiglio del Policlinico di Milano.
«UN POSTO PER IL MARITO DELLA BERGAMINI». Si sarebbe perfino prodigato per trovare «un posto di lavoro» per Giampaolo Rossi, marito della parlamentare Popolo della Libertà Deborah Bergamini. Quindi ancora. Per Richard Rizzi, fratello del capogruppo Pdl in Consiglio comunale di Milano, Alan Rizzi.
E questi ultimi impegni, si legge, sono stati assunti da Mantovani «su esplicita richiesta di Silvio Berlusconi» e «l’ultimo, in particolare, è risultato volto a ricompensare il passaggio di Alan Rizzi - già confluito, a seguito della scissione del Pdl, nella formazione politica Nuovo Centrodestra – tra le fila della rinata Forza Italia».
LOMBARDI: «TI VOGLIO UN MONDO DI BENE». E che per “posti di lavoro” s’intendessero incarichi nel settore pubblico, «dove può essere efficacemente spesa la qualità e tutto il peso di vice presidente della Regione Lombardia, è dimostrato dalla circostanza che Richard Rizzi fu effettivamente nominato il 13 maggio del 2014 membro dei collegi sindacali di A2A e di Metropolitana Milanese».
La telefonata intercettata del 14 novembre del 2013, dove Mantovani sente Lombardi, appena nominato in Aler è esplicativa. Dice Lombardi: «Ti voglio un mondo di bene! (…)… Mario: per tutta la vita, non per un giorno; per tutta la vita sempre riconoscente!». Mantovani spiega che non è stato facile convincere sia il «commissario» che la «commissaria».
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