Flat tax al 15%? Costa meno del bonus 80 euro
Aliquota al 15% per tutti e unica deduzione. Il costo? Meno del bonus 80 euro. Ieri a Milano il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha inaugurato l’annunciata rivoluzione fiscale, con la presentazione del progetto della “tassa piatta”. Per i tecnicismi, il leader leghista si è affidato ad un vero e proprio esperto: Alvin Rabushka, economista dell’Università di Stanford ed ex consulente di Ronald Reagan alla Casa Bianca. Ma soprattutto, ideatore – insieme al collega Robert Hall – della cosiddetta “Hall-Rabushka flat tax”.
Flat tax, i dettagli
Matteo Salvini cerca di infiammare i cuori dell’elettore e, soprattutto, del contribuente, al grido di “Paghiamo tutti, paghiamo meno”. Il quotidiano Libero promuove la proposta: “Le imprese avrebbero una drastica riduzione del peso tributario e potrebbero essere quindi più concorrenziali: un meccanismo che è sinonimo di più posti di lavoro. Altro che Jobs Act”.
Ma gli effetti positivi, secondo i sostenitori, sarebbero anche altri: abolire la trattenuta alla fonte, incentivare la ripresa produttiva e dei consumi – con un’ulteriore crescita delle entrate Iva – e ridurre dei costi burocratici per le dichiarazioni dei redditi e la lotta all’evasione.
Gli effetti negativi
Tuttavia, è lo stesso Libero a sottolineare alcuni degli effetti negativi di una tale proposta: “C’è da dire che un cristo che dichiara 9mila euro l’anno, cioè un pensionato da 700 euro al mese, con nessuno a carico, pagherebbe 900 euro di Irpef al posto delle attuali 350″. Il punto, quindi, sarebbe l’eventuale aumento della disuguaglianza sociale. Senza dimenticare il principio costituzionale – sancito dall’art. 53 della Carta – che stabilisce la progressività delle imposte.
Tuttavia lo stesso quotidiano sottolinea: “è brutto da dire, ma il meno abbiente non fa girare l’economia, semmai questa riforma fiscale potrebbe ricreare la classe media, che invece sta scomparendo perché sempre più povera con questo sistema progressivo e distruttivo della ricchezza creata”.
Flat tax vs bonus 80 euro
Ma il discorso che spinge verso la flat tax è un altro: i costi per il bilancio statale. Libero spiega che, con l’adozione della “tassa piatta”, verrebbero meno tutta una serie di spese – tra sgravi fiscali, riemersione dell’imponibile non dichiarato, agevolazioni sulle imposte e detrazioni – che renderebbero sopportabile il peso del provvedimento: “Quasi quasi lo Stato ci guadagna. Per dare gli 80 euro e nemmeno a tutti Renzi ha speso 10 miliardi. Per niente”.
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