INTERVISTA
Lega al Sud, i neoborbonici: «Salvini farà flop»
Il leader del Carroccio? L'ennesimo colonizzatore. «Ma qui al Sud non sfonderà». Il presidente dei neoborbonici boccia il nuovo partito leghista per il Meridione.More Sharing Services
C'è un detto a Napoli: «Rafaniè, fatt'accattà a chi nun t'sape», Raffaniello fatti comprare da chi non ti conosce.
È questo il messaggio che il presidente del movimento neoborbonico Gennaro De Crescenzo lancia a Matteo Salvini, nel giorno della costituzione della creatura pan-italiana - Noi con Salvini - con cui il leader della Lega intende conquistare il Meridione.
«E questo perché», dice De Crescenzo a Lettera43.it, «noi Salvini lo conosciamo eccome. E per questo non lo compriamo». Anzi. L'obiettivo dei neoborbonici è proprio quello di mantenere viva la memoria su chi sia realmente il 'capitano' del Carroccio in crescita nei sondaggi e da dove provenga.
All'ombra del Vesuvio pochi non ricordano quei cori a Pontida nel 2009. Quando il giovane Salvini con un boccale di birra in mano cantava a squarciagola: «Senti che puzza, scappano anche i cani sono arrivati i napoletani».
È questo il messaggio che il presidente del movimento neoborbonico Gennaro De Crescenzo lancia a Matteo Salvini, nel giorno della costituzione della creatura pan-italiana - Noi con Salvini - con cui il leader della Lega intende conquistare il Meridione.
«E questo perché», dice De Crescenzo a Lettera43.it, «noi Salvini lo conosciamo eccome. E per questo non lo compriamo». Anzi. L'obiettivo dei neoborbonici è proprio quello di mantenere viva la memoria su chi sia realmente il 'capitano' del Carroccio in crescita nei sondaggi e da dove provenga.
All'ombra del Vesuvio pochi non ricordano quei cori a Pontida nel 2009. Quando il giovane Salvini con un boccale di birra in mano cantava a squarciagola: «Senti che puzza, scappano anche i cani sono arrivati i napoletani».
LE CONTESTAZIONI DI MAGGIO. E i neoborbonici hanno la memoria lunga. Furono anche loro a cacciare Salvini da Napoli il 6 maggio scorso, costringendolo a una ritirata da un comizio in piazza Carlo III al grido di «Prima di parlare di Genny ‘a Carogna dovresti pulirti la bocca: Genny 'a Carogna è chiù omm e te». E ancora: «Leghisti lavatevi con il fuoco».
La discesa del padano, quindi, non può essere vista di buon occhio dai fan e dai nostalgici delle Due Sicilie. «Il nuovo partito di Salvini», dice De Crescenzo, «è la ciliegina sulla torta dopo 150 anni di colonizzazione del Sud da parte del Nord».
La discesa del padano, quindi, non può essere vista di buon occhio dai fan e dai nostalgici delle Due Sicilie. «Il nuovo partito di Salvini», dice De Crescenzo, «è la ciliegina sulla torta dopo 150 anni di colonizzazione del Sud da parte del Nord».
- Gennaro De Crescenzo, presidente del movimento neoborbonico.
DOMANDA. Lei parla di 150 anni di colonizzazione: allora Salvini non è l'unico problema...
RISPOSTA. No, così come il problema non è solo la Lega. È che il Sud è in trappola da sempre.
D. Cioè?
R. Non abbiamo mai avuto una classe dirigente adeguata.
D. E Salvini che c'entra in questo?
R. È l'ennesimo cavallo di Troia. Arriva da Nord dicendo cose di destra per allettare l'elettorato.
D. Sarà perché nessuno le dice più?
R. Cerca di guadagnare consensi coinvolgendo gli ascari, i rinnegati e i disperati.
D. Che però rappresentano bacini elettorali importanti...
R. Sì, ma non penso che Salvini possa sfondare al Sud.
D. Eppure sta risalendo nei sondaggi...
R. Sì, ma è più che altro un fenomeno mediatico. Se da mesi Salvini ti esce non solo dalla televisione ma pure dal frigoirifero di casa, qualcuno ci crede pure.
D. Crede cosa?
R. Che possa diventare il nuovo governatore delle Due Sicilie. C'è qualcuno che comincia a dirlo e a pensarlo.
D. E non sarebbe possibile?
R. Non credo.
D. Però nel 2005 Raffaele Lombardo creò il Movimento per le Autonomie, vicino alla Lega.
R. Ripeto, il problema sta in una classe dirigente venduta e svenduta che non vuole cambiare nulla. E sale al potere perché dice e fa quello che interessa ad altri.
D. La crisi non potrebbe sfociare in una guerra tra poveri?
R. Napoli e il Sud sono accoglienti da 3 mila anni. Gli stessi Borboni mica erano napoletani. La disperazione, è vero, gioca brutti scherzi, ma non è sufficiente a far trionfare un leghista. Semmai la crisi ha indebolito le clientele.
D. E quindi ben venga la crisi?
R. Tutta la politica italiana si basa sul clientelismo, non solo nel Mezzogiorno. E la crisi economica ha indebolito questi poteri. Potrebbe esserci uno scatto d'orgoglio.
D. Finora però pure gli elettori meridionali hanno avuto qualche responsabilità, o no?
R. Non abbiamo mai avuto una vera alternativa. Siamo sempre stati schiacciati dalla dinamica colonizzati e colonizzatori. Ma ora la gente è stanca.
D. Della politica?
R. Sì, e di votare. Basta vedere le percentuali di astensionismo. Per questo noi come movimento vogliamo prima di tutto ricostruire l'orgoglio di essere meridionali.
D. E i Borboni che c'entrano?
R. I Borboni sono stati gli ultimi a farsi portavoce dei primati del Sud. Gli ultimi a governarci in modo dignitoso.
D. Non le sembra un po' anacronistico?
R. La nostra è una provocazione. Non siamo monarchici in senso stretto. E poi non siamo stati gli unici a riscoprire i Borboni.
D. A chi si riferisce?
R. Lo stesso Matteo Renzi ha riconosciuto l'età d'oro dei Borboni. Come anche Graziano Delrio, Ignazio Visco e Beppe Grillo.
D. Sì, ma Grillo ha anche riconosciuto alla mafia «una sua morale» e ha sostenuto che i calabresi sono «abituati al voto di scambio».
R. Bè Grillo è un insieme di contraddizioni, il suo è un calderone dove si trova tutto e il contrario di tutto. Il problema è quando queste affermazioni escono dal blog e diventano politica.
D. C'è ancora razzismo nei confronti dei meridionali?
R. Sì, un tempo a veicolarlo erano gli slogan di squadre di calcio come l'Atalanta e il Verona. Adesso, anche con Salvini, il razzismo si è istituzionalizzato, si è fatto politica.
D. Niente Grillo, niente Salvini. Ma i neoborbonici sono più a destra o a sinistra?
R. Non siamo né a destra né a sinistra, siamo a Sud. E questo perché né la destra né la sinistra sono mai state realmente per il Sud.
D. Servirebbe un nuovo Masaniello... Che ne pensa di de Magistris?
R. Che è un Masaniello. Ma Masaniello mica ha fatto una bella fine...
RISPOSTA. No, così come il problema non è solo la Lega. È che il Sud è in trappola da sempre.
D. Cioè?
R. Non abbiamo mai avuto una classe dirigente adeguata.
D. E Salvini che c'entra in questo?
R. È l'ennesimo cavallo di Troia. Arriva da Nord dicendo cose di destra per allettare l'elettorato.
D. Sarà perché nessuno le dice più?
R. Cerca di guadagnare consensi coinvolgendo gli ascari, i rinnegati e i disperati.
D. Che però rappresentano bacini elettorali importanti...
R. Sì, ma non penso che Salvini possa sfondare al Sud.
D. Eppure sta risalendo nei sondaggi...
R. Sì, ma è più che altro un fenomeno mediatico. Se da mesi Salvini ti esce non solo dalla televisione ma pure dal frigoirifero di casa, qualcuno ci crede pure.
D. Crede cosa?
R. Che possa diventare il nuovo governatore delle Due Sicilie. C'è qualcuno che comincia a dirlo e a pensarlo.
D. E non sarebbe possibile?
R. Non credo.
D. Però nel 2005 Raffaele Lombardo creò il Movimento per le Autonomie, vicino alla Lega.
R. Ripeto, il problema sta in una classe dirigente venduta e svenduta che non vuole cambiare nulla. E sale al potere perché dice e fa quello che interessa ad altri.
D. La crisi non potrebbe sfociare in una guerra tra poveri?
R. Napoli e il Sud sono accoglienti da 3 mila anni. Gli stessi Borboni mica erano napoletani. La disperazione, è vero, gioca brutti scherzi, ma non è sufficiente a far trionfare un leghista. Semmai la crisi ha indebolito le clientele.
D. E quindi ben venga la crisi?
R. Tutta la politica italiana si basa sul clientelismo, non solo nel Mezzogiorno. E la crisi economica ha indebolito questi poteri. Potrebbe esserci uno scatto d'orgoglio.
D. Finora però pure gli elettori meridionali hanno avuto qualche responsabilità, o no?
R. Non abbiamo mai avuto una vera alternativa. Siamo sempre stati schiacciati dalla dinamica colonizzati e colonizzatori. Ma ora la gente è stanca.
D. Della politica?
R. Sì, e di votare. Basta vedere le percentuali di astensionismo. Per questo noi come movimento vogliamo prima di tutto ricostruire l'orgoglio di essere meridionali.
D. E i Borboni che c'entrano?
R. I Borboni sono stati gli ultimi a farsi portavoce dei primati del Sud. Gli ultimi a governarci in modo dignitoso.
D. Non le sembra un po' anacronistico?
R. La nostra è una provocazione. Non siamo monarchici in senso stretto. E poi non siamo stati gli unici a riscoprire i Borboni.
D. A chi si riferisce?
R. Lo stesso Matteo Renzi ha riconosciuto l'età d'oro dei Borboni. Come anche Graziano Delrio, Ignazio Visco e Beppe Grillo.
D. Sì, ma Grillo ha anche riconosciuto alla mafia «una sua morale» e ha sostenuto che i calabresi sono «abituati al voto di scambio».
R. Bè Grillo è un insieme di contraddizioni, il suo è un calderone dove si trova tutto e il contrario di tutto. Il problema è quando queste affermazioni escono dal blog e diventano politica.
D. C'è ancora razzismo nei confronti dei meridionali?
R. Sì, un tempo a veicolarlo erano gli slogan di squadre di calcio come l'Atalanta e il Verona. Adesso, anche con Salvini, il razzismo si è istituzionalizzato, si è fatto politica.
D. Niente Grillo, niente Salvini. Ma i neoborbonici sono più a destra o a sinistra?
R. Non siamo né a destra né a sinistra, siamo a Sud. E questo perché né la destra né la sinistra sono mai state realmente per il Sud.
D. Servirebbe un nuovo Masaniello... Che ne pensa di de Magistris?
R. Che è un Masaniello. Ma Masaniello mica ha fatto una bella fine...
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