Confindustria: l’Italia uscirà dalla recessione nel 2015
Per gli industriali crescita +0,5% ad inizio anno. Preoccupa la corruzione: «Se con Mani Pulite l'avessimo ridotta il Pil sarebbe stato nel 2014 di quasi 300 miliardi in più»
La recessione finirà ma bisognerà attendere il primo trimestre del prossimo anno. Questi i dati del Centro Studi di Confindustria che ha stimato per la chiusura del 2014 un calo del Pil dello 0,5%. La disoccupazione – spiega una nota – inizierà a calare solo nel 2016. Questo perché il recupero dell’economia italiana sarà «graduale». Nel dettaglio l’Istat stima una contrazione del prodotto interno lordo attorno al 0,4%, mentre una crescita sarà possibile nel 2015 con un +0,5%. Una risalita che continuerà nel 2016 con un +1,1%. L’economia tornerà a crescere dello 0,2% nel primo trimestre 2015 per poi salire gradualmente nel biennio.
CONFINDUSTRIA E LE CAUSE DELL’USCITA DALLA RECESSIONE - «Lo scenario economico globale – si legge nel rapporto citato da Agi – si presenta nettamente migliore rispetto a tre mesi fa. L’incertezza rimane il maggior ostacolo a cogliere appieno le nuove opportunità. In questo contesto enigmatico il Csc delinea, con cautela, un biennio di graduale recupero per l’Italia. I fattori favorevoli emersi nell’ultimo trimestre sono: il crollo del prezzo del petrolio, l’ulteriore svalutazione del cambio dell’euro, il rafforzamento della crescita del commercio mondiale, il calo dei tassi di interesse che riflette l’impostazione espansiva della politica monetaria e la composizione della politica di bilancio più benefica per la crescita».
OCCUPAZIONE IN GRADUALE AUMENTO – Il numero di persone a cui manca lavoro, in tutto o in parte, in Italia, supera gli 8,6 milioni. Il tasso di disoccupazione, compresa la Cig, e’ del 14,2%. Tra i giovani che cercano un impiego il 43,3% non lo trova. Ma il futuro pare più roseo. È previsto per i prossimi mesi un rafforzamento della domanda con il tasso di disoccupazione in lento calo nella seconda metà del 2015. Per fine 20166 si stima un tasso di disoccupazione del 12,4%. L’occupazione (calcolata sulle Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) tornerà a crescere dalla primavera 2015, dopo essere rimasta pressoché ferma per tutto il 2014 e nel primo trimestre del prosismo anno sui livelli minimi di fine 2013 (-1 milione e 681 mila unità rispetto a fine 2007, -6,8%). «L’intensità del recupero, dapprima molto debole – spiega il Csc – si consoliderà nel 2016».
In miglioramento anche i dati sugli ammortizzatori sociali: nelle stime di Confindustria, lo stock di cassa integrazione «si sgonfierà a partire da inizio dell’anno prossimo, quando cominceranno a calare gli interventi straordinari. A fine 2016, tuttavia, nell’intera economia la Cig interesserà ancora l’equivalenmte di circa 210mila Ula, un livello superiore rispetto a quello di inizio 2009».
In miglioramento anche i dati sugli ammortizzatori sociali: nelle stime di Confindustria, lo stock di cassa integrazione «si sgonfierà a partire da inizio dell’anno prossimo, quando cominceranno a calare gli interventi straordinari. A fine 2016, tuttavia, nell’intera economia la Cig interesserà ancora l’equivalenmte di circa 210mila Ula, un livello superiore rispetto a quello di inizio 2009».
CONSUMI MAGGIORI PER FAMIGLIA – Il Csc prevede un aumento della spesa delle famiglie nel 2014 del 0,2%. Ma c’è di meglio: una accellerata del 0,5 è prevista per il 2015 e dello 0,8% nel 2016. Nelle previsioni di settembre, i consumi erano stimati a +0,1% nel 2014 e +0,5% nel 2015.
Cala anche il costo del petrolio (oltre un terzo nell’arco di alcune settimane). Secondo il dossier del Centro Studi “Il rebus della ripresa” «l’impatto della violenta caduta delle quotazioni del greggio è dello 0,3% sul Pil italiano 2015 e un altro +0,5% nel 2016». Per i conti pubblici il Csc stima per il 2014 un deficit al 3% che scenderà al 2,7% l’anno prossimo e al 2,5% per il 2016. Il debito, invece, salirà dal 132,2% di fine anno al 133,8% del 2015.
Cala anche il costo del petrolio (oltre un terzo nell’arco di alcune settimane). Secondo il dossier del Centro Studi “Il rebus della ripresa” «l’impatto della violenta caduta delle quotazioni del greggio è dello 0,3% sul Pil italiano 2015 e un altro +0,5% nel 2016». Per i conti pubblici il Csc stima per il 2014 un deficit al 3% che scenderà al 2,7% l’anno prossimo e al 2,5% per il 2016. Il debito, invece, salirà dal 132,2% di fine anno al 133,8% del 2015.
IL FRENO? COLPA DELLA CORRUZIONE – Ma ora? Il Pil pro-capite è sceso del 12,3% reale dal 2007, una diminuzione di oltre 3.700 euro a testa, ed è tornato ai livelli del 1997. E le famiglie spendono meno. «Con una feroce diminuzione dei consumi delle famiglie, pari a sei settimane di non spesa». Da Viale dell’Astronomia la colpa del freno sul motore Italia è attribuibile alla corruzione. «Se con Mani Pulite l’Italia avesse ridotto la corruzione al livello della Francia (-1 punto), il Pil sarebbe stato nel 2014 di quasi 300 miliardi in più (circa 5mila euro a persona)». «L’Italia – afferma Confinustria – ha già fatto grandi sacrifici».
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