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ROMA - Era tra i dissidenti più critici verso la linea di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Oggi in aula Tommaso Currò ha ufficialmente lasciato il M5S mentre a Montecitorio si discuteva sulla relazione del presidente del Consiglio Matteo Renzi in vista del prossimo Consiglio europeo del 18 dicembre. E potrebbe non essere il solo a lasciare il Movimento: altri dissidenti sarebbero pronti a seguire il parlamentare siciliano. L'addio di Currò segue l'espulsione dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna avvenuta il 27 novembre, una decisione che aveva provocato un vero terremoto all'interno dei gruppi parlamentari.

Il deputato pentastellato ha preso la parola a titolo personale ed ha effettuato un duro atto d'accusa contro i suoi ex compagni di gruppo, elogiando al contempo l'operato del governo: "Da un lato - rileva - c'è chi si assume la responsabilità di governare il Paese e dall'altro chi tenta di risolvere la crisi esclusivamente con atteggiamenti pregiudizievoli per la stabilità delle istituzioni della Repubblica. C'è chi intende migliorare le regole per un Europa più equa e più giusta e chi propone alleanze con la destra populista di Farage, predicando una deleteria uscita dall'Euro".

Currò aderisce al documento di maggioranza e riceve insulti su Fb. Currò ha comunicato la sua adesione al documento presentato dalla maggioranza. "Con il 25% del consenso elettorale - ha spiegato l'ex Cinque Stelle - dovevamo contribuire a risolvere i problemi del Paese e rendere l'Italia più competitiva nello scenario internazionale. Invece, nonostante il dissenso interno, abbiamo giocato alla delegittimazione ed alla distruzione senza alcuna forma di rispetto e di responsabilità". Infine ha concluso. "Voglio sentirmi sereno ed orgoglioso di lavorare per un progetto politico nel quale riconoscermi e attraverso il quale operare: oggi questa condizione in questo gruppo non c'è più".

Se l'annuncio di Currò è stato accolto con una standing ovation dei deputati Pd, altrettanto non si può dire dei suoi colleghi di partito. "Sarebbe stato più onesto dimettersi" - ha spiegato il capogruppo M5S alla Camera Andrea Cecconi - "considerando che Currò è stato eletto nelle fila del M5S. Andrà a collocarsi nella posizione che più lo identifica, ovvero in mezzo agli altri 'onorevoli', perche' il MoVimento 5 Stelle non è fatto di persone come lui". Neanche il tempo di annunciare in aula alla Camera il proprio addio al M5S che la bacheca Facebook di Tommaso Currò ha cominciato a popolarsi di insulti. C'è chi lo considera "un opportunista da strapazzo", chi lo accusa di aver lasciato "per soldi" e chi gli comunica che "gli toglierà l'amicizia", oltre ad epiteti poco simpatici.

Al termine della seduta alla Camera sono volate parole grosse in Transatlantico, e si è sfiorata la rissa tra Ignazio La Russa, Fabio Rampelli, un ex grillino ora in Sel, Adriano Zaccagnini, e un deputato pentastellato, Walter Rizzetto. Pomo della discordia, il tema dei cambi di casacca. La Russa aveva chiesto in aula a Currò di dimettersi, ma la richiesta non deve essere piaciuta a Walter Rizzetto che in Transantlantico ha insultato l'ex ministro. Ne è nato uno scambio di insulti che ha coinvolto anche il compagno di partito di La Russa, Fabio Rampelli, e l'ex Cinque Stelle Zaccagnini.

L'apertuta di Renzi e la contestazione in Senato. La dura critica alle politiche europee dei Cinque Stelle è arrivata poco dopo le aperture che a Montecitorio il premier Matteo Renzi aveva rivolto ai parlamentari pentastellati durante la sua relazione: "Io ho fatto un'apertura ed è stata capita" ha detto il premier, che poco prima si era rivolto con queste parole ai deputati pentastellati: "Recuperate la passione che ha caratterizzato gli elettori che vi hanno eletto non per insultare o buttarla in caciara. Quando urlate, io dovrei essere contento perchè rappresento un partito di 11 milioni di persone che voi manco se mettete insieme gli utenti di 7 mesi". In Senato il premier ha rincarato la dose, dopo la contestazione dei senatori Cinque Stelle: "Il fatto che stiate perdendo pezzi ogni giorno non vi autorizza a interrompere, a urlare. Siamo solidali con voi, ma il vostro dovere è rappresentare chi vi ha votato. Le vostre urla sono il segno di una frustrazione che comprendiamo, e una risposta al fatto che milioni di elettori non vi votino più".

E lo scontro è continuato anche quando il presidente del Consiglio ha parlato di "un brivido di orrore" che ha provato "per quello che è accaduto in Pakistan, dove i talebani hanno ucciso bambini nella loro scuola". Ai senatori pentastellati che lo hanno contestato invitandolo a "pensare ai bambini italiani" Renzi ha risposto alzando i toni: "Ma come potete, davanti a una tragedia simile? Abbiate rispetto almeno per i bambini! Ma come si fa? Un pò di dignita!".

"Perdiamo i pezzi? Currò era un pezzo perso da tempo, che se li prenda i pezzi marci, Renzi sta facendo scouting perchè tutto gli sta crollando addosso, avrà trovato il prezzo giusto come con Orellana e altri" è la dura replica di Barbara Lezzi alle parole del premier. La senatrice ha rincarato la dose contro Renzi su Twitter: "Usa i 120 bambini uccisi in Pakistan per non rispondere al M5S che invita il suo partito a smettere di rubare".