Tommaso Currò molla i 5 stelle, insulti in aula e fuori
«Con il 25% dei consensi dovevamo contribuire a risolvere i problemi del Paese e a rendere l'Italia più competitiva. Invece abbiamo giocato alla delegittimazione e alla distruzione», ha detto il deputato in aula lasciando il partito di Grillo. Il collega Sibilia non ha gradito, si è alzato e, sfregando le dita tra loro, ha urlato a Renzi: «Lo hai pagato, eh?»
«Nel comunicare il mio voto favorevole alla risoluzione di maggioranza annuncio la mia uscita dolorosa dal Movimento 5 stelle non più evitabile». Sono del parole del deputato del Movimento 5 Stelle Tommaso Currò nel corso delle dichiarazioni di voto in aula, alla Camera dei Deputati, sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi in vista del consiglio europeo del 18 dicembre. L’onorevole ha lasciato il partito di Beppe Grillo scatenando a Montecitorio l’ira dei compagni di gruppo. L’annuncio è stato infatti seguito da cori di protesta da parte di alcuni colleghi di partito, ma, nello stesso tempo, si sono alzati anche applausi di sostegno dai banchi della maggioranza. Lasciando l’aula, il premier Renzi ha poi commentato: «Io ho fatto un’apertura ed è stata capita».
CURRÒ VIA DAI 5 STELLE, GLI INSULTI IN AULA E SUL WEB: «OPPORTUNISTA» - Neanche il tempo di annunciare in Aula alla Camera il proprio addio a Movimento 5 Stelle che la bacheca Facebook di Currò comincia a popolarsi di insulti. C’è chi ha scritto di considerare il deputato in uscita dal partito di Grillo «un opportunista da strapazzo», chi lo invita a dimettersi e chi, senza tanti giri di parole, ha preferito definirlo «uomo di m…». Non appena Currò ha pronunciato parole di elogio al governo, il collega deputato Carlo Sibilia si è alzato e, sfregando le dita tra loro, ha urlato a Renzi (che però lo ha ignorato): «Lo hai pagato, eh?». Intanto dal gruppo Pd si invitava al silenzio. Il presidente del Consiglio Renzi ha lasciato l’Aula solo dopo che Currò ha finito l’intervento e si è risieduto al suo posto, mentre il compagno di banco si era platealmente allontanato.
CURRÒ VIA DAI 5 STELLE, L’ANNUNCIO: «CON IL 25% DOVEVAMO CONTRIBUIRE A RISOLVERE I PROBLEMI» – «Con il 25 per cento dei consensi dovevamo contribuire a risolvere i problemi del Paese e a rendere l’Italia più competitiva nello scenario internazionale. Invece, nonostante il dissenso interno, abbiamo giocato alla delegittimazione e alla distruzione, senza alcuna forma di rispetto e di responsabilità». «Abbiamo utilizzato l’alibi del 51 per cento, inteso come unica forma possibile di governo, per giustificare una condotta del tutto omissiva verso le attese che ben 8 milioni e 700mila italiani avevano riposto in noi», attacca l’ormai ex deputato grillino che spiega invece di condividere «il tentativo di rinnovamento della classe dirigente del Paese».
«DAL M5S ATTEGGIAMENTI PREGIUDIZIEVOLI PER LA STABILITÀ DELLE ISTITUZIONI» – «Voglio sentirmi sereno e orgoglioso di lavorare per un progetto politico nel quale riconoscermi e attraverso il quale operare e oggi – ha chiarito – questa condizione in questo gruppo non c’è più. Comunico quindi le mie dimissioni dal gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle». Vota a favore della maggioranza, Currò, e attacca: «Da un lato c’è chi si assume la responsabilità di governare il Paese e dall’altro chi tenta di risolvere la crisi esclusivamente con atteggiamenti pregiudizievoli per la stabilità delle istituzioni della Repubblica. C’è chi intende migliorare le regole, per un’Europa più equa e più giusta, e chi – ha incalzato ancora Currò – propone alleanze con la destra populista di Farage, predicando una deleteria uscita dall’Euro e minando quel processo di integrazione degli Stati che ha permesso all’Europa di godere del più lungo periodo storico di pace».
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