domenica 14 dicembre 2014

Non mi interessa che cosa farà Renzi per me. Valuterò che cosa farà per l'Italia, per i giovani, per le donne e per i meritevoli.

Assemblea Pd, Renzi: “Nel partito solo gli onesti, gli altri fuori”

ROMA – “Siamo quelli che cambiano l’Italia, non quelli che si mettono a mugugnare su chi cambia l’Italia”. Così ha esordito Matteo Renzi all’assemblea del Pd.
“Recupereremo il tempo perso e lo faremo a schiena dritta. Noto un certo richiamo nostalgico all’Ulivo e ricordo le tesi dell’Ulivo sul superamento del bicameralismo perfetto… Quello che non capisco è come si possa aver perso tanto tempo sulle riforme”.
Renzi ha precisato che
“Il Pd è il partito della nazione perché vuol bene all’Italia e non si rassegna alla politica che ha stuprato il Paese” negli anni precedenti. Il Pd non è il partito della nazione perché immagina chissà quali strane mutazioni genetiche, come ha scritto Alfredo Reichlin – ha proseguito il premier – ma perché avere quei colori vuol dire che il Pd non si accontenta di vedere i sogni dell’Italia stuprati da anni di mal governo”.
“Grazie al Pd Grillo è sparito. Anche i Forconi potrebbero andare solo a Chi l’ha visto”.
E invita il partito a pensare al posto dell’Italia nel mondo e a non perdersi “nelle beghe interne”
“Questo partito vuole bene all’italia e non si accontenta di vedere i sogni dell’italia stuprati da anni di mal governo e da politiche assurde. Vi rendete conto – chiede all’assemblea – che stiamo affrontando la più gigantesca trasformazione? Voi siete qui non per discutere tra una corrente e l’altra. Siete qui per cambiare l’Italia”.
E, riferito allo scandalo di mafia capitale, precisa
“Deve essere chiaro che chi è disonesto, non può camminare con noi. Non tutti gli onesti votano il Pd, ma tutti quelli che stanno nel Pd devono avere l’onestà come elemento fondamentale. Niente sconti su questo”. Rivolto ai magistrati, attacca: “Quando leggo numerose interviste di magistrati che commentano le leggi che stiamo facendo, vorrei ringraziarli, ma credo che debbano parlare un po’ di più con le sentenze e non con le interviste”. Frase, quest’ultima, che scatena la reazione di Rodolfo Sabelli, presidente dell’Anm: “Parliamo per avere leggi migliori”.
Poi, rivolto ai dissidenti, parla chiaro

“Non facciamo le riforme a colpi di maggioranza, ma non ci facciamo nemmeno bloccare le riforme dai diktat della minoranza. Non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico”. E risponde a chi punta su nuovi equilibri nel partito (come Cuperlo e Fassina) e a chi vorrebbe un nuovo esecutivo (come D’Alema e Bindi): “Chi vuole cambiare segretario si metta il cuore in pace: ha tempo da qui al 2017. Chi vuole cambiare il premier si metta il cuore in pace: ha tempo da qui al 2018″.

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