ESCLUSIVO
Stipendi, i manager campioni di bonus
La classifica delle retribuzioni da record
Premi e incentivi nelle buste paga, nonostante i bilanci aziendali in affanno. Il compenso più alto è per Battista (Prysmian). Seguito da Marchionne e Montezemolo. Mentre perdono posizioni Scaroni (Eni) e Conti (Enel)
di Vittorio Malagutti e Stefano Vergine
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ESCLUSIVO LA TABELLA COMPLETA DELLE RETRIBUZIONI IN MIGLIAIA DI EURO
Prysmian che Bingo! La multinazionale dei cavi, un'eccellenza mondiale che batte bandiera italiana, ha conquistato un nuovo primato: nessun'altra azienda quotata alla Borsa di Milano l'anno scorso ha pagato così tanto i suoi manager di punta. Valerio Battista, con una busta paga di oltre 6 milioni, guida la classifica degli stipendi elaborata da l'Espresso. L'amministratore delegato di Prysmian è seguito a distanza una coppia targata Fiat: Sergio Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo, il presidente della Ferrari.
La graduatoria si basa su un campione che comprende oltre i due terzi delle società quotate in Borsa e la quasi totalità delle imprese a maggiore capitalizzazione. I compensi indicati nella tabella comprendono la retribuzione fissa così come eventuali bonus e incentivi, al lordo delle tasse. Sono invece escluse le somme ricevute a titolo di buonuscita o quelle ricavate dalla vendita di eventuali stock option. Per legge, infatti, le società quotate in Borsa sono tenute a rendere noti ogni anno i compensi versati ai consiglieri di amministrazione e anche ai direttori generali.
Per compilare la graduatoria, L'Espresso ha raccolto ed elaborato i dati resi pubblici nei giorni scorsi da un centinaio di aziende e banche. Per ogni società sono stati presi in considerazione solo i compensi superiori a 500 mila euro. All'appello mancano ancora grandi gruppi come Unicredit e Pirelli, che pubblicheranno i bilanci solo tra qualche settimana. Per il resto, però, la graduatoria offrono un quadro completo dei guadagni dei top manager nazionali. E allora si scopre che anche in un anno come il 2013 in cui i conti delle aziende (e delle banche) sono stati messi alle corde dalla recessione, gli amministratori delle società quotate hanno comunque incassato premi e incentivi legati al risultato aziendale.
Il caso più eclatante è quello dei dirigenti di vertice di Prysmian che l'anno scorso hanno quasi triplicato il loro stipendio complessivo rispetto al 2012 grazie ai bonus calcolati sui profitti di un triennio (2011-2013). Lo stesso discorso vale per Marchionne e Montezemolo, che grazie ai premi in pratica raddoppiano i loro guadagni annuali avvicinando quota 6 milioni di euro. Stesso discorso vale per Andrea Guerra di Luxottica, mentre Mario Greco di Generali e Giovanni Battista Ferrario, direttore generale della Italcementi dei Pesenti, hanno incassato un compenso variabile (legato ai risultati aziendali) superiore a quello fisso.
Su l'Espresso in edicola l'inchiesta completa con i nomi e gli stipendi milionari dei manager che hanno aggirato la crisi a suon di bonus.
Prysmian che Bingo! La multinazionale dei cavi, un'eccellenza mondiale che batte bandiera italiana, ha conquistato un nuovo primato: nessun'altra azienda quotata alla Borsa di Milano l'anno scorso ha pagato così tanto i suoi manager di punta. Valerio Battista, con una busta paga di oltre 6 milioni, guida la classifica degli stipendi elaborata da l'Espresso. L'amministratore delegato di Prysmian è seguito a distanza una coppia targata Fiat: Sergio Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo, il presidente della Ferrari.
La graduatoria si basa su un campione che comprende oltre i due terzi delle società quotate in Borsa e la quasi totalità delle imprese a maggiore capitalizzazione. I compensi indicati nella tabella comprendono la retribuzione fissa così come eventuali bonus e incentivi, al lordo delle tasse. Sono invece escluse le somme ricevute a titolo di buonuscita o quelle ricavate dalla vendita di eventuali stock option. Per legge, infatti, le società quotate in Borsa sono tenute a rendere noti ogni anno i compensi versati ai consiglieri di amministrazione e anche ai direttori generali.
Per compilare la graduatoria, L'Espresso ha raccolto ed elaborato i dati resi pubblici nei giorni scorsi da un centinaio di aziende e banche. Per ogni società sono stati presi in considerazione solo i compensi superiori a 500 mila euro. All'appello mancano ancora grandi gruppi come Unicredit e Pirelli, che pubblicheranno i bilanci solo tra qualche settimana. Per il resto, però, la graduatoria offrono un quadro completo dei guadagni dei top manager nazionali. E allora si scopre che anche in un anno come il 2013 in cui i conti delle aziende (e delle banche) sono stati messi alle corde dalla recessione, gli amministratori delle società quotate hanno comunque incassato premi e incentivi legati al risultato aziendale.
Il caso più eclatante è quello dei dirigenti di vertice di Prysmian che l'anno scorso hanno quasi triplicato il loro stipendio complessivo rispetto al 2012 grazie ai bonus calcolati sui profitti di un triennio (2011-2013). Lo stesso discorso vale per Marchionne e Montezemolo, che grazie ai premi in pratica raddoppiano i loro guadagni annuali avvicinando quota 6 milioni di euro. Stesso discorso vale per Andrea Guerra di Luxottica, mentre Mario Greco di Generali e Giovanni Battista Ferrario, direttore generale della Italcementi dei Pesenti, hanno incassato un compenso variabile (legato ai risultati aziendali) superiore a quello fisso.
Su l'Espresso in edicola l'inchiesta completa con i nomi e gli stipendi milionari dei manager che hanno aggirato la crisi a suon di bonus.
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12 commenti
wittyghost
3 giorni fa
Come già detto da più utenti, in quanto aziende private, i manager non sono pagati con i soldi dei contribuenti. Seconda cosa, si parla di aziende che fatturano centinaia di milioni o qualche miliardo all'anno. Ma secondo voi aziende del genere cercare di risparmiare qualche milione di euro sull'amministratore delegato rischiando a fine anno di perdere molto più di quello che risparmierebbero dal taglio degli stipendi? Ma siamo seri. I manager migliori hanno mercato. E se sono bravi, è soprattutto nei momenti difficili che si nota la differenza. Qui non siamo al populismo, siamo al ridicolo di chi non ha mai ricoperto ruoli di grande responsabilità in aziende del settore privato. Prima di parlare di decenza, fatevi un esame di coscienza. Poi, se ci riuscite fondate un azienda, tagliate lo stipendio dell'amministratore delegato e vediamo chi resta a tirare avanti la baracca. Solo mediocri
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Bruno Lanni
2 giorni fa
buoni risultati non si ottengono da soli, tutti collaborano e non mi sembra decente che la differenza tra lo stipendio medio di un dipendente e quello dei manager sia 50 volte piu' alto.
non si tratta di populismo ma di buon senso e rispetto, Cimoli prendeva 5 milioni l'anno ed alitalia e' fallita spinetta 1,1 milioni per air france che era 3 volte piu grande, quindi................non e' solo un problema di capacita'
non si tratta di populismo ma di buon senso e rispetto, Cimoli prendeva 5 milioni l'anno ed alitalia e' fallita spinetta 1,1 milioni per air france che era 3 volte piu grande, quindi................non e' solo un problema di capacita'
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Claude Tadolti
3 giorni fa
Quindi?
Se è per questo Jamie Dimon, capo di JP Morgan, l'anno scorso ha incassato 28,7 milioni di dollari.
Sono società private e possono pagare quel che vogliono, se io ho un ristorante per dire perchè non dovrei poter dare, potendomelo permettere, 20.000 euro al mese al mio cuoco?
Stiamo arrivando al populismo pauperista ragazzi, roba che nemmeno negli anni '70...
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Gianluca Tesi
3 giorni fa
E' vero che sono privati, ma mi fa eticamnete schifo ugualmente.
Nessuna capacità manageriale o responsabilità giustifica tali stipendi.
Se questo è essere populisti pauperisti o veterocomunisti, allora sì, lo sono...
Nessuna capacità manageriale o responsabilità giustifica tali stipendi.
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wittyghost
3 giorni fa
Poi molti hanno bonus. Quindi aumentano il guadagno ad obiettivo raggiunto. Ovvero più fatturato. Quindi più soldi. Più meritati di così. Non stiamo giocando al Monopoli. Poi che c'azzecca l'etica? Vi riempite la bocca di parole come meritocrazia, poi quando c'è qualcuno che democraticamente raggiunge, in aziende PRIVATE, ruoli di vertice e ricchi stipendi venite a parlare di etica. Ma Lei è mai stato negli USA a lavorare? Dove anche l'ultimo della terra, immigrato e povero, se con talento ed impegno può raggiungere il vertice e diventare milionario. Per Lei dovremmo essere tutti uguali, conformati, ugualmente poveri?! Che schifo.. la libertà è un'altra cosa.
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patrizio petrilli
1 giorno fa
ma le sembra giusto che ci siano persone che non riescono a comprare un pezzo di pane o bambini che muoiono di fame a migliaia ed altri che invece non sanno cosa fare di tutti i soldi guadagnati: non c è moralità in questo...
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Karluk61
3 giorni fa
NON c'è niente di male che questi signori guadagnino tutti questi compensi annui! anzi non vedo lo scoop dell'espresso! visto che sono manager privati, perché invece non pubblicano una tabella dei manager pubblici che sono pagati con i soldi dei contribuenti?
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Roberto Baselice
3 giorni fa
io credo che pubblico o privato queste montagne di soldi sono caricati comunque sui prodotti che aquistiamo(es.scaroni=benzina/gas) resta inoltre un problema
etico/esistenziale:come possono queste persone guadagnare tanto licenziando condannando alla fame i propri operai (marchionne).
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patrizio petrilli
1 giorno fa
è moralmente ed eticamente inaccettabile. Ci sono persone anziane che con 500 euro al mese sono costrette a vivere di stenti.Solo le persone aride dentro possono concepire tali discorsi ottussi e privi di compassione per i più disagiati.
Questa dovrebbe essere una società moderna che pone solo chi ha il denaro ed il potere in alto nella scala sociale ed emargina i poveri ed i bisognosi.....
Questa dovrebbe essere una società moderna che pone solo chi ha il denaro ed il potere in alto nella scala sociale ed emargina i poveri ed i bisognosi.....
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Gianfranco Falcone
3 giorni fa
Giornali e giornalisti, avanti così. Oggi gli stipendi dei manager fanno scandalo. Ma sono anni e anni che questa gente "ruba" stipendi. E dico "ruba" perché tutto ciò che esce fuori dal limite e dalla decenza non è giusto, non è serio e non è credibile. Da chi e perché sono stati decisi questi compensi? Non da me, né da chi legge. Sono stati decisi da chi ha avuto il potere e l'interesse di decidere, per complicità e per disinteresse della collettività. Oggi Renzi vuole massacrare i destinatari delle grandi prebende. Secondo me è una follia; andrebbero risistemati innanzitutto funzioni e obiettivi. Dopo andrebbero conformate le persone alle funzioni e agli obiettivi. Solo alla fine, ai risultati, si decide il compenso finale. Perché a questa gente non viene corrisposto uno stipendio normale mensile, ma laute buonuscite mensili!
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Manuel BlackHand
3 giorni fa
E perché dovrebbe decidere lei i compensi, o chi legge (o anche la collettività)? Le società private sono libere di fare quel che vogliono con i loro soldi.
E in generale, il problema vero sono i tantissimi che prendono troppo poco, e sarebbe bene concentrarsi su quello, non concentrarsi sull'invidia per chi guadagna di più (perché a volte saranno soldi "rubati", ma altre volte la ggente parla per invidia, tanto da confondere i manager privati con quelli pubblici).
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Roberto Baselice
3 giorni fa
ma le società private a chi vendono i loro prodotti?E i costi di questi prodotti come si determinano?
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