Nella corsa verso le elezioni parlamentari il mese prossimo, i partiti populisti anti europeisti, come il Fronte Nazionale di Marine Le Pen in Francia, hanno alimentato il fuoco del nazionalismo raccontando agli elettori che due influenti premi Nobel all’Economia vicini al centrosinistra - Amartya Sen e Joe Stiglitz – sono contrari all’idea di un’Europa più unita.
Ma in una dichiarazione rilasciata il 10 aprile dall’ex premier italiano Mario Monti, che dirige il Berggruen Institute's Council for the Future of Europe, i due premi Nobel si lamentano dell’uso improprio e della manipolazione delle loro opinioni per scopi politici opposti.
“Siamo molto afflitti di fronte all’uso improprio delle nostre analisi sul funzionamento dell’euro, una manipolazione che sta avvenendo in alcuni discorsi in Francia e in altri paesi europei”, spiegano i due Nobel.
In tutta Europa le champagne elettorali stanno diventando sempre più impetuose e ardenti, dal momento in cui le imminenti elezioni per il Parlamento europeo sono viste come una battaglia chiave tra sentimenti pro e anti europeisti sull’onda della crisi dell’euro. La posta in gioco è diventata sempre più pesante nelle ultime settimane, dopo il successo elettorale del Fronte Nazionale alle elezioni locali in Francia.
In risposta alla persistente crisi economica, unita alle paure sociali dell’immigrazione, i partiti di estrema sinistra ed estrema destra stanno riaffermando l’identità nazionale e invocando il ritorno della sovranità nazionale come soluzione alle difficoltà dell’Europa. Questo [atteggiamento] li colloca contro gli elettorati pro Europa che vedono un’ulteriore integrazione come l’unico in grado di ripristinare la crescita in una economia globale, rimettere sotto controllo l’altissimo tasso di disoccupazione in Europa e rispondere ai problemi sociali.
Questa dichiarazione rilasciata dai due premi Nobel non lascia dubbi sulla loro posizione: “Siamo fortemente a favore di un’Europa più unita, con essenzialmente più integrazione politica. Un’unione monetaria dovrebbe andare di pari passo a un’unione fiscale e a un’unione bancaria, che speriamo avvengano entrambe nei tempi dovuti. Mentre crediamo che istituire un’unione monetaria senza un’integrazione bancaria, fiscale e fondamentalmente politica sia un errore economico, rimaniamo fortemente pro Europa, piuttosto che anti europeisti, dal momento in cui vogliamo molto di più di una semplice unione monetaria”.