martedì 15 aprile 2014

Prima i grillini erano fascisti inconsapevoli adesso sono consapevoli nazisti.

L’ira dei militanti grillini contro Piazzapulita

di   - 15/04/2014 - Trasmissione sotto accusa in rete dopo le critiche di Favia al M5S

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L’ira dei militanti grillini contro Piazzapulita
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Dalle critiche di Giovanni Favia sull’assenza di democrazia, sulla scarsa trasparenza delle entrate economiche del blog di Beppe Grillo e sul controllo serrato della comunicazione da parte dei pentastellati, passando per il servizio sulle epurazioni e sui meccanismi di selezione dei candidati per le Europee. Dopo l’ultima puntata di Piazzapulita, non sono mancate le critiche delMoVimento 5 Stelle e dei militanti grillini sui social network contro il programma di La7, bollato come «una trasmissione mirata ad attaccare lo stesso M5S».
piazzapulita
Giovanni Favia
PIAZZAPULITA E LE PROTESTE A 5 STELLE CONTRO IL PROGRAMMA – Se all’interno dello studio è stata mantenuta una poltrona vuota, per simboleggiare l’assenza di esponenti grillini – il conduttore Formigli ha spiegato che come l’ufficio comunicazione del M5S non gradisca il programma dopo lo scoop su Favia e l’intervista a Nicola Morra, ndr – sono state le dichiarazioni dello storico espulso emiliano, Giovanni Favia, a sollevare le prime critiche. Se l’ex 5 Stelle ha bollato il duo Grillo-Casaleggio come «dilettanti della politica» e invitato a parlare di più di contenuti («verrebbero smontati subito, Grillo sa parlare alla pancia del Paese»), ha poi attaccato il capo politico dei 5 Stelle di scarsa trasparenza sulle entrate economiche del blog. «Ogni volta che si clicca sul blog sono soldi. Il blog di Beppe Grillo non ha la partita Iva della Casaleggio Associati, a differenza di quanto avviene con “La Fucina” e “Tze Tze”. Ma lui dice che il suo 730 è zero. Quindi mi chiedo: che fine hanno fatto quei soldi?», ha attaccato. Per poi aggiungere: «Il blog di Grillo per statuto è la sede del M5S, sarebbe carino conoscerne le entrate economiche e finanziarie. È vero che nei bilanci non c’è nulla». In studio è stato Emiliano Liuzzi del Fatto Quotidiano a replicare: secondo il cronista i milioni di euro del quale ha parlato Favia sono invece «frutto della sua fantasia». Non senza ricordare come l’espulso stesse accusando di truffa Casaleggio e Grillo.«Non ho le prove, ma ho una mia idea», ha concluso Favia. Anche sulla comunicazione l’ex candidato di Rivoluzione civile alle ultime elezioni politiche ha criticato il M5S: «Non esiste partito che controlli in modo migliore la comunicazione televisiva del M5S. Tutti gli eletti devono passare dall’ufficio comunicazione. Vengono scelti gli interlocutori e si cerca di concordare le domande», ha affermato Favia. Ma la sua versione è stata attaccata da altri ospiti in studio. Se Toscani lo ha bollato come un “mitomane”, al contrario è stato Belpietro a spiegare di aver ospitato i 5 Stelle senza vincoli, ricordando come anche il Pd a sua volta, a suo dire, chieda di «non invitare certi ospiti».
IL SERVIZIO SULLE ESPULSIONI – Ma è stato il servizio di Francesca Biagiotti sui meccanismi di voto online per la selezione dei candidati grillini per le Europee ad alimentare le polemiche. Nell’inchiesta di Piazzapulita, alcuni attivisti bolognesi hanno denunciato di aver scoperto all’improvviso di non poter più accedere al blog di Grillo per votare i candidati alle europee. Di fatto, epurazioni tecniche, secondo le loro accuse. Avvenute dopo aver criticato il capo politico del M5S e i metodi dei vertici pentastellati, oltre ad aver  votato contro le espulsioni dei dissidenti.
Si parte dalla storia dell’attivista bolognese Matteo Viscardi, che ha denunciato come la sua password nel sito del Movimento sia stato bloccata,nonostante sia iscritto da anni. «Ho votato l’ultimo mail del 6 febbraio scorso. Allora risultavo ancora iscritto». Poi, ha svelato di non aver potuto più autenticarsi con le proprie credenziali, né votare. Cosa è successo? «Più volte mi è capitato di dissentire, di dire che c’erano delle cose da migliorare. Dopo aver parlato con altri attivisti che non riuscivano ad accedere al sistema, ho controllato se la mia iscrizione fosse ancora attiva. E mi sono accorto di non riuscire più ad accedere», ha denunciato Viscardi. Non è stato l’unico a non poter votare: «Qui a Bologna è successo ad altri, ma episodi simili sono accaduti in tutta Italia», ha continuato. Per poi bollare quanto accaduto come “epurazioni di massa”: «Sono state segnalate delle persone che, senza essere state avvertite, sono state cancellate dal sistema»., ha concluso Viscardi.
LE DENUNCE DEGLI ATTIVISTI BOLOGNESI - «A Bologna il MoVimento è nato ed è anche morto», ha attaccato un altro attivista durante il servizio. «Qui sono avvenuti quegli embrioni di quanto sarebbe poi accaduto a Roma», ha continuato. Diversi spiegano di essere stati cancellati dal sistema e di non aver potuto votare. «Ci sono almeno 400 0 500 persone che sono state espulse», ha aggiunto uno di queste. Da consiglieri comunali a regionali, passando per attivisti di base. Con tanto di accuse a Gianroberto Casaleggio: «Ha l’elenco di quelle quattro mila persone che in tutta Italia non sono d’accordo con lui», ha spiegato l’attivista. «Chi detiene lo strumento informatico ha il potere. Non si può lasciarlo soltanto a due persone», hanno spiegato altri, criticato i vertici pentastellati. C’è chi parla di «voto pilotato» e chi spiega come Grillo faccia fuori gli attivisti critici. Viene intervistata anche la consigliera Federica Salsi, un’altra degli espulsi storici del MoVimento, proprio come Favia: «Casaleggio ha la lista di tutte le persone da fare fuori. Bugani, il suo consigliere di riferimento, era al telefono con Casaleggio e faceva l’elenco di tutti i critici. Ma questa prassi non è limitata soltanto a Bologna. In Sardegna, dove non c’erano figure e personaggi controllati, Casaleggio ha preferito non far presentare il M5S alle elezioni regionali», ha criticato Salsi. Accuse che si aggiungono a quelle che hanno portato allo scontro, poi “rientrato”, con “Capitan Pizza”, così come Grillo ha bollato il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, dopo le sue perplessità sui “candidati sconosciuti” per le Europee. Intervistato da Francesca Biagiotti sulla democrazia interna del M5S, il sindaco ha poi preferito non rispondere in merito.  In studio non sono mancate le polemiche dopo quanto denunciato da Biagiotti. Liuzzi ha giudicato “inverosimile” che Grillo «controlli 25omila password, ma tutto può succedere». Al contrario, «non sono arrivate risposte o spiegazioni dalla Casaleggio Associati», ha spiegato Formigli.

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