CONTI IN TASCA
Brutte notizie per il portafogli delle famiglie italiane. Con un reddito annuo netto per nucleo famigliare di 29.956 euro, il 39,5% non riesce a far fronte a spese impreviste mentre il 65,2% non riesce nemmeno a risparmiare pochi euro.
PAGAMENTI IN RITARDO. L'allarme è arrivato dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva che ha anche sottolineato come il 12% delle famiglie ha bollette arretrate, il 5% è in ritardo con la rata del mutuo o dell'affitto e il 12% è in ritardo con il pagamento di altri debiti diversi dal mutuo.
Dai dati presentati al convegno «Fasce deboli e servizi pubblici locali» le spese 'obbligate' sono in aumento per le famiglie italiane, sempre più «soggetti deboli» non adeguatamente supportati. Si pagano 333 euro per l'acqua, 308 per i rifiuti, 512 euro per la bolletta elettrica, 1.162 per il gas, 290 per il trasporto pubblico. A questi si aggiungono 8.184 euro per il mutuo della casa, e, per chi ha figli, 3.090 euro annuali per l'asilo nido comunale.
900 EURO DISPESE SANITARIE. Lo slalom tra rate e tariffe è salito a una stima totale di 13.879 euro di spesa media annua nel 2013-2014 per una famiglia media. A ciò vanno aggiunte le spese sanitarie (900 euro nel 2012 per farmaci e visite specialistiche), e ancora i cosiddetti «contributi volontari» per la scuola, in media 70 euro ad anno scolastico per ogni figlio studente.
Calcolando le cosiddette spese fisse, «ormai una famiglia media italiana spende circa 14.845 euro l'anno, a cui dovrà aggiungere le spese per il cibo, l'abbigliamento, il tempo libero, sempre più accessori», ha detto Cittadinanzattiva.
WELFARE NON PIÙ ADEGUATO. Per Antonio Gaudioso, segretario generale dell'associazione «la ricerca mostra la debolezza delle misure attualmente in vigore per il sostegno alla famiglia media italiana diventata sempre più, negli anni, soggetto debole, stretta fra crisi economica e un sistema di welfare non più adeguato ad una società profondamente mutata».
Dai dati della ricerca «si evincono misure deboli, anacronistiche e disomogenee a livello territoriale, non rappresentative delle nuove categorie di soggetti deboli, ad esempio i cittadini immigrati Ci troviamo inoltre di fronte ad un forte paradosso», ha denunciato Gaudioso, sottolineando come «i cittadini sono spesso chiamati a sostenere economicamente le amministrazioni nell'erogazione dei servizi (come ad esempio la scuola) ma ancora oggi non concorrono sistematicamente nella definizione degli stessi».
PAGAMENTI IN RITARDO. L'allarme è arrivato dall'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva che ha anche sottolineato come il 12% delle famiglie ha bollette arretrate, il 5% è in ritardo con la rata del mutuo o dell'affitto e il 12% è in ritardo con il pagamento di altri debiti diversi dal mutuo.
Dai dati presentati al convegno «Fasce deboli e servizi pubblici locali» le spese 'obbligate' sono in aumento per le famiglie italiane, sempre più «soggetti deboli» non adeguatamente supportati. Si pagano 333 euro per l'acqua, 308 per i rifiuti, 512 euro per la bolletta elettrica, 1.162 per il gas, 290 per il trasporto pubblico. A questi si aggiungono 8.184 euro per il mutuo della casa, e, per chi ha figli, 3.090 euro annuali per l'asilo nido comunale.
900 EURO DISPESE SANITARIE. Lo slalom tra rate e tariffe è salito a una stima totale di 13.879 euro di spesa media annua nel 2013-2014 per una famiglia media. A ciò vanno aggiunte le spese sanitarie (900 euro nel 2012 per farmaci e visite specialistiche), e ancora i cosiddetti «contributi volontari» per la scuola, in media 70 euro ad anno scolastico per ogni figlio studente.
Calcolando le cosiddette spese fisse, «ormai una famiglia media italiana spende circa 14.845 euro l'anno, a cui dovrà aggiungere le spese per il cibo, l'abbigliamento, il tempo libero, sempre più accessori», ha detto Cittadinanzattiva.
WELFARE NON PIÙ ADEGUATO. Per Antonio Gaudioso, segretario generale dell'associazione «la ricerca mostra la debolezza delle misure attualmente in vigore per il sostegno alla famiglia media italiana diventata sempre più, negli anni, soggetto debole, stretta fra crisi economica e un sistema di welfare non più adeguato ad una società profondamente mutata».
Dai dati della ricerca «si evincono misure deboli, anacronistiche e disomogenee a livello territoriale, non rappresentative delle nuove categorie di soggetti deboli, ad esempio i cittadini immigrati Ci troviamo inoltre di fronte ad un forte paradosso», ha denunciato Gaudioso, sottolineando come «i cittadini sono spesso chiamati a sostenere economicamente le amministrazioni nell'erogazione dei servizi (come ad esempio la scuola) ma ancora oggi non concorrono sistematicamente nella definizione degli stessi».
Martedì, 15 Aprile 2014
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