Casaleggio: "La sfida del futuro è tra M5s e Pd". E Arturo Artom: "Le partite Iva hanno abbandonato il Cav, votano Grillo"
Pubblicato: 17/04/2014 19:06 CEST | Aggiornato: 17/04/2014 19:55 CEST
"Guardi, il discorso è molto semplice: come semplici cittadini e come piccoli imprenditori questa è gente che non ha mai avuto voce in capitolo, che non è mai stata ascoltata. E adesso che Forza Italia sembra in altre faccende affaccendata è normale che guardino al Movimento 5 stelle, con il quale possono parlare senza fare le interminabili trafile di dirigenti e capi di gabinetto".
Arturo Artom siede di sghembo dietro un tavolino in un bar al centro di Roma, fazzoletto bianco nel taschino e dieta parca: "Solo un'aranciata, grazie. Io mangio pochissimo, non pranzo quasi mai". È stato definito "l'ufficiale di collegamento di Gianroberto Casaleggio con le piccole e medie imprese". E in effetti con il guru il rapporto è stretto: "Lo sono andato a trovare il mese scorso con un po' di imprenditori. E le posso confermare che sta alla grande: ci siamo sentiti ieri sera e stava benissimo, era perfettamente lucido".
All'interno del movimento è un idolo. "Ciao Arturo, posso salutarti?", lo interpella un attivista che transita per caso a qualche metro da lui. Pochi passi più in là lo ferma Lorenzo Andraghetti, collaboratore del deputato Paolo Bernini, una candidatura (andata male) alle europee alle spalle: "È un piacere conoscerla, organizzate qualcosa per la campagna elettorale? Mi fa sapere?". Lui risponde cordiale, conferma i contatti con David Borrelli, tra i referenti M5s per le elezioni del 25 maggio, rassicura che "stiamo pensando ad un paio di incontri" e offre volentieri il suo numero di telefono.
Confapri, la rete di imprese di cui è coordinatore, guarda con estremo interesse alle truppe grilline. Negli ultimi mesi sono stati mollati gli ormeggi dai lidi del centrodestra - che pure in passato Artom ha frequentato con una certa assiduità - per dirigersi in direzione del Movimento.
Un rapporto biunivoco, visto che da mesi ormai la strategia degli uomini di Beppe Grillo è quella di drenare voti al bacino berlusconiano in progressivo disfacimento, ponendosi come vera alternativa per chi non guarda all'emisfero sinistro della politica. È lo stesso Casaleggio a coltivare in prima persona l'ambizione di diventare interlocutore principe con il popolo delle partite Iva. "Ogni volta che andiamo a trovarlo con amici imprenditori - spiega Artom - distribuisce un plico ponderoso con tutti i provvedimenti portati avanti dai parlamentari in favore della Pmi".
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Una vera e propria tattica d'aggressione al mondo delle partite Iva, troppo spesso blandite e troppo poco ascoltate da tutti i governi degli ultimi anni. Basta sentireMassimo Dalchecco, al comando della Sidi, un'importante azienda italiana del mondo dell'information tecnology: "Non mi parli dei governi di centrodestra, che altrimenti mi vengono i brividi". Il capitano d'impresa "non ha fiducia nella politica, che ha promesso tanto e offerto risultati scarsi e molto lenti". Anche per questo ha accettato l'invito ad incontrare, ad inizio marzo, il guru stellato. "L'Irap ci ha ammazzato, ed è dal 2002 che promettono di abolirla e non fanno niente - spiega - Io non sono un uomo di sinistra, ma oggi con un premier giovane mi aspettavo qualcosa in questo senso, e non gli 80 euro in busta paga, che poi arriveranno tramite detrazioni, per cui non si sa nemmeno bene che impatto avranno". Casaleggio l'ha "incuriosito", ha "illustrato il loro programma, che è tutto condivisibile". "Una buona impressione - conclude - anche perché ci ha fatto capire di puntare molto sulle elezioni europee. E, per noi, tante delle leggi importanti vengono fatte lì".
D'altronde l'ha spiegato proprio il guru alla decina di presenti: "Le prossime europee saranno una sfida tra noi e il Pd. L'obiettivo è quello di evidenziare che il confronto futuro della politica italiana sarà quello tra il Movimento e il Partito democratico". Uno schema nel quale il polo berlusconiano è escluso, non trova posto. Il blog di Grillo tende ad ignorarlo, a non radicalizzare il confronto con un elettorato che va pian piano convinto, conquistato.
Walter Rizzetto, tra i parlamentari stellati che più hanno consuetudine con i colleghi destrorsi, vede il travaso di voti come inevitabile: "Gli elettori di Forza Italia non hanno più riferimenti, e di certo non voteranno per Angelino Alfano, che considerano un traditore. Oltre a noi, non ci sono altri partiti di riferimento che fanno apposizione al governo di Matteo Renzi, per cui tendono ad affidarsi a noi". La battaglia si giocherà anche sui temi comunitari: "È evidente che noi stiamo riuscendo a catalizzare un voto che marca un dissenso rispetto all'idea d'Europa che hanno a via del Nazareno". Secondo Rizzetto, Berlusconi è talmente all'angolo che "l'unica possibilità che avrebbe per recuperare quattro o cinque punti percentuali sarebbe quella di prendere un grillino qualsiasi e metterlo a guidare la sua campagna elettorale. Lo dico come provocazione, ma nemmeno troppo".
Artom ricorda un semplice dato: "Nel febbraio scorso Grillo e Casaleggio incontrarono vicino a Treviso decine di imprenditori, in un momento in cui non se li filava nessuno: nel trevigiano il M5s sfiorò il 30%". Bandiera della strategia stellata nella conquista del consenso nel popolo che fu del Cavaliere sono gli oltre due milioni di euro di eccedenze stipendiali versate sul fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Il perché lo spiega Artom: "È un'idea che venne a me e a Vito Crimi. Ogni anno quel fondo è finanziato per sei o settecento milioni, che corrispondono a circa dodici miliardi di prestiti erogati. Con i circa 2,5 milioni versati dai parlamentari le imprese avranno ossigeno per altri cinquanta milioni". Artom venne a settembre a Roma a spiegarlo ai senatori, "tanto che alla fine si sono detti rammaricati per aver rinunciato ai 42 milioni di rimborsi elettorali. Si potevano riscuotere e versare lì".
Il leader di Confapri osserva che "non sbaglia Grillo quando dice che Renzi copia le sue idee. Quando ha chiesto la fiducia al Senato, il premier ha proposto che la Cassa depositi e prestiti finanzi quello stesso fondo. Se questo non è rubare un'idea...".
"Noi interloquiamo anche con la Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, ma non abbiamo feedback. Con il Movimento gli imprenditori si accorgono che possono parlare con un parlamentare, perfino con il fondatore, senza bisogno di intermediazione. È nei fatti che il M5s è oggi l'interlocutore privilegiato di quel mondo". Per un riscontro effettivo non bisognerà attendere molto: appuntamento al prossimo 25 maggio, quando le urne europee avranno pronunciato il loro verdetto".