Sale la temperatura in casa Cinquestelle sulla questione della restituzione della diaria. E comincia a salire anche una fronda anti-Grillo tra i parlamentari m5s che non vogliono restituire le somme non rendicontate per le spese del soggiorno a Roma. Ognuno - è questo il nodo che divide i dissidenti dal leader M5S - deve potersi tenere i soldi che gli restano in tasca facendo economia.
Ad esempio, negli hotel last-minute. Domani ci sarà una assemblea lacrime e sangue dei parlamentari stellati. Su Fb, il deputato Alessandro Furnari ha scritto di essere molto "amareggiato" dall'andamento della discussione di giovedì con Grillo e che in tanti si sono offesi per il richiamo di Beppe a "non fare la cresta".
Il tam-tam dello scontento non deve essere arrivato alle orecchie del capogruppo al Senato Vito Crimi che, incurante, garantisce che, senz'altro, i senatori restituiranno la diaria in eccesso. Chi invece prevede defezioni consistenti - cento deputati - è l'espulso Marino Mastrangeli. "Alcuni di noi hanno semplicemente chiesto di ricevere gli stessi soldi degli altri colleghi, e di averli forfettariamente, ma Beppe - ha postato Furnari - ci ha detto che 'non si fa la cresta sulla diaria'".
"Se gli altri 5 Stelle per mangiare, dormire spendono 3500 euro al mese, chi è in difficoltà - spiega il deputato - chiede semplicemente di fare maggiori sacrifici e di rinunciare ad andare in un albergo 4 stelle per andare in un B&B, oppure in un albergo 2 stelle ed utilizzare la differenza risparmiata per risolvere le varie difficoltà soggettive". "I prossimi ad entrare in Parlamento dovranno tenerne conto: nel 5 Stelle non possono entrare tutti, ma solamente coloro che non hanno problemi" economici , conclude, sconsolato, Furnari.
"Manteniamo l'impegno", assicura Crimi, "posso dire a nome dei 53 senatori che restituiremo la parte non spesa, su questo non c'è dubbio", ha detto a In Mezz'Ora negando che la riunione di giovedì scorso sia stata legata al capitolo rimborsi. "Si tratta di un appuntamento mensile, Beppe non è tornato per la diaria". En passant, Crimi aggiunge che M5S, pronta a votare a favore di una legge sul conflitto di interessi, non fornirà comunque alcuna ciambella di salvataggio al governo Letta in caso di defezione del Pdl.
"Non è più tempo di fare un governo politico, se governo deve essere - ha sottolineato - deve essere un governo di garanzia al di fuori di questa classe politica". Tornando sul tema riduzione guadagni, Crimi ha fatto presente che, prima del suo approdo al Senato, lavorava come impiegato statale in Corte di Appello a Brescia e guadagnava "21mila euro all'anno: adesso arrivano in un mese". Sulla restituzione ci pensa Mastrangeli a tirare il freno a mano. "Non mi nascondo - ha detto il 'dissidente' - perché sono stato il primo a far vedere la mia busta paga e ho detto che secondo me sarebbe esplosa una piccola bomba perché non ero sicuro che loro volessero restituire questi soldi, come avevano demagogicamente detto". "Alla fine - ha concluso - farò quello che faranno i miei colleghi", però "mi voglio divertire a vedere l'espulsione di altri cento parlamentari del M5S, ci sarà da ridere!". Domani si vedrà.