martedì 14 maggio 2013

Non se ne può più. Lui e i suoi grillini attaccano, offendono, insultano, fanno i supponenti e poi quando qualcuno risponde fanno le vittime. Come l'italiano rappresentato da Alberto Sordi.


Beppe Grillo e la tecnica del lamento

Sindrome da accerchiamento. Vittimismo e contropiede. La nuova retorica del leader M5s. «Ci prenderemo il Paese».

di Paola Alagia
Non solo le posizioni barricadere del tipo «Arrendetevi, siete circondati»; oppure «apriremo il parlamento come una scatola di tonno», abbinate a un linguaggio necrofilo e offensivo (da Napolitano-Morfeo a Bersani-Gargamella). Beppe Grillo da tempo alterna agli attacchi picchi di vittimismo. Silvio Berlusconi in questo non conosce eguali, ma il comico ligure è sulla buona strada. Ebbene sì, il piagnisteo è entrato di diritto nella strategia politica dei vertici pentastellati.
CONTESTAZIONI E SONDAGGI IN CALO. Come si spiega questa impennata? Possono aver pesato le contestazioni sollevate da alcune scelte politiche (non ultima la querelle legata alla diaria). Oppure il calo dei consensi del M5s (a partire dal risultato elettorale in Friuli Venezia Giulia). O, ancora, il fatto di non essere riuscito a gestire al meglio il boom elettorale.
Tutti fattori che messi insieme hanno fatto crescere l'insofferenza del leader.
Ecco una miscellanea di lagne targate 5 stelle. A partire dalle più recenti.

«Volevano governare coi nostri voti e tenerci fuori» (13 maggio 2013)

Il 13 maggio, da Avellino, il comico ligure ha sentito il bisogno di giustificare la mancata intesa con il Pd nelle ore concitate della trattativa per la formazione del governo. E così davanti alla platea del capoluogo irpino, ha svelato la «manfrina» del Partito democratico. La tesi è sempre la stessa: «Volevano governare con i nostri voti e tenerci fuori. Se avessero dato qualche segnale, avremmo sicuramente trovato un accordo». Ogni responsabilità, va da sé, ricade sui democratici: «Non hanno risposto, per poi denunciare che l'ingovernabilità era creata dal Movimento 5 stelle e che erano costretti a fare il governo con il Pdl. Una pantomima, insomma, che ha consentito di negare al primo partito per numero di elettori in Italia la rappresentanza di vertice in nessuna istituzione e organismo parlamentari».
Non è mancato infine il solito affondo contro la stampa. «L’odio», ha detto, «è quello che i giornali riversano ogni giorno su di noi».

«Ogni male d'Italia è attribuito al M5s» (7 maggio 2013)

Il ruolo di parte lesa più passano i giorni più sembra convincente. Il 7 maggio dal blog, risuonano queste parole: «Ogni male d'Italia è attribuito al M5s da giornali e televisioni diventati senza alcuna vergogna un incrocio tra la Pravda di Stalin e Der Stürmer sotto il nazismo. Se non puoi attaccare le idee, attacca le persone».
Non solo. Il guru genovese è arrivato a scrivere: «La sensazione di essere circondati, ‘calpesti e derisi’ dal Potere Costituito che sta muovendo ogni leva a sua disposizione per distruggere il M5s in effetti la si sente nell’aria».

«Otto milioni di italiani considerati cani in chiesa»  (27 aprile 2013)

Dopo l’insediamento del governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta, la partita per la presidenza delle commissioni di Camera e Senato ha fornito al blogger pentastellato un’occasione ghiottissima per sfoggiare il repertorio: «Più di 8 milioni di italiani che hanno dato il loro voto al Movimento 5 stelle sono considerati intrusi, cani in chiesa, terzi incomodi, disprezzati come dei poveri coglioni di passaggio», ha scritto nel post intitolato «La notte della Repubblica» del 27 aprile. E poi ancora: «Il M5s non vedrà rispettati i suoi diritti di presiedere le commissioni del Copasir e della Vigilanza».
LA VIOLAZIONE DELLE MAIL. Altro spunto per la lamentatio è stata la violazione delle mail di alcuni parlamentari grillini da parte di sedicenti hacker. «Il M5s subisce attacchi vergognosi ogni giorno da giornalisti prezzolati, attacchi furibondi che si sono intensificati dopo le elezioni». E quindi in un crescendo: «Chiunque faccia parte del M5s, o anche si avvicini, è colpito sul piano personale e nessuno si indigna». Fino al colpo definitivo: «Le mail private di molti parlamentari del Movimento sono state trafugate, foto, filmati, corrispondenze. In un altro Paese sarebbe il primo titolo per giorni. Se fosse successo al Pdl, a Cicchitto, Ghedini, Brunetta i giornali e i telegiornali avrebbero gridato all'attentato alla sicurezza nazionale. Per il M5s solo scherno o silenzio».

«Repubblica e L'Espresso hanno disintegrato la verità nei nostri confronti» (24 aprile 2013)

Nella conferenza stampa del 24 aprile, due giorni dopo la rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, poi, il vittimismo di Grillo si è fatto quasi evangelico. «Repubblical’Espresso», si sfogava Grillo, «hanno per mesi disintegrato qualsiasi verità nei nostri confronti. Io sono stato messo vicino a Berlusconi oppure vicino a Hitler. Sono stato dipinto come un uomo feroce e cattivo».
Il leader M5s ha denunciato nella stessa occasione la violazione della privacy subita: «Colgo l’occasione per ringraziare quelle trasmissioni che hanno messo il mio indirizzo e il mio numero civico, causandomi complicazioni personali».



«Fanno dossier e controdossier contro di me» (5 aprile 2013)

Ma l'inizio della nuova ondata lamentosa può essere fatta risalire al 5 aprile scorso. Grillo durante la gita fuori porta con i parlamentari grillini, condotti tutti in un agriturismo alle porte di Roma, si era calato nella parte. La lamentazione era rivolta ai giornalisti e alla campagna stampa contro di lui: «Abbiamo a che fare con gente incredibile. Fanno dossier e contro-dossier di tutti i tipi contro di me. Secondo loro avrei 13 ville in Costa Rica».


«Qualcuno paga i troll per spammare da mattina a sera» (24 marzo 2013)

A volte, addirittura, la geremiade diventa l’arma grillina per coprire il dissenso. E così le critiche piovute sul M5s dopo l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso - definiti «foglie di fico» da Grillo -  sono state liquidate quali «schizzi di merda digitale». «Da mesi», è stato il commento tranchant del leader il 24 marzo scorso, «orde di trolls, di fake, di multinick scrivono con regolarità dai 2 ai 3 mila commenti al giorno sul blog. Qualcuno evidentemente li paga per spammare dalla mattina alla sera».

«I partiti cercano di addossarci lo sfascio del Paese» (10 marzo 2013)

Nella ressegna grillina non mancano certo i politici. E così, nella fase concitata del tira e molla sulla possibilità di un’alleanza del M5s col Pd, un Grillo, stretto tra la coerenza della linea politica e i dubbi della Base, ha rotto gli indugi. Per uscire dall’angolo se l'è presa con la vecchia politica. «I partiti cercano di addossare al M5s la responsabilità dello sfascio del Paese dopo aver inciuciato per 20 anni e sorretto insieme il governo di Rigor Mortis alla luce del sole», ha postato il 10 marzo sul suo blog. Seguiva una sorta di aut aut: «Se in futuro fossi smentito da un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5s a chi ha distrutto l’Italia, allora, pacatamente, serenamente, mi ritirerò dalla politica».



 

«Ho 86 processi, 22 in più dell'ex presidente del Consiglio» (6 febbraio 2013)

Una delle lamentele più memorabili risale però al 6 febbraio quando Grillo ebbe a dire: «Io ho 86 processi, 22 in più dell’ex presidente del Consiglio che va a fare la vittima». Da che pulpito...

«Gli aizzatori di professione insultano, fomentano, distruggono» (3 settembre 2012)

Tuttavia, i prodromi del vittimismo targato Grillo vanno ricercati un po’ più indietro nel tempo, già lo scorso settembre quando il leader del Movimento in un messaggio in Rete, citando Orwell, tratteggiava uno scenario da Anni di piombo: «Il rito quotidiano dell’odio da parte di aizzatori di professione nei miei confronti, nei confronti degli appartenenti al Movimento 5 stelle e dei miei collaboratori sta diventando fragoroso, insopportabile, indecente», tuonava dal blog. «Non discutono mai nel merito, per esempio del programma del M5s, insultano, fomentano con l’obiettivo di isolare, infamare, distruggere».
Fino ad adombrare la sua stessa elimininazione: «E dopo? Cosa verrà dopo? Dal tiro al bersaglio metaforico, si passerà a quello reale?». Con tanto di chiosa contro la stampa: «Sta sconfinando in molti casi in istigazione a delinquere, come avvenne negli anni di piombo. Li diffami, li isoli e poi qualcuno li elimina».
 
Martedì, 14 Maggio 2013

1 commento:

Unknown ha detto...

Vittime sono quelle persone che combattono Grillo e i grillini tutti i giorni.

dipocheparole     venerdì 27 ottobre 2017 20:42  82 Facebook Twitter Google Filippo Nogarin indagato e...