“Il problema sugli stipendi? Lo ha creato Beppe Grillo”. Il senatore Lorenzo Battista già in passato ha assunto posizioni fuori dal coro. Era tra quelli che ritenevano che il Movimento 5 stelle dovesse proporre un nome a Giorgio Napolitano se avesse seriamente voluto fare un governo, e tra chi ha fatto una dura autocritica sul risultato delle elezioni in Friuli Venezia Giulia. Con Bersani condivide anche una certa passione per la birra (rigorosamente piccola), che sorseggia seduto nel bar dove lo incontriamo.
Quel che è successo giovedì scorso lo ha lasciato perplesso: “Beppe ha letto un documento diverso da cosa è previsto nel Codice di comportamento dei parlamentari, che noi tutti abbiamo firmato, facendolo passare come quello che si doveva fare. Non è stato un confronto nel quale ci ha trattato alla pari”.
La settimana scorsa a Roma ha parlato anche Filippo Pittarello, stretto Collaboratore di Gianroberto Casaleggio: “Ha fatto un discorso molto aziendalista, motivazionale. Ma il Movimento non si può identificare con la Casaleggio&associati. Il Movimento siamo noi, non un’azienda. È come se Publitalia indirizzasse il Pdl, che poi magari è così, ma non possiamo scendere a questo livello”.
Dunque, sulla diaria tutto risolto?
Mi sembra di sì, ma mi sono allontanato dalla riunione prima delle 22.00. Dovevo recuperare degli effetti personali in ufficio.
E nelle quattro ore in cui era presente?
Si è discusso lungamente della questione delle indennità e del problema previdenziale. C’è un serio problema di ricongiungimento dei fondi pensionistici, perché se rimaniamo in carica per tutta la legislatura usufruiremo più in là della pensione, ma se rimaniamo a Roma uno o due anni ci troviamo un buco contributivo che non si è ancora capito come sanare.
Almeno sulle indennità sembra che problemi non ce fossero.
Lì il problema sta nel fatto che si doveva fare il calcolo sul netto, non sul lordo, e farlo individualmente per ciascuno. Non capisco perché Grillo non si è posto prima il problema di quanto fosse giusto che guadagnasse un parlamentare. Lo si metteva nel codice e la cifra era quella, poi ognuno avrebbe deciso come arrivarci.
Il Codice di comportamento era troppo approssimativo?
Il problema l’ha creato Grillo. Va benissimo porre la rendicontazione sotto il capitolo della trasparenza, ma la restituzione dei soldi della diaria non si trova scritta da nessuna parte. Sarebbe bastato scrivere una riga in più prima per non creare problemi interpretativi.
Anche voi siete arrivati impreparati sul tema.
Il punto è che procedendo in questo modo tutto avviene su base fiduciaria. Va benissimo dare noi un segnale sui costi della politica, ma dovevamo affrontare la questione chiedendo una norma che valesse per tutti, coinvolgendo anche le altre forze politiche.
A proposito di fiducia: sembra che Grillo giovedì scorso abbia letto un documento sulle diarie che voi non avevate mai sentito.
Ci ha letto una cosa diversa da quanto scritto negli impegni che abbiamo firmato, che prevede la restituzione delle diarie. Un collega si è alzato e gli ha domandato il perché, ma non c’è stata nessuna risposta esauriente.
Ci è rimasto male?
Non mi è piaciuto che non ci sia stato un confronto alla pari, questo è certo. Poi successivamente ha assunto una posizione dialogante comprensiva. Quel che non capisco è il post che ha scritto il giorno dopo (nel quale ha rimarcato che c’era chi voleva fare la “cresta”, e che sul dissenso su questo punto non si sarebbe sorvolato n.d.r. ). Quello, nei toni e nei contenuti, era un suo parere personale, non rappresentava la posizione del Movimento.
Insomma, ha posto male complessivamente i termini del confronto.
Ha detto anche che l’importo dei 5mila euro lordi era stato concordato insieme con noi. Ora, io sono d’accordissimo sulla somma, ma a noi è stato sottoposto un modulo da firmare nel momento della candidatura, prima non me ne aveva mai parlato nessuno.
Poi si era creata una maggiore sintonia.
Il disagio di molti deriva infatti da quel post. A me non è piaciuto, anche perché con noi il problema di fondo lui sembrava averlo capito. Ci sarebbe da chiedersi…
Cosa?
Bisognerebbe capire chi lo ha scritto.
Non lui?
Spesso lui firma, anche sul blog. Quel post non era firmato.
Un suggerimento: la Casaleggio&associati?
Non so, non voglio fare supposizioni. Il problema è che nei post può scrivere quello che vuole, ma non sempre può aspettarsi una condivisione totale. Anche con noi i modi erano sbagliati, non si può pensare di essere sempre su un palco, in campagna elettorale permanente. È normale che poi qualcuno assuma posizioni diverse.
A proposito, giovedì scorso in Parlamento era presente anche Filippo Pittarello, stretto collaboratore di Casaleggio. Cosa vi ha detto?
Ha fatto un discorso molto aziendalista, motivazionale. Ma il movimento non si può identificare con la Casaleggio&associati, siamo noi, non un’azienda. È come se Publitalia indirizzasse il Pdl, che poi magari è così, ma non possiamo scendere a questo livello. È vero che senza Grillo e Casaleggio non saremmo mai qui, sono due persone che stimo enormemente, ma dobbiamo iniziare anche a fare politica.
Spieghi “fare politica”.
Dopo quasi tre mesi non si sarebbe dovuto nemmeno parlare di diaria. La comunicazione andava gestita sui 42milioni di euro di rimborso ai quali abbiamo rinunciato e sulle indennità dimezzate. Bisognava trovare subito una destinazione – io vedo bene il Fondo nazionale per le politiche sociali, ma è un esempio fra tanti – e andare avanti. Anche sulla diaria: si decideva mesi fa un forfait da tenere e il resto lo si restituiva, quella poteva essere una delle soluzione possibili.
Dovevate chiudere prima la questione insomma.
Lo dico e lo sottolineo che dopo mesi non si può ancora non aver deciso sui soldi. In molti si stanno accorgendo che bisogna cambiare strategie e modo di fare.
Quanti?
Il trend è in aumento.
Scissioni all’orizzonte?
No, non credo proprio.
Qualcuno parla di una imminente implosione del Movimento.
Lasciateci fare politica, parleranno i fatti. Negli ultimi due mesi è stato tutto bloccato, ora si può iniziare a lavorare sul serio.
Che voto darebbe al M5s dal suo ingresso in parlamento.
Un sei. (Sorride). Politico.