Pensione a cinque stelle
16/05/2013 - Si corre ai ripari con la contribuzione volontaria, rendicontata e passata tramite rimborsi. Nel mentre si cercano soluzioni per chi non ha mai avuto una previdenza attiva e chi ha usufruito delle casse professionali
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Se il Caimano affila le armi, bisogna correre ai ripari. Tra leggi bavaglio in vista e qualche manifestazione bresciana di troppo rischiano di saltare i delicati equilibri di parlamento e governo. E se già l’inizio di questa legislatura sembra funesto si rischia il gruzzoletto della veneranda età. Ovvero i contributi previdenziali da deputato e senatore. Chi ha mollato fattorie, chi l’ufficio. Tutto per il MoVimento. Ma se si finisce prima dei cinque anni si rischia tutto. L’ipotesi ha preso piede nell’ultima assemblea 5 stelle e ha monopolizzato la sala per svariati minuti. Insomma lunedì sera sono state spese più parole per la pensione piuttosto che per la diaria.
LA NUOVA REGOLA - Dal 1° gennaio 2012 il trattamento pensionistico è basato sul sistema di calcolo contributivo, analogo a quello usato dai dipendenti pubblici. Il metodo è applicato integralmente ai deputati eletti dal 2012, mentre per i deputati in carica, nonché per i parlamentari rieletti, si applica un sistema pro rata, basato dalla somma della quota di assegno vitalizio maturato al 31 dicembre 2011, e di una quota corrispondente all’incremento contributivo negli ulteriori anni di mandato parlamentare esercitato. hanno diritto alla pensione a partire dai 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato parlamentare per almeno 5 anni effettivi. Per ogni anno di mandato in più, l’età necessaria diminuisce di un anno, fino ad un minimo (inderogabile) di 60 anni. A Montecitorio i parlamentari sono assoggettati al versamento di un contributo pari all’8,80 per cento dell’indennità parlamentare lorda. Non solo c’è la sospensione del pagamento della pensione qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale, sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale, ovvero sia nominato componente del Governo nazionale, assessore regionale o titolare di incarico istituzionale per il quale la Costituzione o altra legge costituzionale prevede l’incompatibilità con il mandato parlamentare. Inoltre la sospensione viene prevista in caso di nomina ad incarico che tocca l’incompatibilità con il mandato parlamentare.
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CHI SONO – Con il cambio riforma sono 186 nomi gli ex onorevoli senza pensione. Si parla di Luigi Lusi ex tesoriere Margherita, Massimo Calearo, Marco Follini, Franco Frattini, Marco Reguzzoni ex capogruppo Lega e Nicola Cosentino fatto fuori dalle “liste pulite” del Pdl. Vecchie facce (che avranno comunque un assegno di fine mandato) e nuove leve come l’attivissimo Andrea Sarrubbi tanto affezionato a Montecitorio con la sua attività di #opencamera.
LA SOLUZIONE – A dare certezze nelle inquietudini pentastellate è la persona di Girolamo Pisano, deputato M5S in commissione Bilancio. Per tutti Mimmo, esce dalla conferenza stampa post seduta. L’aula ha da poco ribadito i no agli emendamenti dei grillini sul decreto legge per il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione. Il timore di perdere tutto c’è. “E’ una certezza – precisa Pisano – sappiamo tutti che raramente le legislature nella storia della Repubblica Italiana si sono completate”. Occhialetti sul viso spiega: “Sicuramente i fondi che noi stiamo pagando alla Camera saranno fondi persi. Per cui chi aveva già un reddito, per via della cessazione di contribuzione nei relativi enti previdenziali rischia di avere un buco. Noi ci stiamo preoccupando di pagare questo buco con una contribuzione volontaria”. Insomma nulla di più elementare, senza aprire fondi da altre parti il rimedio pare presto fatto. “Nei dettagli – continua Pisano – in realtà è semplice, la contribuzione volontaria è un istituto previsto dagli enti previdenziali non è nient’altro che la richiesta di coprire questo buco volontariamente. L’ente previdenziale manda l’estratto conto e bisogna pagare. Ovviamente questo va rendicontato e va passato tramite i rimborsi”.
GLI OSTACOLI - Però i giovani 5 stelle sono tanti e c’è chi fra loro non ha la stessa posizione di un impiegato d’azienda decennale. “Mah – sorride – veramente ci sono dei problemi relativi a chi prima non aveva una previdenza attiva” spiega Pisano. Insomma chi non ha versato o non ha un reddito ora deve paradossalmente immaginarselo. “Queste persone – aggiunge – di fatto dobbiamo regolarle in base a un reddito. Bisogna ipotizzarlo. Quello che è certo che la contribuzione che paga sia la Camera sia quella che paghiamo noi sono soldi che vanno allo Stato. Vanno a coprire delle situazioni previdenziali personali ma non sono soldi che rimangono nelle nostre tasche”. Non solo il deputato ha dovuto analizzare anche casi specifici relativi a varie categorie professionali: “Ci sono dei problemi simili o anche leggermente più complicati da un punto di vista della risoluzione che riguarda invece le casse professionali, anche su quello stiamo cercando di trovare una quadra”.
1 commento:
Come gli altri, anzi più degli altri.
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