Grillo: “Sì a governo Pd-Pdl con riforma elettorale e taglio costi della politica”
Il leader del Movimento 5 Stelle si dice pronto a un'apertura, ma crede che Bersani e Berlusconi "stiano solo bluffando". Nel dibattito s'inserisce anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti: "Nessun accordo a scatola chiusa. Non votare la fiducia è un atto di coerenza, non di mancanza di responsabilità"
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Il Movimento 5 Stelle è disposto a sostenere un governo formato da Pd e Pdl se come prima misura approvasse una riforma elettorale e si impegnasse a tagliare i costi della politica: Beppe Grillo affida il suo pensiero al settimanale tedesco Focus. “Se Bersani e Berlusconi proponessero l’immediata modifica della legge elettorale, la cancellazione dei rimborsi elettorali e la durata massima di due legislature per ogni parlamentare, sosterremmo ovviamente subito un governo del genere”. Grillo dice però di non credere a questa ipotesi, poiché a suo avviso Pd e Pdl “non lo faranno mai, stanno solo bluffando per guadagnare tempo”.
Il sistema economico italiano, ricorda Grillo, è ormai al collasso e i fondi dello Stato basteranno per coprire le spese al massimo per i prossimi sei mesi: “Ai vecchi partiti do ancora sei mesi e poi è finita”, spiega il leader di M5S, sottolineando che “a quel punto non riusciranno più a pagare né le pensioni, né gli stipendi pubblici”. Grillo chiede che l’Italia tratti con l’Europa una rinegoziazione del suo debito pubblico: “Siamo schiacciati non dall’euro, ma dai nostri debiti, con 100 miliardi di euro all’anno di interessi siamo morti, non ci sono alternative”.
L’ex comico genovese ha paragonato la situazione dello Stato a quella di una società per azioni: “Se ho acquistato azioni di un’azienda e questa fa bancarotta”, ha spiegato, “allora ho avuto sfortuna. Ho rischiato e ho perduto”. A suo avviso, se le condizioni non dovessero cambiare, l’Italia dovrebbe uscire dall’euro e tornare alla lira. Il leader di M5S si rallegra poi del fatto di non avere preso ancora più voti di quelli che ha raccolto: “Saremmo stati forse un po’ preoccupati se avessimo ottenuto subito la maggioranza. Questa è stata solo la prova generale”.
Nell’acceso dibattito post elettorale s’inserisce anche Federico Pizzarotti. Il sindaco di Parma, uno dei principali esponenti del Movimento 5 Stelle - non foss’altro per il fatto di essere il primo cittadino di una città di quasi 200mila abitanti, la più grande tra quelle amministrate dal M5S – lancia un messaggio forte e chiaro dal proprio blog, ospitato dalla piattaforma dell’Huffington Post. Non servonoalleanze: secondo Pizzarotti per capire il Movimento basta leggere attentamente il programma e sottoscriverne i punti principali.
La chiave, per il sindaco, è la rinuncia ai rimborsi elettorali da parte del Partito democratico. Un atto di “forte discontinuità col passato”, la dimostrazione di essersi lasciati alle spalle una “ventennale stagione conservatrice”. Pizzarotti ribadisce che il Movimento non è intenzionato a stringere accordi “a scatola chiusa”. Nessuna promessa priva di garanzie, nessun giochetto tipico della vecchia politica. Una posizione che riprende quella del leader Beppe Grillo, con toni decisamente più pacati. La discussione, ribadisce Pizzarotti, “è sulle idee, non sulle ideologie”, ma il M5S è disponibile al confronto.
Il fatto di non voler votare la fiducia a un esecutivo guidato da Pier Luigi Bersani è, per Pizzarotti, un atto di coerenza, non di mancanza di responsabilità. Quel che è mancato alla vecchia politica è stata la capacità di rinnovarsi: ora, ribadisce Pizzarotti, è tardi per cercare “improbabili accordi”. Serve un “grande passo di umiltà e coraggio” da parte dei partiti, incapaci in passato di mantenere le promesse fatte: dalla riduzione dei costi della politica, alla formulazione di una nuova legge elettorale. Hanno avuto la possibilità, ricorda il sindaco, ma hanno fallito “completamente l’obiettivo”.
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