Primo: salvarsi dagli imbonitori
di Enzo Arcuri
Dopo la lunga, strana ed insolitamente aspra campagna elettorale, l’elettorato, soprattutto l’esercito degli indecisi (ma non solo), si interroga su quanto ha ascoltato e visto, in larga parte in tv e solo marginalmente in piazza, per potere esprimere fra poche ore un voto, ragionevolmente il più consapevole e maturo possibile. Certamente è una scelta mai come adesso impegnativa perché si tratta di segnare la fine di un ciclo e l’avvio di una nuova e più delicata fase della vicenda politica, economica e sociale del paese. Ed è anche una scelta difficile fra promesse molto allettanti (ed irrealizzabili) e il diluvio delle critiche a tutto campo e verso la “qualunque” del leader-non leader del Movimento cinque stelle.
Berlusconi questa volta ha superato se stesso: non solo promette di abolire l’Imu sulla prima casa ma anche di restituire l’imposta versata nel 2012. Lo ha ripetuto in maniera ossessiva in tutte le sue innumerevoli apparizioni televisive (da un mese imperversa su tutte le reti ed alla radio, in ogni ora del giorno e della notte) e lo ha scritto in una lettera inviata a milioni di elettori, un autentico imbroglio, che ha ingannato molti pensionati inducendoli a recarsi presso gli sportelli dei patronati per ottenere il rimborso dell’Imu. Confidando sulla buona fede della gente il Cavaliere spera di ottenere lo stesso risultato di cinque anni fa, quando annunciando l’abolizione dell’Ici sulla prima casa convinse gli italiani a mandarlo a Palazzo Chigi a capo di un governo che ha clamorosamente fallito, portando il paese sull’orlo del baratro e costringendo poi il governo tecnico di Mario Monti a varare provvedimenti lacrime e sangue. E così l’altra sera nel salotto di Bruno Vespa, a Porta a Porta, puntando la telecamera, ha chiesto il voto riproponendo la promessa della restituzione dell’Imu. Per il leader del Pdl gli italiani dovrebbero votare il centro destra solo per questo, a conferma di una concezione singolare del rapporto con l’elettorato, un rapporto di voto di scambio, tu mi voti io ti restituisco l’Imu, cioè i tuoi soldi.
Come avvertiva venti anni fa Indro Montanelli, gli italiani hanno avuto modo di conoscere e valutare il cavaliere di Arcore e la sua incapacità di governare un paese complesso come l’Italia e questa volta non dovrebbero cadere nella trappola delle sue promesse da marinaio. Al populismo sfacciato di Berlusconi fa da contraltare quello più insidioso del comico di Genova che con il suo movimento cinque stelle è accreditato di un buon risultato elettorale con un centinaio e passa di seggi parlamentari.
Il problema è che gli elettori non conoscono né la faccia né la voce di questi grillini. A parlare ed urlare nelle piazze della penisola è stato in queste settimane Beppe Grillo, leader non leader del movimento che ha evitato confronti ed interviste ed ha impedito ai suoi candidati di andare in tv e di confrontarsi con l’elettorato. Per cui gli elettori di Cinque Stelle esprimerannoun voto al buio: accettando il messaggio elettorale di Grillo, mandano in parlamento degli illustri sconosciuti, peraltro anche completamente inesperti di pubblica amministrazione e di regole parlamentari. Un altro bel pasticcio. E’ proprio vero che si conclude una strana e paradossale campagna elettorale, che rischia di consegnare al paese un risultato politicamente contradditorio. Evidentemente un rischio che va evitato con un voto responsabile e consapevole, che rifiuta le facili promesse e i luoghi comuni di un populismo da palcoscenico ed è indirizzato a determinare una svolta radicale della politica italiana. Che deve essere “salvata” dagli imbonitori ed affidata ad una classe dirigente seria, competente e pulita.
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