venerdì 1 marzo 2013

E adesso Il generale Giuseppe Pound invece di continuare a raccontare balle ci dica come governa e come risolve questi problemi. Ma in particolare inizi a spiegare dove trova i soldi per fare tutte le cose che ha promesso durante la campagna elettorale.


Conti pubblici/ Va malissimo: Pil -2,4%, debito record. E in Italia i senza lavoro sono 3 milioni

Venerdì, 1 marzo 2013 - 12:22:00

 
ministero economia180
Che in Italia l'economia andava molto male, più o meno, lo si sapeva. E' impressionante, però, leggere uno dopo l'altro i dati macro ufficiali sul nostro Paese che l'Istat ha snocciolato in un autentico bollettino di guerra: nel 2012 il Pil si è contratto del 2,4% a un livello appena superiore a quello del 2000 con una riduzione dello 0,8% sul 2011, i consumi segnano un calo del 3,9% su anno, con la spesa delle famiglie a -4,3%; gli investimenti fissi lordi crollano dell'8%. Unica componente in aumento l'export con +2,3%, mentre anche l'import scende del 7,7%.
Altra nota dolente il debito/Pil, visto che il denominatore fa marcia indietro: il rapporto che conta ai fini di Maastricht è schizzato al livello record del 127%, ai massimi dall'inizio delle serie storiche iniziate nel 1990, mancando l'obiettivo prefissato dal governo di quota 126,4%(meglio invece delle previsioni dell'Ue al 127,1%): l'avanzo primario è salito al 2,5% sul Pil dall'1,2% del 2011 (recuperando il livello del 2008) da 18,5 miliardi del 2011 a oltre 39 miliardi.

Record anche per la pressione fiscale che tocca i massimi dal 1990, fattore che deprime ulteriormente la domanda e l'offerta: nel 2012 ha raggiunto il 44% rispetto del Pil. Nel 2011 era al 42,6% come nel 2010 e nel 2008, mentre nel 2009 era al 43%. Le entrate correnti sono aumentate del 3,1%, con le imposte dirette e indirette inasprite del 5,2%.
La congiuntura maledetta si riflette sul mercato del lavoro, ultimo step della cinghia di trasmissione recessiva. Se non c'è domanda e produrre, oltretutto, costa tanto, le aziende giocoforza lasciano a casa i lavoratori chiudendo o in un disperato tentativo di comprimere i costi per far quadrare i conti. E così a gennaio il numero dei disoccupati è volato a gennaio fino a sfiorare i 3 milioni con un aumento su dicembre di 110mila unità (+3,8%).
Ancora più pesante il conto su base annua: i senza lavoro sono oltre mezzo milione di persone in più (554mila unità) con un aumento del 22,7% e il tasso di disoccupazione è salito all'11,7%: il più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e dall'avvio di quelle trimestrali, dal quarto trimestre 1992. Ancora una volta, però, a pagare il prezzo più pesante sono i giovani tra i 15 e i 24 anni: il 38,7% è senza lavoro con punte che al Sud superano il 50%, contro il 29,7% del Nord e il 39,3% al Centro.

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