Elezioni: chi salvera' l'Italia?
I commenti della stampa europea
Milano - A poche ore dal voto è ancora una volta la copertina del settimanale "The Economist" a fare il punto della situazione sull'Italia e a lanciare un sondaggio tra i lettori per cercare di capire gli umori all'estero sulla nostra situazione politica e finanziaria.
La scelta di pubblicare in copertina la Torre di Pisa, lo storico monumento così bello ma perennemente in bilico la dice lunga su quello che gli "europei" pensano delle nostre elezioni e sulle aspettative del futuro governo.
Secondo il settimanale "The Economist" gli italiani domani dovranno scegliere tra "il buono" Mario Monti, "il cattivo" Silvio Berlusconi e il "globalmente accettabile" Pierluigi Bersani sottolineando inoltre che "in ogni caso, la decisione influirà non solo sull'Italia".
Il Financial Times che in un editoriale di qualche mese fa sosteneva il "Monti-bis" dichiarando che l'Italia ci avrebbe guadagnato visto che "la scelta politica offerta era inadeguata" a poche ore dal voto cambia opinione e dichiara che "Monti non è l'uomo giusto per governare l'Italia".
Il Financial Times prosegue: "Monti ha provato a introdurre riforme strutturali modeste finendo per aumentare le tasse. Ha iniziato come tecnico ed è emerso come un duro politico" per finire con questa frecciatina sul calo dello spread: "Tutti sanno che Monti è legato a un altro Mario, a Draghi".
Ma il Financial Times ha parole dure anche per il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo che "aumenterà sicuramente il rischio di ingovernabilità del paese"
Anche il Pais, in Spagna, parla di coalizioni impossibili in Italia e teme Beppe Grillo e i suoi messaggi "anti-sistema" così come ritiene che Silvio Berlusconi sarebbe pronto a portare avanti una politica populista e anti-europea.
Pur sfogliando diversi quotidiani e settimanali esteri è quasi impossibile trovare commenti favorevoli o sfavorevoli nei confronti del leader del Pd, Gianluigi Bersani. Il motivo è semplice: già a suo tempo Bersani venne preso di mira per le sue "primarie taroccate".
Solo "The Economist" gli dedica qualche riga e liquida l'argomento mettendo in risalto ancora una volta Silvio Berlusconi: "il Partito Democratico, si è dimostrato incapace di ringiovanire la sua leadership e liberarsi del clientelismo che affligge la politica italiana. Il Pd è fortemente influenzato da due uomini, Massimo D'Alema e Walter Veltroni, che hanno sempre avuto, come Berlusconi, posizioni di rilievo a partire dalla metà degli anni 1990. Il leader del partito, Pierluigi Bersani, è un uomo gradevole e capace ma a lui sembra mancare l'ingrediente magico che permette ai politici di sfondare in un elettorato più ampio.
"Ma questo non è il suo unico problema" prosegue The Economist: "i sondaggi suggeriscono che la popolarità di Silvio Berlusconi sia anche il prodotto dellacampagna distruttiva del Pd nei suoi confronti che ha passato il suo tempo a dar contro al leader del Pdl al posto di attuare una seria opposizione".
A questo punto: chi salverà l'Italia?
La scelta di pubblicare in copertina la Torre di Pisa, lo storico monumento così bello ma perennemente in bilico la dice lunga su quello che gli "europei" pensano delle nostre elezioni e sulle aspettative del futuro governo.
Secondo il settimanale "The Economist" gli italiani domani dovranno scegliere tra "il buono" Mario Monti, "il cattivo" Silvio Berlusconi e il "globalmente accettabile" Pierluigi Bersani sottolineando inoltre che "in ogni caso, la decisione influirà non solo sull'Italia".
Il Financial Times che in un editoriale di qualche mese fa sosteneva il "Monti-bis" dichiarando che l'Italia ci avrebbe guadagnato visto che "la scelta politica offerta era inadeguata" a poche ore dal voto cambia opinione e dichiara che "Monti non è l'uomo giusto per governare l'Italia".
Il Financial Times prosegue: "Monti ha provato a introdurre riforme strutturali modeste finendo per aumentare le tasse. Ha iniziato come tecnico ed è emerso come un duro politico" per finire con questa frecciatina sul calo dello spread: "Tutti sanno che Monti è legato a un altro Mario, a Draghi".
Ma il Financial Times ha parole dure anche per il leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo che "aumenterà sicuramente il rischio di ingovernabilità del paese"
Anche il Pais, in Spagna, parla di coalizioni impossibili in Italia e teme Beppe Grillo e i suoi messaggi "anti-sistema" così come ritiene che Silvio Berlusconi sarebbe pronto a portare avanti una politica populista e anti-europea.
Pur sfogliando diversi quotidiani e settimanali esteri è quasi impossibile trovare commenti favorevoli o sfavorevoli nei confronti del leader del Pd, Gianluigi Bersani. Il motivo è semplice: già a suo tempo Bersani venne preso di mira per le sue "primarie taroccate".
Solo "The Economist" gli dedica qualche riga e liquida l'argomento mettendo in risalto ancora una volta Silvio Berlusconi: "il Partito Democratico, si è dimostrato incapace di ringiovanire la sua leadership e liberarsi del clientelismo che affligge la politica italiana. Il Pd è fortemente influenzato da due uomini, Massimo D'Alema e Walter Veltroni, che hanno sempre avuto, come Berlusconi, posizioni di rilievo a partire dalla metà degli anni 1990. Il leader del partito, Pierluigi Bersani, è un uomo gradevole e capace ma a lui sembra mancare l'ingrediente magico che permette ai politici di sfondare in un elettorato più ampio.
"Ma questo non è il suo unico problema" prosegue The Economist: "i sondaggi suggeriscono che la popolarità di Silvio Berlusconi sia anche il prodotto dellacampagna distruttiva del Pd nei suoi confronti che ha passato il suo tempo a dar contro al leader del Pdl al posto di attuare una seria opposizione".
A questo punto: chi salverà l'Italia?
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