domenica 24 febbraio 2013

Paolo Rossi: questo si che è un grande comico. Una sua riflessione intelligente.Come sempre. Altro che Generale Giuseppe Pound.


PAOLO ROSSI/ “Grillo ruba il mestiere a Berlusconi. La censura? Aumenta vendite di libri e gli spettatori.”

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Interviste Interviste
Scritto da Redazione Infiltrato.it
Lunedì 04 Febbraio 2013 00:00

Un irriducibile Paolo Rossi, in tour con il nuovo spettacolo L’amore è un cane blu si racconta in un’intervista esclusiva a MAX, da giovedì 7 febbraio in edicola, su iPad e online sumax.gazzetta.it.


«Ho sempre detto che Berlusconi mi rubava il mestiere, ora Grillo ruba il mestiere a Berlusconi... Ho molto stimato Beppe come persona e come comico. Nella vita abbiamo fatto scelte diverse, ma credo che abbiamo un destino comune, segnato da un ostacolo: è molto improbabile che lui torni a fare il comico ed è impossibile che io fondi un partito. Non ho le physique du rôle dell’eroe».
Sanremo e le elezioni: «Qui si vede come l’Italia sia un Paese strano. Pensate com’è difficile spiegare a un francese o a un australiano che volevano spostare il festival di Sanremo per la Littizzetto, per motivi elettorali... È impossibile: non capirebbero e, forse, non lo capiamo più nemmeno noi italiani. Le elezioni, soprattutto qui, sono un grande show da non prendere sul serio. Il motto nazionale dovrebbe essere: ‘Libero stato in libero show’».
paolo_rossi_intervistaLa censura: «Era il 2003 e RaiUno mi aveva chiesto di fare un intervento a Domenica In. Non volevo fare il trasgressivo a tutti i costi e così ho pensato che il pezzo di Tucidide sulla democrazia fosse perfetto per il momento storico che stavamo vivendo. Ma credo che i dirigenti Rai abbiano scambiato Tucidide per un cabarettista ateniese di estrema Sinistra e così sono rimasto a casa».
Generazioni perdute: «La censura peggiore in questi ultimi vent’anni non l’abbiamo pagata noi attori di satira, perché ogni volta che ci attaccano aumentano le vendite dei nostri libri e gli spettatori a teatro. L’hanno subita le nuove generazioni, una censura preventiva che le ha azzittite prima ancora che iniziassero a esprimersi. E così, un paio di quelle generazioni ormai le abbiamo perse».
L’amore e la politica: «Se uno non si comporta bene in amore, che sia per un cane, per un amico, per un uomo o una donna, non è in grado di comportarsi bene nemmeno nella vita pubblica. Ecco allora che uno spettacolo sull’amore diventa uno spettacolo politico perché parla della nostra vita, dei nostri atteggiamenti verso gli altri. Cerca di aprire una breccia nella resistenza al riappropriarci della nostra vita».
Calcio, che passione: «Il golf è un gioco, l’atletica è uno sport e il calcio è una metafora della vita. Ognuno sceglie il personaggio che più gli si avvicina. Per me sono i calciatori di talento che giocano bene una partita sì e tre no, guidati solo dall’estro. Come Beccalossi, Recoba, Vendrame, di cui non si ricorda nessuno ma che io ricordo benissimo. A Cassano potrei dedicare un’ode. È uno che magari ricorda con più piacere quando giocava in cortile con gli amici che non una grande partita disputata col Real Madrid. Lui è uno dei pochi rimasti che ha ancora la passione».

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