sabato 2 marzo 2013

Adesso Grillo li manda a studiare. Ma come diceva sempre mio padre "quando manca la materia grigia è difficile ottenere risulltati. Se uno nasce asini anche con la laurea è sempre asino". E mio padre aveva la quinta elementare.


IL DEPUTATO GRILLINO VIENE INTERVISTATO E “CADE” SULL’ARTICOLO 94Scritto da   Venerdì, 01 Marzo 2013 19:19
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Carlo Sibilia
Proprio ieri ho pubblicato questo accorato appello al buon Beppe Grillo ed in generale alle colleghi: basta mettere il comico e le sue dichiarazioni perennemente in vetrina. Lui è stato votato? No. E’ un capo partito alla vecchia maniera? No. E’ fuori dal Parlamento? Si. Può quindi dettare la linea politica del movimento con una furbesca manovra che di nuovo ha molto poco e di odioso tanto? La risposta, ancora una volta, è no.
E quindi? Cosa si fa? Come suggerivo si lascia perdere il comico genovese (che tanto i giornalisti italiani li odia tutti) e ci si dedica un po’ a coloro che sono stati votati ed eletti, ovvero i nuovi deputati e senatori del Cinque Stelle. Il tema, caldissimo, è quello della fiducia da dare o meno alla risicatissima maggioranza del Pd e quindi al probabile PremierPier Luigi Bersani. A rispondere citando (malissimo) l’articolo 94 della Costituzione e reinventandolo in maniera piuttosto creativa è il neodeputato 27enne Carlo Sibilia.
L’irpino, laureato con una tesi sperimentale presso “Universitat de Barcelona” al Dipartimento di Biochimica e Biologia molecolare, è stato infatti intervistato dal portaleUrbanpost e ha inteso chiarire a suo modo e secondo sua conoscenza che: “Per quanto riguarda la fiducia l’art. 94 parla chiaro: non è scritto da nessuna parte che il Governo debba dimettersi se non ottiene la fiducia di una o entrambe le camere”.
Ora non serve un grande costituzionalista per comprendere fin da subito l’errore marchiano nel quale è inciampato il nuovo onorevole. Secondo l’articolo 94, infatti,
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione
Sibilia ha estrapolato il quarto comma, che come evidente si riferisce esclusivamente ad una proposta specifica presentata dal Governo, e l’ha completamente stravolto, autoconvincendosi che il principio fosse valido anche in senso generale e che, per non si sa quale nesso logico-costituzionale, un Esecutivo potesse formarsi anche senza la fiducia ottenuta da entrambe le Camere. 
Ora come al solito spunteranno diversi individui dotati in un quoziente pari a quello di un gerbillo che ci terranno a sbraitare il consueto benaltrismo alla “eh ma gli altri parlamentari sono peggio”. La risposta a questa ridicola e sciocca considerazione dovrebbe essere sempre e solo una:”Certamente, lo sappiamo bene e per questo abbiamo votato per il Movimento”. In questo senso, tra l’altro, è gravissimo che chi deve votare in Parlamento non conosca regole costituzionali così importanti.

COME SARA' SCELTO L'EVENTUALE NUOVO PREMIER A CINQUE STELLE?
Altro nodo importante e poco chiaro riguarda poi l’elezione dell’eventuale premier a Cinque Stelle. Chi sarà? Grillo è da escludere assolutamente. Come si deciderà dunque? Sibilia in questo senso cita le parlamentarie:”Non sarà Grillo il premier. Non abbiamo ancora discusso nel dettaglio, ma di sicuro lo faremo a strettissimo giro. Io immagino che come abbiamo organizzato le ‘parlamentarie’ in pochissimo tempo faremo lo stesso per il portavoce Presidente del consiglio. A mio avviso i candidati saranno gli eletti”. Il punto però è che il sistema di votazione per le Parlamentarie non è proprio campione di trasparenza. Tutto è infatti gestito da un’azienda privata (la Casaleggio s.r.l.) sulla quale non c’è alcun controllo pubblico. E se si è (giustamente) tanto attenti quando si tratta di elezioni “tradizionali”, esigere massima chiarezza anche per quanto riguarda i voti raccolti online sarebbe il minimo da parte non solo dei grillini ma di tutti gli italiani. Chi garantisce infatti che le votazioni non siano manipolate per far salire candidati favoriti da Casaleggio? Chi vigila sulla regolarità di tutto il procedimento? Strano che la base movimentista non si sia posta questo importante problema. Strano poi che in quanto a conoscenza delle leggi costituzionali e parlamentari, fino ad ora, gli eletti a Cinque Stelle non sia siano dimostrati tanto più preparati dei loro poco onorevoli predecessori.
AMPI MARGINI DI MIGLIORAMENTO
Ma il movimento ha ampi margini di miglioramento e, di sicuro, chi lo compone dimostra grande entusiasmo e forza di volontà. Ricordiamoci però che l’onestà è anche e in taluni casi soprattutto intellettuale e che ora è dovuta a tutti i cittadini italiani e non solo a coloro che, localmente, hanno appoggiato i ragazzi sponsorizzati da Grillo. Ergo, quando si commettono simili strafalcioni, invece di urlare i soliti sloganucci da gonzi che accuso chi li sottolinea di essere “venduto”, “fazioso” e/o “pagato dal Pd”, sarebbe opportuno correggersi e chiedere scusa. Anche questa, ad umile avviso dello scrivente, sarebbe una bella rivoluzione culturale.

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