Prese un solo voto alle comunali
ora è deputata con Beppe Grillo
La singolare parabola di Vincenza Labriola, 32enne di Taranto, che corse con il movimento 5 Stelle anche nel maggio dell'anno scorso per il rinnovo della giunta. Eletto anche l'ex candidato sindaco del suo schieramento: erano all'1,68, ora hanno realizzato 27,7 per cento
Ci si può presentare alle elezioni comunali con la lista di Beppe Grillo e prendere solo un voto di preferenza, e poi, nel giro di pochi mesi, presentarsi alla Camera col Movimento 5 stelle ed essere eletta deputata: è la singolare storia di Vincenza Labriola, 32enne tarantina, casalinga, sposata e "mamma a tempo pieno" come si definisce. Oggi la neo deputata festeggia il primo compleanno di una delle sue due figlie mentre l'altra ha poco più di due anni e mezzo.
"Ho scelto di rimanere a Taranto per amore della mia città - racconta la neoparlamentare - mi sono impegnata col movimento di Grillo perchè Taranto ha bisogno di persone che si mettano in gioco, che si impegnino, altrimenti la situazione già critica di Taranto si complicherà". E forse un'indicazione di questo suo voler guardare ai temi della città, la si poteva cogliere anche nel titolo della tesi di laurea in Scienze della comunicazione presentata qualche anno fa: "Lo sviluppo dell'arco jonico". E se gli si chiede com'è possibile, al di là dei diversi meccanismi elettorali, ritrovarsi a Montecitorio quando alle elezioni comunali di maggio 2012 si è preso soltanto un voto di preferenza, Labriola ricorda che "in quelle settimane non ho praticamente fatto campagna elettorale. Attendevo Virginia, la mia bambina, le mie preoccupazioni erano tutte concentrate su altro".
Con Vincenza Labriola, Taranto manda alla Camera anche un altro deputato di Cinque Stelle, il movimento che complessivamente
in città ha conquistato il 27,71 per cento delle preferenze attestandosi come primo partito: è Alessandro Furnari. Anche lui non nuovo alla scena politica perchè a maggio 2012 Furnari si presentò come candidato sindaco di Taranto. Prese però solo l'1,68% dei voti (M5S non elesse nemmeno un consigliere comunale) in una battaglia che vide arrivare al rush finale del ballottaggio solo il sindaco uscente, Ezio Stefàno, vicino a Sel, e capo di una coalizione di centrosinistra, e Mario Cito, figlio dell'ex sindaco e deputato Giancarlo, a capo di uno schieramento di centrodestra. Vinse Stefàno, al suo secondo mandato da sindaco di Taranto. Non arrivò al ballottaggio nemmeno Angelo Bonelli, il leader dei Verdi che a Taranto, lanciandosi in una dura e intensa battaglia ambientalista, a partire proprio dall'Ilva, si era candidato sindaco. Bonelli ha ritentato l'avventura col Parlamento candidandosi con Rivoluzione civile di Ingroia (era al terzo posto nella lista) e rilanciando sempre i temi dell'ambiente e dell'Ilva anche perchè dalle comunali ad oggi ha fatto irruzione sulla scena tutta la vicenda giudiziaria col sequestro degli impianti e l'arresto di tre componenti della famiglia Riva. Ma alla Camera, a Taranto città, Rivoluzione Civile ha preso il 6,32%, un risultato migliore rispetto alla media generale ma insufficiente, e comunque un anno fa il cartello che portava Bonelli candidato sindaco raggiunse il 12%, segno di un consenso del mondo ambientalista che nel frattempo si è evidentemente riorientato su altri lidi.
(27 febbraio 2013)© RIPRODUZIONE RISERVATA
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