Strage Parigi, trovata auto usata dal commando: attentatori in fuga
Tre Kalashnikov sulla Seat Leon abbandonata dai terroristi dell'Is. Nuovi fermi tra i familiari dell'attentatore francese identificato. Falso il passaporto siriano ritrovato vicino al corpo di uno dei kamikaze. Il Papa: "Una bestemmia utilizzare il nome di dio per violenza e odio"
PARIGI - Un'auto utilizzata dal commando che ha compiuto le stragi di venerdì sera a Parigi è stata trovata nella banlieue - la periferia - della capitale francese. E' una Seat Leon usata dai terroristi e abbandonata a Montreuil, a Seine-Saint-Denis. A bordo tre fucili Kalashnikov. Il ritrovamento fa ipotizzare la presenza di attentatori o complici ancora in fuga. L'indagine sta ricostruendola dinamica e l'identità del gruppo di almeno sette persone - tra cui forse anche una donna - che sono entrate in azione in contemporanea in vari punti del X e XI arrondissment parigino e nel teatro Bataclan nel pieno di un concerto rock, facendosi saltare in aria e aprendo il fuoco, facendo 129 vittime e centinaia di feriti. Le vittime finora identificate sono 103, una trentina ancora i cadaveri in attesa di riconocimento.
Il Papa all'Angelus. "Utilizzare il nome di Dio per giustificare la strada della violenza e dell'odio è una bestemmia". E' il monito di papa Francesco che, dopo la recita dell'Angelus, in piazza San Pietro, è tornato a condannare gli attentati di Parigi, atti che - per il Pontefice - rappresentano un "inqualificabile affronto alla dignità della persona umana". "Tanta barbarie ci lascia sgomenti - aggiunge il Papa - e ci si chiede come possa il cuore dell'uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti, non si può non condannare l'inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Voglio riaffermare con vigore - ammonisce - che la strada della violenza e dell'odio non risolve i problemi dell'umanità!".
Le indagini. Dopo il padre ed il fratello la polizia francese ha arrestato in totale sei membri della famiglia del kamikaze francese venerdì sera alla sala concerti Bataclan il 29enne Omar Ismail Mostefai. Aveva compiuto crimini comuni prima di convertirsi all'islam radicale. Mostefai è stato identificato grazie all'impronta digitale del dito indice, unica porzione del suo corpo rimasta intatta dopo che ha azionato il giubbotto esplosivo che celava sotto i vestiti. Nato il 21 novembre 1985 nel povero sobborgo parigino di Courcouronnes, Mostefai è stato condannato per 8 reati non gravi tra il 2004 ed il 2010 ma non ha mai passato un giorno in cella. Era schedato come integralista, ma non era monitorato.
Valeria Solesin, il cordoglio di Gino Strada. "Ciao Valeria, grazie. Anche lei tra le vittime del terrorismo che ha sconvolto Parigi. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e apprezzarla da volontaria di Emergency, prima a Venezia e poi a Trento. A lei un pensiero commosso e un abbraccio fraterno a tutti i suoi cari". Lo ha scritto su Facebook Gino Strada, fondatore di Emergency, facendo riferimento a Valeria Solesin, la studentessa italiana che sarebbe stata uccisa negli attentati di Parigi. Mancano ancora, tuttavia, conferme ufficiali della morte della donna.
LEGGI La ragazza italiana potrebbe essere morta
Mostefai era stato in Algeria. Gli inquirenti stanno cercando di trovare conferme che Mostefaï sia stato in Siria nel 2014. "E' follia, è un delirio, ieri ero a Parigi e ho visto che cosa terribile è successa", ha detto poco prima dell'arresto il fratello di Mostefai, 34 anni. Da fonti dell'emittente televisiva Rtl, emerge che Mostefaï fosse stato in Algeria. "Anche se avevo rotto i ponti con lui per una serie di questioni familiari - ha detto ancora il fratello - , non avrei mai immaginato che avesse mai potuto fare una scelta di questo tipo. Era partito per fare ritorno al suo paese, in Algeria, con la sua famiglia e la sua bambina. Da quel momento non ho più avuto suo notizie". Nell'intervista l'uomo ha dichiarato di non sapere nulla neanche dei suoi due altri fratelli. "Ho telefonato a mia madre - ha detto - sembra che non sappia nulla anche lei".
Il secondo sospetto. Come riportato da Repubblica oggi, il passaporto di Ahmad Almohammad, un siriano arrivato in Serbia ad ottobre, è stato trovato sul cadavere di un altro kamikaze. Ma molto probabilmente si tratta di un documento falso. "Il documento non contiene i numeri corretti per un passaporto legittimo e la foto non coincide con il nome", affermano fonti dei servizi segreti alla Cbs. L'uomo, secondo il settimanale serbo Blic, sarebbe transitato in Europa insieme a gruppi di profughi siriani sbarcati sull'isola greca di Leros il 3 ottobre scorso. Poi è passato in Serbia e in Croazia prima di arrivare in Francia. E' invece intestato a uno dei feriti il passaporto egiziano in un primo momento attribuito a un membro del commando.
IL LIVEBLOG DELLA GIORNATA
Il Papa all'Angelus. "Utilizzare il nome di Dio per giustificare la strada della violenza e dell'odio è una bestemmia". E' il monito di papa Francesco che, dopo la recita dell'Angelus, in piazza San Pietro, è tornato a condannare gli attentati di Parigi, atti che - per il Pontefice - rappresentano un "inqualificabile affronto alla dignità della persona umana". "Tanta barbarie ci lascia sgomenti - aggiunge il Papa - e ci si chiede come possa il cuore dell'uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti, non si può non condannare l'inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Voglio riaffermare con vigore - ammonisce - che la strada della violenza e dell'odio non risolve i problemi dell'umanità!".
Le indagini. Dopo il padre ed il fratello la polizia francese ha arrestato in totale sei membri della famiglia del kamikaze francese venerdì sera alla sala concerti Bataclan il 29enne Omar Ismail Mostefai. Aveva compiuto crimini comuni prima di convertirsi all'islam radicale. Mostefai è stato identificato grazie all'impronta digitale del dito indice, unica porzione del suo corpo rimasta intatta dopo che ha azionato il giubbotto esplosivo che celava sotto i vestiti. Nato il 21 novembre 1985 nel povero sobborgo parigino di Courcouronnes, Mostefai è stato condannato per 8 reati non gravi tra il 2004 ed il 2010 ma non ha mai passato un giorno in cella. Era schedato come integralista, ma non era monitorato.
Valeria Solesin, il cordoglio di Gino Strada. "Ciao Valeria, grazie. Anche lei tra le vittime del terrorismo che ha sconvolto Parigi. Abbiamo avuto la fortuna di conoscerla e apprezzarla da volontaria di Emergency, prima a Venezia e poi a Trento. A lei un pensiero commosso e un abbraccio fraterno a tutti i suoi cari". Lo ha scritto su Facebook Gino Strada, fondatore di Emergency, facendo riferimento a Valeria Solesin, la studentessa italiana che sarebbe stata uccisa negli attentati di Parigi. Mancano ancora, tuttavia, conferme ufficiali della morte della donna.
LEGGI La ragazza italiana potrebbe essere morta
Mostefai era stato in Algeria. Gli inquirenti stanno cercando di trovare conferme che Mostefaï sia stato in Siria nel 2014. "E' follia, è un delirio, ieri ero a Parigi e ho visto che cosa terribile è successa", ha detto poco prima dell'arresto il fratello di Mostefai, 34 anni. Da fonti dell'emittente televisiva Rtl, emerge che Mostefaï fosse stato in Algeria. "Anche se avevo rotto i ponti con lui per una serie di questioni familiari - ha detto ancora il fratello - , non avrei mai immaginato che avesse mai potuto fare una scelta di questo tipo. Era partito per fare ritorno al suo paese, in Algeria, con la sua famiglia e la sua bambina. Da quel momento non ho più avuto suo notizie". Nell'intervista l'uomo ha dichiarato di non sapere nulla neanche dei suoi due altri fratelli. "Ho telefonato a mia madre - ha detto - sembra che non sappia nulla anche lei".
Il secondo sospetto. Come riportato da Repubblica oggi, il passaporto di Ahmad Almohammad, un siriano arrivato in Serbia ad ottobre, è stato trovato sul cadavere di un altro kamikaze. Ma molto probabilmente si tratta di un documento falso. "Il documento non contiene i numeri corretti per un passaporto legittimo e la foto non coincide con il nome", affermano fonti dei servizi segreti alla Cbs. L'uomo, secondo il settimanale serbo Blic, sarebbe transitato in Europa insieme a gruppi di profughi siriani sbarcati sull'isola greca di Leros il 3 ottobre scorso. Poi è passato in Serbia e in Croazia prima di arrivare in Francia. E' invece intestato a uno dei feriti il passaporto egiziano in un primo momento attribuito a un membro del commando.
IL LIVEBLOG DELLA GIORNATA
Nessun commento:
Posta un commento