Parigi, caccia a commando di terroristi
Fermati padre e fratello del kamikaze francese
Pubblicato il: 15/11/2015 11:04
Uno dei commando coinvolti negli attentati di Parigi è riuscito a darsi alla fuga: gli inquirenti ne hanno ormai la certezza dopo il ritrovamento questa mattina di una seconda auto dei terroristi, usata nelle sparatorie compiute nei bar e caffè del 10mo e 11mo arrondissement. Una Seat Leon nera - riporta il sito di Europe 1 - è stata ritrovata abbandonata a Montreuil, alla periferia della capitale. Nell'auto, rende noto Le Figaro, sono stati trovati tre fucili Kalashnikov.
Le forze dell'ordine erano sulle tracce dell'auto già da venerdì sera. Questo significa, si legge ancora, che dopo gli attacchi questo gruppo di terroristi ha abbandonato la città forse lasciando al passaggio un kamikaze, vicino Place de la Nation, quello che si è fatto esplodere nel caffè vicino al Boulevard Voltaire. Questo significa soprattutto - concludono - che gli assalitori hanno cambiato auto e proseguito la loro fuga, forse verso il Belgio.
Intanto sei persone vicine a Omar Ismaïl Mostefai, il kamikaze francese identificato come uno degli autori dell'attacco al Bataclan a Parigi, sono in stato di fermo. Tra questi figurano il padre e il fratello, oltre alla moglie di quest'ultimo. I fermi sono stati decisi per consentire di procedere a verifiche, frequenti in questo tipo di inchieste, sottolineano i media francesi.
CINQUE ARRESTI IN BELGIO - Mentre sono cinque le persone arrestate ieri nel comune belga di Molenbeek-Saint-Jean, a Bruxelles, in relazione agli attentati. Lo ha dichiarato oggi il sindaco della località, Françoise Schepmans. "Si può considerare che si tratta di una rete", ha aggiunto.
Gli arresti a Molenbeek "possono essere letti in relazione con una Polo grigia noleggiata in Belgio ritrovata davanti al Bataclan", ha dichiarato il ministro della Giustizia belga Koen Geens alla RTBF. "L'auto è stata noleggiata da un belga. Lo conoscevamo per il tramite del fratello", ha aggiunto, precisando che quest'ultimo era schedato.
BELGRADO: TITOLARE PASSAPORTO SIRIANO PASSATO PER LA SERBIA - Oggi il ministero dell'Interno di Belgrado ha annunciato che il titolare del passaporto siriano trovato vicino al corpo di uno degli attentatori di Parigi era entrato il 7 ottobre in Serbia dove aveva presentato domanda di asilo.
"Uno dei presunti terroristi, A.A., al quale si interessano i servizi di informazione francesi è stato registrato il 7 ottobre al posto di dogana di Presevo dove ha formalmente chiesto asilo", ha affermato in un comunicato. La dogana in questione è al confine con la Macedonia. "Verifiche hanno permesso di confermare che si tratta della persona identificata in Grecia il 3 ottobre. Non vi erano mandati di arresto di Interpol su questa persona", ha aggiunto il ministero.
SOSPETTO FERMATO IN GERMANIA NEGA ACCUSE - Il sospetto montenegrino arrestato la settimana scorsa in Germania con esplosivi e fucili Kalashnikov nella sua auto si rifiuta di rispondere alle domande sugli attacchi di Parigi e nega ogni accusa. Lo ha affermato oggi la polizia. "Vogliamo parlare degli attentati, ma lui non vuole parlare. Almeno non su questo tema", ha dichiarato un portavoce della polizia bavarese senza poter confermare se l'uomo sia o meno legato agli attacchi. Ieri le autorità avevano annunciato che nella macchina e sul GPS dell'uomo era stato trovato un indirizzo in Francia. Sempre nell'auto erano stati trovati 8 fucili d'assalto, tre armi a mano e dell'esplosivo. L'uomo, 51 anni, ha affermato di volersi recare in Francia per visitare la Tour Eiffel e di non essere a conoscenza della presenza di armi ed esplosivi nella sua auto.
BILANCIO VITTIME - Il premier francese Manuel Valls ha reso noto questa mattina che 103 delle 129 vittime degli attentati sono state identificate dalle autorità e ha parlato di un numero di persone compreso tra le 20 e le 30 ancora da identificare.
RIUNIONE STRAORDINARIA MINISTRI INTERNI UE - Come richiesto dal ministro degli Interni francese Bernard Cazeneuve, si terrà il 20 novembre a Bruxelles una riunione straordinaria del Consiglio giustizia e affari interni. Lo ha annunciato, a nome della presidenza lussemburghese dell'Ue, il vice premier e ministro degli Interni del Granducato, Etienne Schneider.
PADRE VALERIA SOLESIN: "DAL FIDANZATO HO APPRESO DELLA SUA MORTE" - "Mi pare di capire che Valeria sia morta già venerdì". A parlare all'Adnkronos è il padre di Valeria Solesin, la studentessa venezianadispersa da venerdì sera dopo l'attentato al Bataclan. "Non abbiamo avuto nessuna notizia dalla Farnesina - spiega il papà di Valeria - ma lo abbiamo appreso attraverso il fidanzato e gli amici che hanno seguito la vicenda lì a Parigi e avrebbero avuto notizie della sua morte".
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