venerdì 20 novembre 2015

La stessa posizione della Lega Nord. E d'altronde è come se fossero lo stesso partito.

Di Maio e la lotta all’Isis: “Via le sanzioni a Putin” (VIDEO) 

venerdì, 20 novembre 2015 
Luigi Di Maio (Youtube)
Luigi Di Maio (Youtube)
“Dobbiamo investire sempre di più in intelligence, solo così possiamo arrestare i terroristi prima che compiano un attentato come quello di Parigi, e contestualmente dobbiamo affamare l’Isis, farla morire di fame”, ad affermarlo è stato Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati ed esponente del Movimento Cinque Stelle, a Napoli dove ha partecipato alla cerimonia di apertura dell’anno accademico dell’Università Suor Orsola Benincasa, a proposito della lotta al terrorismo, dopo gli attentati di Parigi.
L’esponente del direttorio pentastellato ha quindi aggiunto: “Dobbiamo subito convocare un Consiglio degli affari esteri dell’Unione Europea e fare due cose: sanzionare i paesi che finanziano indirettamente l’Isis, come Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e anche la Turchia che al G20 finge di voler risolvere il problema, e poi una moratoria delle armi. È indecente che siano partite duecento bombe dalla Sardegna all’Arabia Saudita”.
Stessi concetti espressi da Di Maio anche nel corso della trasmissione ‘Piazza Pulita’, su La7, dove a proposito della psicosi terrorismo e dei tanti falsi allarme bomba di questi giorni, il vicepresidente della Camera ha evidenziato: “Io spesso ospito delle scuole in visita a Montecitorio. Negli ultimi giorni ci sono molte disdette, vale a dire che ci sono famiglie che non mandano nemmeno i loro figli a visitare la Camera. Dobbiamo chiederci se abbiamo forze dell’ordine o di intelligence capaci di contrastare la minaccia terrorismo. La risposta in questo momento è no”.
Di Maio punta su tre punti: la formazione, “non come l’ha fatta finora Alfano”; serve poi il reclutamento, “servono 10mila nuovi agenti, perché abbiamo un’età media nelle forze dell’ordine che è di 45 anni”; infine “occorre pure sull’intelligence, che prende agenti esperti. Abbiamo bisogno di più informatici e più tecnici. Per questo servono soldi” che al momento non ci sono. “Con un’intelligence più forte e coordinata a livello europeo, i terroristi di Parigi sarebbero stati fermati prima e non dopo”, rileva il vicepresidente della Camera.

Maggiori controlli alle frontiere

“Dobbiamo aumentare i controlli alle frontiere, perché Schengen ha abbassato di molto il nostro livello di guardia”, ha aggiunto Di Maio rispetto all’ipotesi di sospendere il trattato di Schengen, avanzata nei mesi scorsi anche da Beppe Grillo, spiegando: “Renzi dice che dobbiamo stare tranquilli, ma intanto è esploso il mercato dei passaporti falsi siriani. Oggi ci ritroviamo in Italia senza un’ambasciata siriana. Io voglio sapere chi è che ha il passaporto falso e occorre per questo un database europeo”.
Di Maio poi osserva: “Rafforzare i controlli alle frontiere non basta, come dimostra il fatto che i protagonisti degli attentati parigini avevano passaporti belgi e francesi, quindi è un fenomeno che abbiamo in casa, che dobbiamo contrastare con un lavoro di sicurezza e intelligence”. Il vicepresidente dell’Aula di Montecitorio poi spiega: “Nel G20 ci sono Paesi che hanno un atteggiamento ambiguo nei confronti dell’Isis. Come Unione Europea dobbiamo fare una moratoria sulle armi nei confronti di quei Paesi che finanziano l’Isis; poi si impongano sanzioni nei confronti di questi Paesi se non la smettono con questo atteggiamento”.

La questione siriana

Infine, Di Maio chiede che “il Consiglio di Sicurezza dell’Onu avvii un processo di stabilizzazione in Siria, con un governo di unità nazionale” e che vengano contestualmente tolte le sanzioni alla Russia. “L’unico che può combattere l’Isis e affamare l’Isis è un governo siriano che combatta il traffico di petrolio, gli blocchi il traffico di opere d’arte e imponga sequestri sul territorio”, afferma a tal proposito il vicepresidente della Camera.
L’esponente pentastellato conclude: “Non possiamo fare quello che abbiamo fatto per 15 anni in Afghanistan o Iraq, ma dobbiamo fare ciò che è servito già in passato a debellare le cellule terroristiche in tutto il mondo: affamiamole, blocchiamo il commercio in nero del petrolio e fermiamo i traffici. Se domani mattina non finanziano l’Isis, questa si sgonfia. Se invece continuiamo a sganciare bombe, fomentiamo l’odio delle popolazioni civili. Questo è un dato di fatto, a livello internazionale”.

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