martedì 17 novembre 2015

Povero Berlusconi non ne azzecca più nessuna. Adesso lo cacciano anche dal Ppe.

Il Ppe a Berlusconi: «Molla Salvini»

Ai Popolari europei non piace la Lega Nord: gli azzurri Tajani e Comi rischiano il posto. Cresce il malessere dei moderati contro il Carroccio.

17 Novembre 2015Share on facebook
Matteo Salvini (a destra) e Silvio Berlusconi (a sinistra) a San Siro per Milan-Atalanta.
(© Ansa) Matteo Salvini (a destra) e Silvio Berlusconi (a sinistra) a San Siro per Milan-Atalanta.
Mentre venti di guerra attraversano l'Europa dopo gli attentanti di Parigi, dentro Forza Italia è il tutti contro tutti.
Problemi che ricadono sul centrodestra dove una linea comune è difficile da individuare.
Le bordate del senatore Paolo Romani contro il leader della Lega Nord Matteo Salvini e la conduttrice di Canale 5 Barbara D'Urso sono il segnale di una frattura molto più profonda dentro il partito di Silvio Berlusconi.
Una ferita che parte da Roma, ma arriva in Europa.
TAJANI E COMI AVVISATI. C'è un antefatto che vale la pena di raccontare per capire le fibrillazioni di queste ore, tra le sparata di Salvini sui social network contro il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il silenzio di diversi colonnelli azzurri che hanno lasciato a Berlusconi lo spazio per affrontare l'emergenza terrorismo in Europa.
La storia è questa. I vertici del Partito popolare europeo (Ppe), non convinti dalle giustificazioni di Berlusconi sull’alleanza con il Carroccio, hanno avvisato sia Antonio Tajani sia Lara Comi, rispettivamente vice presidente del parlamento e vice presidente del Ppe di Strasburgo.
RISCHIO DI RITORSIONI. Le parole sono state chiare: o Forza Italia molla Salvini oppure potrebbero esserci “ritorsioni” all’interno gruppo.
Un avviso che diventa ancora più di attualità dopo il 13 novembre e gli attentati di Parigi.
È una tensione che dalla Francia si sposta sulle prossime elezioni amministrative dove proprio la Comi, da giorni, viene tirata in ballo per un progetto politico alternativo alla Lega in quel di Varese, Comune atteso al voto nel 2016.
La giovane europarlamentare azzurra (insieme con Nino Caianiello, detto il Mullah di Varese) non ha mai nascosto un certo disappunto rispetto alla linea “estremista” intrapresa nelle ultime settimane dal partito guidato da Berlusconi.

A Varese il laboratorio politico per il Partito della nazione

Silvio Berlusconi con Matteo Salvini.
(© Ansa) Silvio Berlusconi con Matteo Salvini.
Una contrarietà che, come anticipato, non lascia spazio a fraintendimenti anche sul territorio.
Proprio Varese, infatti, potrebbe assurgere al ruolo di laboratorio politico per il fantomatico Partito della nazione se, come sembra, la lista centrista cui sta lavorando la Comi potrebbe appoggiare Daniele Marantelli del Pd.
DERIVA NERO-VERDE. Una voce di protesta, rispetto alla deriva nero-verde che sta contagiando molti uomini di punta di Forza Italia e non solo.
Renato Brunetta in primis.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, il capogruppo alla Camera è fortemente infastidito per quanto accaduto alla manifestazione di Bologna.
Con lui Mariastella Gelmini, Maurizio Gasparri e Giuliano Ferrara.
Quest'ultimo, consigliere del leader azzurro, dai microfoni de La Zanzara aveva profeticamente annunciato: «Se va sul palco con Salvini sarà la fine della sua parabola politica».
TENSIONI AD ARCORE. Ma le tensioni si avvertono pure tra le mura di Arcore, dove l'ex Cavaliere continua a tenere il punto sul fronte della politica internazionale.
Il problema è conservare l'unità dell'Europa in un momento così delicato, in una crisi di guerra in corso e di tentativo di trovare una strategia comune nell'affrontare gli attacchi terroristici dell'Isis.
È una questione che pare stare a cuore alla stessa Marine Le Pen, leader del Front national, che ha interrotto la campagna elettorale e sta cercando di collaborare con il presidente della Repubblica François Hollande, in uno spirito di unità nazionale.
E sono questioni che toccano da vicino anche l'Italia. Il tema infatti è quale sarà la nostra posizione sulla guerra.
La Gran Bretagna ha già detto di stare dalla parte della Francia. Ma il resto degli altri Paesi europei?

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