Il primo è ricercato da ieri dopo che è sfuggito a un controllo alla frontiera franco-belga alle 8 del mattino di sabato a Cambrai. Il commando composto da 20 attentatori. A Molenbeek, da dove Salah è partito per andare a colpire a Parigi, si era procurato le armi anche Amedy Coulibaly, killer del supermercato kosher di gennaio
Salah Abdeslam, Ibrahim Abdeslam e Bilal Hadfi: questi i nomi di tre dei kamikaze degli attentati di Parigi. Il primo è ricercato da ieri in Francia e in Belgio dopo che è sfuggito a un controllo alla frontiera franco-belga alle 8 del mattino di sabato a Cambrai. Abitava nel quartiere di Molenbeek a Bruxelles insieme a un fratello morto negli attentati. Gli inquirenti francesi pensano che il commando che ha colpito venerdì sera allo Stade de France, al teatro Bataclan e nei ristoranti di Xéme e XIéme arrondissement possa essere composto da venti persone. Oltre ai sette terroristi morti si cercano quindi altri tredici fiancheggiatori. Brahim Abdeslam, 31 anni, si è fatto esplodere venerdì sera all’interno di un caffè affollato. Suo fratello di 26 anniSalah, che avrebbe affittato una macchina che è stata usata in uno degli attacchi, e ora è in fuga. Un terzo fratello senza nome è stato fermato in Belgio. Un quarto elemento, “Samy” da Bobigny, sarebbe stato identificato come terrorista del Bataclan. Residente con la famiglia nella Seine-Saint-Denis, la banlieue di Parigi, insieme ad altri due kamikaze, fra i quali Omar Mostefai, si è fatto saltare all’interno del teatro Bataclan. Samy Amimour, nato a Drancy nella banlieue parigina, nel 1987, è uno degli uomini che ha assaltato il Bataclan. A quanto trapelato, la famiglia risiede a Bobigny, nel nord della capitale francese, una delle zone dove questa notte – a partire dall’una – sono scattati raid della polizia. Amimour era già stato indagato per terrorismo nel 2012 per aver organizzato un viaggio per lo Yemen a cui aveva poi rinunciato. Un altro attentatore è un cittadino siriano.
Bilal Hadfi, Salah e Ibrahim Abdeslam
“Individuo pericoloso”, si legge nell’avviso di ricerca diffuso dalla polizia francese assieme alla foto. In serata è stata girata alle autorità di sicurezza italiane, come a tutte le altre polizie europee, la segnalazione di Salah. In un primo momento si pensava che l’uomo fosse fuggito in Belgio, ma sembra che l’ipotesi sia caduta. Non si esclude infatti che il jihadista si sia diretto verso un altro dei Paesi confinanti per trovare rifugio. E tra i Paesi confinanti ‘segnalati’ ci sono Italia, Spagna e Germania. Il Belgio comunque si conferma base di partenza e di rifornimento per il terrore che opera in Francia. A Molenbeek, da dove Salah è partito per andare a colpire a Parigi, si era procurato le armi anche Amedy Coulibaly, killer del supermercato kosher di gennaio. I ministeri dell’Interno francese e belga hanno deciso da oggi di lavorare in modo congiunto, anche se i primi risultati non sono stati spettacolari. In particolare, colpisce il fatto che alle 8 del mattino di sabato, pur fermato dalla polizia stradale a Cambrai – in prossimità del confine belga – per un controllo insieme con il fratello e un altro uomo, Salah non sia stato trattenuto per un clamoroso errore nonostante l’uomo risultasse da ore come colui che aveva noleggiato la Polo nera dalla quale erano sbarcati i tre kamikaze che hanno puntato i kalashnikov contro il pubblico inerme di giovani che ascoltavano un concerto rock al Bataclan. Raggiunta più tardi, nella Golf passata tranquillamente al confine belga, c’erano ormai soltanto il fratello di Abdeslam e l’altro uomo. Il ricercato era svanito nel nulla. L’uomo aveva guidato la Seat nera dalla quale erano scesi i killer col kalashnikov a seminare vittime fra i ristoranti dell’est di Parigi, poi aveva depositato il fratello Brahim nel caffè di boulevard Voltaire dove – seduto al tavolo – si è fatto esplodere azionando la cintura da kamikaze. Poi aveva parcheggiato l’auto in banlieue, a Montreuil, dove il veicolo è stato ritrovato questa mattina con tre kalashnikov all’interno. In seguito era stato raggiunto dal fratello accompagnato da un’altra persona, partiti alle 3 del mattino da Bruxelles con una Golf.
I tre kamikaze degli attentati di Parigi
Il puzzle dell’azione terroristica di venerdì comincia a prendere così forma: del primo gruppo di kamikaze, quello del Bataclan, si conosce da ieri il nome di Ismael Omar Mostefai, francese, 29 anni, un soggiorno in Turchia nel 2013. Del secondo, i tre kamikaze dello Stade de France, si conoscono Bilal Hadfi (viveva in Belgio e aveva combattuto in Siria con l’Isis) e Ahmad al Mohammad (presunto siriano entrato in Europa da rifugiato, ma la sua identità non è certa perché il passaporto è ritenuto un falso); nel terzo gruppo c’era il super ricercato Abdeslam Salah, il fratello Brahim morto suicida al ristorante, e forse un terzo uomo. La polizia francese continua a interrogare le sette persone della famiglia di Moustefai per cercare ogni indizio utile e ormai ha in mano diversi elementi per risalire a complicità e appoggi logistici. Almeno tre persone sono state prese in custodia dopo una perquisizione condotta nella notte in un quartiere di Tolosa dove viveva il terrorista franco-algerino Mohammed Merah. Lo riportano oggi i media francesi online citando l’agenzia Afp, spiegando che si sarebbe trattato di un’operazione di prevenzione del terrorismo che non sarebbe legata alle indagini sugli attentati di Parigi.
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