mercoledì 18 novembre 2015

FORTAPASC

In questi giorni di tristezza per le vite di giovani perdute io non mi arrendo. Non mi fanno paura questi criminali e assassini dell'ISIS. Non mi fanno paura né le loro bombe né i loro video.
Assassini erano e assassini rimangono. Magari sono troppo fiducioso ma ritengo che l'umanità non potrà costruirsi sul profilo Facebook di quattro criminali esaltati.
Li chiamo terroristi e basta. Perché non sono né mussulmani né religiosi. Non hanno valori umani e rappresentano l'inciviltà vivente. Non secondo codici di interpretazione occidentale ma secondo i principi umani fondamentali che rendono un essere umano diverso da una bestia.
E chi giocando con le parole, per ottenere qualche voto in più alle prossime elezioni, vuole associare queste belve ad una religione, riuscirà a convincere solo il popolo bue non certo gli uomini e le donne intelligenti che ancora vivono su questa terra.
Non ho paura dell'ISIS ma neanche di chi usando gli strapoteri politici cui gode ( questi politici coincidono sempre con esponenti della estrema destra becera italiana) pensa di fermare uomini e donne come me, che si oppongono ad un linguaggio dozzinale e per slogan infantili, non degno di un serio leader politico.
Non ho paura di Salvini che mi può denunciare ogni giorno contando sul fatto di godere del privilegio dell'immunità parlamentare. 
Non ho paura di Casapound né dei rigurgiti fascisti.
Sono cresciuto in una famiglia nella quale la libertà contava più di quello che si metteva a tavola.
Ho vissuto con dignità senza chiedere né contributi o piaceri a politici corrotti di destra.
Amo la libertà più di ogni altra cosa e spesso la vedo calpestata da persone disoneste e corrotte.
Sorrido di fronte alle minacce di chi in Italia non tollera idee diverse dalle proprie e sorrido di fronte ai terroristi dell'ISIS.
Perché la libertà non me la può togliere nessuno. Nessuno può togliermi le poche cose essenziali Della vita che mi ha insegnato mio padre. 
Nell'introduzione del libro di Anita Nair "Cuccette per signora" la scrittrice indiana dedica alla madre delle parole bellissime. 
Io mi permetto di rubare le stesse parole per dedicarle a mio padre.
"A mio padre, che mi ha insegnato tutto quello che c'è da sapere e poi mi ha lasciato andare per la mia strada".
Questo direi a mio padre se lo avessi davati a me.
Perché non mi ha lasciato soldi o proprietà. Mi ha lasciato tre principi essenziali per vivere da uomo vero: 
Conservare preziosamente la propria dignità, amare la libertà più della propria vita e guardare al prossimo con umanità e compassione.
Tutto quello che per Salvini non conta niente.

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