"Avevamo il 12% della Bce, non ce l’abbiamo più”.
| economia | Pubblicato:14.06.2014 | Origine:16.05.2014 | Fonte dichiarazione
Dichiarazione un po' bizzarra della capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale alla Camera. In che senso "non ce l'abbiamo più" il 12% della Bce?
Partiamo da un dato certo. Banca d'Italia partecipa al capitale della Banca Centrale Europea con una quota di 1,333 miliardi di euro, una quota pari al 12,3% dell'intero capitale della Bce. Dal sito della Bce leggiamo che tale quota viene definita in base al Pil e la popolazione dei Paesi rispetto al totale dell'Unione Europea. Le rispettive quote vengono aggiornate quinquennalmente e ogni volta che un nuovo Paese entra nell'Ue. Siccome la Croazia è entrata a far parte dell'Ue il 1° luglio del 2013, le quote sono aggiornate a quella data.
Ora bisogna capire come mai Meloni afferma che "non abbiamo più" il 12% della Bce, quando il sito della medesima sembra confermare questa quota. L'avremo distrattamente smarrita mentre i governi si avvicendavano a Palazzo Chigi? Dal contesto dell'intervista Meloni sembra riferirsi all'affaire della rivalutazione delle quote di Banca d'Italia voluta dal governo Letta. Il decreto c.d. "Imu-Bankitalia" è stato criticato ferocemente dal Movimento 5 Stelle (non sempre con precisione) ma anche da economisti assai distanti dalle posizioni dei 5 Stelle, come gli animatori della pagina "NoisefromAmeriKa" (tra cui il liberista fondatore di Fermare il Declino, Michele Boldrin). Il decreto e la modalità in cui è stato presentato il decreto ha suscitato le perplessità anche della Banca Centrale Europea (si veda il comunicato della Bce e l'analisi de La Voce). Non stiamo a spiegare in dettaglio la legge ma la riassumiamo grossolanamente: si è scelto di rivalutare il capitale di Bankitalia da 156 mila euro a 7,5 miliardi di euro, migliorando così lo stato patrimoniale degli azionisti che vengono tassati sulle plusvalenze (da cui si sono ricavati fondi per coprire i mancati introiti dall'Imu sospesa del 2013).
Il dato che però più interessa per lo scopo di questa analisi è che le quote di Bankitalia diventano trasferibili con un tetto del 3% sulla partecipazione al capitale di Banca d'Italia. Visto che prima del decreto due banche - Intesa Sanpaolo e Unicredit - possedevano tra di loro il 52,4% delle quote (allegato 1), è evidente che dovranno esserci dei passaggi di proprietà. Sarà forse questo che preoccupa la leader di Fratelli d'Italia?
In realtà non capiamo come questo processo ci avrebbe espropriato, in quanto cittadini italiani, delle quote della Bce in possesso a Palazzo Koch. Innanzitutto la rivalutazione conserva lo status della Banca d'Italia di ente di diritto pubblico, nonostante la partecipazione al capitale da parte di istituti creditizi privati. A ragione di ciò, il governatore è incaricato dal Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri (si veda questo post dell'economista Mario Seminerio che conferma la mantenuta "pubblicità" di Bankitalia). Una volta assunto che l'ente di diritto pubblico tale rimane, Meloni potrebbe non credere allo statuto (e quindi ritenere che Bankitalia sia diventata privata)? Tuttavia anche questa ipotesi non trova fondamento, in quanto la proprietà della maggioranza delle quote resta in mano a Banca Intesa e Unicredit, esattamente come prima. Questo vorrebbe dire che anche precedentemente Bankitalia era controllata dai privati e "non avevamo il 12% della Bce".
Ma forse la ragione che si cela dietro a questa perdita di Bankitalia è il fatto che, potendo vendere le proprie quote, teoricamente 17 istituti stranieri potrebbero impossessarsi ciascuno del 3% della nostra banca centrale rendendola di fatto una banca privata straniera (essendo il 3% la quota massima e 17*3=51)? Oltre al limite già espresso - che Bankitalia è un ente di diritto pubblico e non rischia la privatizzazione - il decreto obbliga esplicitamente, negli articoli 4 e 4bis, i proprietari delle quote ad "avere sede legale e amministrazione centrale in Italia".
Come spesso accade quando si parla di banche centrali, misteriosi ma infondati complotti affiorano. Sembrerebbe che tra questi vada annoverata questa dichiarazione di Meloni, per cui avremmo perso il controllo del 12% della Bce. La rivalutazione delle quote di Bankitalia, ampiamente criticata, non ci ha fatto smarrire le quote della Bce. "Panzana pazzesca".
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