domenica 15 novembre 2015

Riceviamo e pubblichiamo.

Terrore a Parigi, cosa serve adesso

Serve la guerra, serve giustizia sociale, serve sangue freddo. E serve che l’Europa si dia una sveglia e si metta a fare l’Europa

Hannah Peters/Getty Images

14 Novembre 2015 - 11:20
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Serve la guerra, innanzitutto. Perché lo Stato Islamico non lo combatti in altro modo. E perché la Siria - e forse pure la Libia - sono e saranno sempre più dei campus di formazione per aspiranti commando. Bisogna prendere atto che Putin ha ragione, che si è sparato al deserto per mesi, che la timidezza di Stati Uniti, Turchia e Israele pesa come un macigno sull'espansione e il consolidamento del Califfato. Non è l'Afghanistan, né l'Iraq. Lì non c'è il rischio di creare caos con una guerra. Lì è già caos e una guerra non potrà che farlo finire. 
Serve equità, o perlomeno giustizia sociale. Dopo l'11 settembre ci eravamo detti che l'Occidente non poteva essere un isola di benessere in un mare di disperazione. Sono passati quattordici anni e nel mondo c'è molta più disuguaglianza di prima, tra Stati e dentro gli Stati. Il mare di migranti che preme alle porte dell'Europa non è solamente un problema, ma la spia di un problema più grande. Così come lo sono le banlieue dei diseredati di seconda generazione, tra le cui fila fanno proselitismo i signori del terrore. 
Dopo l'11 settembre ci eravamo detti che l'Occidente non poteva essere un isola di benessere in un mare di disperazione. Sono passati quattordici anni e nel mondo c'è molta più disuguaglianza di prima, tra Stati e dentro gli Stati
Serve sangue freddo. Chi chiede la libera circolazione delle armi, in Francia o in Italia, scherza col fuoco. Armare i cittadini significa trasformare una guerra asimmetrica in una guerra civile. Lo Stato Islamico - ma più in generale il terrorismo - si combatte con le forze dell'ordine, con l'intelligence, con hacker e big data. Non mettendo in mano ai cittadini la loro sicurezza. Chi vuole strumentalizzare questa vicenda per tornaconto politico, conti fino a tre prima di parlare.
Serve l'Europa, infine. Perché questo è stato un attacco all'Europa, non alla Francia. Così come lo sono stati quelli di Londra e Madrid, così come lo sarebbe un attacco a Roma e Berlino. Chiudere le frontiere nazionali serve a poco. Presidiare quelle dell'Unione, magari con un esercito europeo, con un intelligence europea, con una strategia difensiva europea sarebbe molto più efficace. Per l’Europa divisa, debole e decadente i fatti di Parigi possono essere un punto di svolta. Non sbagliamo strada.

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