Giuliano Pisapia, dallo slogan "Forza gentile" al nervosismo contro giornalisti e politici (VIDEO)
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Con lo slogan "Forza gentile" ha conquistato Milano, quattro anni dopo distribuisce battute seccate ai giornalisti e azzanna Roberto Maroni proprio quando il governatore della Lombardia apre al dialogo con il governo.
A pochi mesi dalla fine del suo incarico, Giuliano Pisapia sfoga sentimenti di rabbia che stonano con la sua cifra stilistica come politico, l'aplomb e la cortesia con i quali ha saputo interpretare l'anima del capoluogo lombardo. Giurista abituato alla precisione delle frasi, il sindaco di Milano ha sempre rispettato profondamente la stampa ma fin dai tempi del suo primo mandato come parlamentare non ha mai tollerato le domande sciatte e insistenti dei cronisti.
E così sabato, mentre camminava nella stazione Centrale appena sgomberata dai profughi, non ha saputo reprimere una rispostaccia alla giornalista di Sky che gli ricordava (né sciattamente né insistentemente, a dire il vero) come i migranti non fossero affatto spariti: stavano sul piazzale di fronte. "Li ospita lei a Sky?". Una domanda che malamente rieccheggia quella ripetuta centinaia di volte dai simpatizzanti della Lega: "Ospitali a casa tua".
Non era la prima volta che Pisapia gelava un inviato delle testate giornalistiche. A fine marzo, quando annunciò di non ricandidarsi nel 2016, una giornalista gli aveva chiesto se questa decisione non sottolineasse il fallimento della cosiddetta "rivoluzione arancione" con la quale era diventato sindaco. Risposta: "La fallita sarà lei!".
Per quanto riguarda l'ultimo episodio, Maroni non si è fatto perdere l'occasione e ha paragonato Pisapia a Pillitteri, l'ex sindaco socialista di Milano nel 1991 aveva maltrattato verbalmente i sindacalisti dei tranvieri che protestavano per la presenza di un campo rom accanto al deposito dei mezzi Atm. Per quelle parole pronunciate nell'ira ("Fascisti! Razzisti!"), Pillitteri fu poi condannato per minacce e ingiurie, niente di simile a quanto accaduto invece nella stazione milanese con il sindaco alle prese con i profughi. Ma per il governatore lombardo l'equazione è semplice: la sinistra quando si confronta con i problemi reali rischia di perdere la testa.
Pillitteri contro i dipendenti Atm:
Tuttavia non sembra trattarsi di un nervosismo momentaneo. Ad aprile il sindaco ha pubblicato un libro sulla esperienza di questi quattro anni a Palazzo Marino ("Milano città aperta — una nuova idea di politica") e chi lo ha letto ha trovato giudizi velenosi e senza peli sulla lingua non solo nei confronti dell'opposizione ma soprattutto sui compagni di strada e sui vertici del Pd milanese. A Stefano Boeri, al quale a un certo punto tolse le deleghe per l'Expo e infine lasciò fuori dalla giunta nel 2013, ha dedicato parole molto pesanti.
Poco gentile, il sindaco gentile, anche con Umberto Ambrosoli: non tanto perché ritenuto un avversario, quanto perché nel libro viene giudicato come inesperto politicamente. Contro il Pd, poi, volano gli stracci. Ora che l'Expo è partito con un commissario voluto dal governo, Rodolfo Sala, e il problema dei profughi è diventato nazionale ed europeo, Pisapia probabilmente si sente alla fine della sua esperienza politica e libero di togliersi molti sassolini dalle scarpe.
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