Il Giornale e Libero danno una lettura "creativa" di un post della Presidente di Emergency Cecilia Strada. Se lei ha scritto che deve essere lo Stato ad occuparsi dei migranti i due quotidiani raccontano invece la storia della solita pacifinta radical chic di sinistra
Per la serie: gettiamo un po’ di fango sui “pacifinti” Libero e il Giornale se la prendono con Cecilia Strada che agli occhi dei giornalisti dei due quotidiani è colpevole di essere la figlia di Gino Strada e come se non bastasse Presidente di Emergency, quella ONG che aiuta i malati e le vittime della guerra in mezzo mondo. Per chi si fosse perso l’ultima puntata della guerra contro l’ONG fondata da Gino Strada ricordiamo che per Libero e il Giornale Emergency è stata – qualche tempo fa – la responsabile nientemeno che dell’arrivo dell’Ebola in Italia.
IL POST DI CECILIA STRADA SU FACEBOOK
All’epoca del ricovero del medico di Emergency ricoverato allo Spallanzani sia il Giornale che Libero non avevano perso l’occasione per attaccare Emergency e il suo fondatore, denunziando “l’orribile spreco di risorse” e invitando il medico a curarsi i suoi malati “a casa sua”. Troppo ghiotta quindi l’occasione di attaccare Cecilia Strada stravolgendo completamente il senso di un post pubblicato ieri dalla Presidente di Emergency sul suo profilo Facebook:
risposta collettiva per tutti quelli che “perché non ospiti i profughi a casa tua, eh?”: e perché dovrei? vivo in una società e pago le tasse. pago le tasse così non devo allestire una sala operatoria in cucina quando mia madre sta male. pago le tasse e non devo costruire una scuola in ripostiglio per dare un’istruzione ai miei figli. pago le tasse e non mi compro un’autobotte per spegnere gli incendi. e pago le tasse per aiutare chi ha bisogno. ospitare un profugo in casa è gentilezza, carità. creare – con le mie tasse – un sistema di accoglienza dignitoso è giustizia. mi piace la gentilezza, ma preferisco la giustizia.
La Strada risponde a coloro (e di solito sono elettori di destra) che le chiedono con tono inquisitorio come mai, se ha davvero tanto a cuore le sorti delle persone che sbarcano sulle coste italiane, non ne ospita un po’ a casa sua. È la solita argomentazione ripetuta a pappagallo dagli amici di Matteo Salvini per controbattere alle accuse di razzismo e xenofobia fatte al loro Capitano. Certo, succede che poi quando qualcuno di questi “pacifinti” li ospita davvero a casa sua gli stessi leghisti sono i primi a insultare chi apre le porte di casa sua o a chiedere con una raccolta firme l’allontanamento dei profughi dal “contesto residenziale. È una win-win situation per tutti coloro che i migranti li lascerebbero tranquillamente affogare o morire di stenti nei loro paesi d’origine: se predichi l’accoglienza e non li ospiti a casa tua allora lo fai tanto per parlare, quando invece lo fai davvero allora sei un nemico del popolo e ti meriti gli insulti peggiori. Cecilia Strada ha semplicemente scritto come dovrebbero andare le cose in un paese normale dove chi paga le tasse (perché le pagano tutti vero?) pretende che sia lo Stato a farsi carico di ospitare i migranti e di fornire loro accoglienza. Il buon cuore di coloro che mettono a disposizione le proprie risorse per accogliere i migranti è una risposta ad una situazione emergenziale che però non è sinonimo dell’esistenza di «un sistema di accoglienza dignitoso». Parole che è davvero difficile interpretare in altro modo ma al Giornale si sa che sono capaci di questo e d’altro:
Cecilia Strada però manca di realismo, chiosa di Ivan Francese sul Giornale:
La figlia di Gino Strada insomma sogna un mondo in cui tutto funziona e in cui i servizi siano garantiti dal pagamento delle tasse. Difficile darle torto, peccato che il difetto resti sempre lo stesso: la mancanza di realismo.Gli immigrati, piaccia o non piaccia, in Italia continuano ad arrivare e ragionando come la Strada si rischia di giungere a conseguenze pericolose. Se scoppia un incendio e i pompieri non arrivano, chi aspetterebbe a piè fermo l’arrivo dei soccorsi senza fare nulla, perché tanto “ha pagato le tasse”?
Ma fa finta di non capire il punto, perché l’esempio dell’incendio è facile e fa paura (ma non è altrettanto facile spegnerne uno se non hai i mezzi e l’addestramento) ed in genere le persone tendono ad aspettare l’arrivo dei soccorsi limitandosi a fare lo stretto indispensabile per non aggravare la situazione. Dubito che Ivan Francese si farebbe operare dal suo vicino di casa o da uno studente fuori corso qualsiasi solo per non farli stare con le mani in mano, anche una cosa “banale” come la rianimazione cardiopolmonare se non la sai fare non serve a nulla. La buona volontà del cittadino che non aspetta a piè fermo i soccorsi è come la persona di buon cuore che accoglie gli immigrati (che il Giornale butterebbe tranquillamente a mare) è una goccia nel mare, ma la risposta all’ennesima emergenza immigrazione deve giungere dal Governo e dall’Unione Europea, non dai (pochi) singoli cittadini. E per inciso l’organizzazione di cui Cecilia Strada è Presidente si occupa di costruire ospedali e mettere a disposizione personale medico competente proprio in quelle situazioni dove i governi nazionali non hanno alcun interesse o nessuna possibilità di intervenire. L’aiuto che Emergency fornisce in quei paesi è concreto, al contrario dei proclami ad “aiutarli a casa loro” il cui potere di intervento è limitato alla generazione di insulti, foto di ruspe e di “nessuno pensa ai marò”.
E se pensate che il Giornale abbia toccato il fondo Libero riesce a fare ancora meglio, presentando il pezzo con un “Cecilia Strada è contro gli immigrati”. Chissà dove l’hanno letto quelli di Libero…
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