Elezioni comunali, Venezia e Arezzo al centrodestra: tonfo del Pd
Nel capoluogo veneto l'ex pm Felice Casson si ferma al 46,79%. Risultato clamoroso in Toscana dove il Pd ha perso ad Arezzo, Viareggio e Pietrasanta
Redazione 15 Giugno 2015
Venezia si sveglia nel campo del centrodestra. Una svolta imprevista per il capoluogo lagunare storicamente roccaforte della sinistra. Il patron di Umana e Reyers, Luigi Brugnaro, compatta il centrodestra e lo porta alla vittoria col 53,2%, mentre l'ex pm Felice Casson si ferma al 46,79%.
Una sconfitta bruciante per il Partito Democratico che deve fare i conti anche con i clamorosi dati che arrivano dalla Toscana, dove il Pd ha perso tutti e tre i ballottaggi in programma ieri.
La sorpresa maggiore si è registrata ad Arezzo, unico capoluogo di provincia al voto, dove il renziano Matteo Bracciali, partito con un vantaggio di 8 punti dopo il primo turno, è stato sorpassato da Alessandro Ghinelli di Forza Italia, che ha raggiunto il 50,83% dei voti.
A Viareggio (Lu) Giorgio Del Ghingaro, ex sindaco Dem di Capannori, ha battuto il candidato "ufficiale" del Pd Luca Poletti con il 60,33% dei voti. A Pietrasanta (Lu) Massimo Mallegni, candidato di centrodestra, ha superato Rossano Forassiepi con il 54,53% dei consensi.
LA VITTORIA DI BRUGNARO - Luigi Brugnaro, rispetto al primo turno, partiva da un potenziale 47%, frutto della sommatoria tra i voti (28%) della sua coalizione di partenza (Lista personale, Forza Italia, Centristi e due civiche) e quelli provenienti dalle liste, concorrenti e poi apparentate, della Lega Nord e di Francesca Zaccariotto, ex leghista, sostenuta da Fratelli d'Italia e da due civiche. E' stato semplice per il patron di Umana estendere i consensi potenziali dal 47% al risultato effettivo del 53,2%.
DETERMINANTI I 5 STELLE - Felice Casson, in fondo, ha compiuto un recupero più marcato dal 38%, ottenuto al primo turno, al 46,8%, del tutto insufficiente, però, a garantirgli l'agognato accesso allo scranno più alto di Ca' Farsetti. La differenza fondamentale l'ha fatta l'elettorato del Movimento 5 Stelle, che non ha trovato ragioni per recarsi alle urne al ballottaggio, tradendo quindi le speranze che Felice Casson aveva riposto negli elettori grillini, al 12%, per colmare il divario nei voti potenziali seguito alla politica delle alleanze e degli apparentamenti che Brugnaro è riuscito a tessere con le altre formazioni di centrodestra, per lo più di impronta leghista, che si erano presentate autonomamente al primo turno.
AFFLUENZA BASSA - La bassa affluenza alle urne pari al 48,9% ha nuovamente penalizzato il centrosinistra, come avvenuto alle regionali di due settimane fa, fenomeno anch'esso inedito, in una situazione generale di indubbia svolta e inedita ridefinizione dei paradigmi classici di interpretazione dei flussi elettorali.
Una sconfitta bruciante per il Partito Democratico che deve fare i conti anche con i clamorosi dati che arrivano dalla Toscana, dove il Pd ha perso tutti e tre i ballottaggi in programma ieri.
La sorpresa maggiore si è registrata ad Arezzo, unico capoluogo di provincia al voto, dove il renziano Matteo Bracciali, partito con un vantaggio di 8 punti dopo il primo turno, è stato sorpassato da Alessandro Ghinelli di Forza Italia, che ha raggiunto il 50,83% dei voti.
A Viareggio (Lu) Giorgio Del Ghingaro, ex sindaco Dem di Capannori, ha battuto il candidato "ufficiale" del Pd Luca Poletti con il 60,33% dei voti. A Pietrasanta (Lu) Massimo Mallegni, candidato di centrodestra, ha superato Rossano Forassiepi con il 54,53% dei consensi.
LA VITTORIA DI BRUGNARO - Luigi Brugnaro, rispetto al primo turno, partiva da un potenziale 47%, frutto della sommatoria tra i voti (28%) della sua coalizione di partenza (Lista personale, Forza Italia, Centristi e due civiche) e quelli provenienti dalle liste, concorrenti e poi apparentate, della Lega Nord e di Francesca Zaccariotto, ex leghista, sostenuta da Fratelli d'Italia e da due civiche. E' stato semplice per il patron di Umana estendere i consensi potenziali dal 47% al risultato effettivo del 53,2%.
DETERMINANTI I 5 STELLE - Felice Casson, in fondo, ha compiuto un recupero più marcato dal 38%, ottenuto al primo turno, al 46,8%, del tutto insufficiente, però, a garantirgli l'agognato accesso allo scranno più alto di Ca' Farsetti. La differenza fondamentale l'ha fatta l'elettorato del Movimento 5 Stelle, che non ha trovato ragioni per recarsi alle urne al ballottaggio, tradendo quindi le speranze che Felice Casson aveva riposto negli elettori grillini, al 12%, per colmare il divario nei voti potenziali seguito alla politica delle alleanze e degli apparentamenti che Brugnaro è riuscito a tessere con le altre formazioni di centrodestra, per lo più di impronta leghista, che si erano presentate autonomamente al primo turno.
AFFLUENZA BASSA - La bassa affluenza alle urne pari al 48,9% ha nuovamente penalizzato il centrosinistra, come avvenuto alle regionali di due settimane fa, fenomeno anch'esso inedito, in una situazione generale di indubbia svolta e inedita ridefinizione dei paradigmi classici di interpretazione dei flussi elettorali.
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