La classe dirigente italiana è vecchia? No, proprio pensionata. E vale soprattutto per il sindacato. Per accorgersene basta scorrere il sito della Uil alla voce «chi siamo».
Carmelo Barbagallo, neo-segretario generale, 67 anni. Antonio Foccillo, segretario confederale, 64 anni in Uil dal 1979. Guglielmo Loy, segretario confederale, 58 anni. Carlo Fiordaliso, segretario confederale, 72 anni.
Rocco Carannante, tesoriere (nel board Unipol: come consigliere d'amministrazione nel 2012 ha percepito un compenso di 127.500 euro, secondo il bilancio della banca), 73 anni.
Paolo Carcassi, segretario confederale in Uil dal 2006. E Domenico Proietti, segretario confederale, che - a quanto riusciamo ad apprendere - non è ancora arrivato all'età della pensione.
LA CARICA DEI PENSIONATI. A conti fatti, su sette componenti della segreteria nazionale dell'Unione italiana del lavoro, almeno cinque percepiscono un assegno previdenziale. Da dirigente sindacale e secondo il regime retributivo.
A confermarlo a Lettera43.it è lo stesso tesoriere Carannante. «Chi ha la pensione», spiega, «esercita un suo diritto. E poi c'è l'integrazione dell'indennità».
Alla cifra, tenuta rigorosamente segreta «per motivi di privacy» - Carannante purtroppo non ha potuto svelare le cifre perché si trovava «fuori ufficio e in procinto di entrare in riunione» - si va quindi ad aggiungere un compenso altrettanto top secret. Sarebbero dunque due le entrate su cui possono contare i rappresentanti dei lavoratori: 'stipendio' e pensione.
LA LEGGE TREU 546. Il nodo previdenziale, del resto, è molto caro alla Uil. In primo luogo resta da chiarire l'applicazione della legge Treu 546 (attualmente l'ex ministro del governo Prodi è commissario dell'Inps) datata 1996 e rispolverata recentemente da Le Iene.
Secondo la normativa, la base per il calcolo della pensione dei sindacalisti è costituita soltanto dall’ultimo stipendio ricevuto.
A un sindacalista, dunque, basta svolgere la sua attività per pochi mesi - o addirittura uno soltanto - per vedersi garantito a vita un assegno calcolato sulla base di quell'ultima busta paga (che potrebbe essere anche nominale, quindi riconosciuta ma non percepita concretamente). Dal canto suo Luigi Angeletti ha dichiarato di ignorare l'esistenza della legge e che, comunque, si tratta di «un privilegio da eliminare».
LA BATTAGLIA DI BARBAGALLO. Anche il suo successore Barbagallo ha dimostrato di avere il nodo pensioni particolarmente a cuore.
Lo scorso 8 ottobre aveva infatti sfidato Matteo Renzi sull'estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati. «Sono loro il vero ammortizzatore sociale delle famiglie italiane», aveva commentato l'allora segretario aggiunto, «dove c’è un disoccupato, un cassintegrato, un giovane in cerca di lavoro. Sono i pensionati a fare da vero ammortizzatore sociale, e se non hanno la rivalutazione delle pensioni, gli sgravi fiscali, non reggono nel contesto sociale».
FLESSIBILITÀ IN USCITA AGLI ANZIANI. Il neo-segretario aveva poi aggiunto: «I giovani non fanno più figli perché non hanno un futuro e gli anziani vengono considerati un peso. Bisogna cambiare verso alla nostra società, come dice Renzi. Dare stabilità ai giovani e flessibilità in uscita agli anziani così da renderli ancora utili alla società: quando non si può fare più il lavoro che si svolgeva per problemi fisici, bisogna cominciare a pensare come utilizzarli, visto che avranno una pensione da fame, quindi non solo essere utili al Paese ma anche a se stessi»
Evidentemente non parlava di se stesso il segretario-pensionato Barbagallo. Visto che in Uil pare che abbiano risolto l'annoso problema del ricollocamento alla perfezione.
Liberi cittadini contro il regime partitocratico, i privilegi della casta sindacale della triplice, la dittatura grillina e leghista, la casta dei giornalisti
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