INTERVISTA
Becchi contro Grillo e M5s: «Sono dei dilettanti»
Becchi al vetriolo. «Sono deluso. Su Renzi, euro e Italicum troppi errori». Per l'ex guru M5s l'unica speranza è «l'allenza con Salvini». Ma per lui «il sogno è finitoMore Sharing Services
Ha scommesso sul naufragio del Patto del Nazareno, si è proposto a Matteo Renzi per la legge elettorale e l'elezione del presidente della Repubblica e così, analizza amaro il filosofo ed ex guru pentastellato Paolo Becchi, Beppe Grillo ha fatto una «figura di mierda».
Con 140 caratteri su Twitter e uno sberleffo, quello che a torto o a ragione è stato per anni considerato l'ideologo dei Cinque stelle ha espresso tutta la delusione per la piega presa dal Movimento.
Ammorbato, dice, da «dillentantismo politico», abbagliato «dalla vittoria di Renzi alle Europee» e a rischio di una pesante sconfitta alle prossime Regionali.
BRUCIATO NEL FORNO DI RENZI. «Grillo», riflette Becchi, «credeva di fare la politica dei due forni con Renzi e invece alla fine si è bruciato lui».
L'ex comico ha perso la sua occasione, prosegue il professore, «quando gli dicevo di schierarsi contro l'euro alle Europee. invece ha fatto il Ponzio Pilato e ora tutti si scagliano contro la moneta unica, anche Fassina».
Nonostante le critiche aspre, il filosodo sottolinea di non aver nessun risentimento personale con Beppe. Anche se precisa a Lettera43.it la sua disilluzione verso il M5s: «Mi sto svegliando da un sogno bellissimo: era troppo bello per essere vero».
Con 140 caratteri su Twitter e uno sberleffo, quello che a torto o a ragione è stato per anni considerato l'ideologo dei Cinque stelle ha espresso tutta la delusione per la piega presa dal Movimento.
Ammorbato, dice, da «dillentantismo politico», abbagliato «dalla vittoria di Renzi alle Europee» e a rischio di una pesante sconfitta alle prossime Regionali.
BRUCIATO NEL FORNO DI RENZI. «Grillo», riflette Becchi, «credeva di fare la politica dei due forni con Renzi e invece alla fine si è bruciato lui».
L'ex comico ha perso la sua occasione, prosegue il professore, «quando gli dicevo di schierarsi contro l'euro alle Europee. invece ha fatto il Ponzio Pilato e ora tutti si scagliano contro la moneta unica, anche Fassina».
Nonostante le critiche aspre, il filosodo sottolinea di non aver nessun risentimento personale con Beppe. Anche se precisa a Lettera43.it la sua disilluzione verso il M5s: «Mi sto svegliando da un sogno bellissimo: era troppo bello per essere vero».
- Paolo Becchi, docente in Filosofia del diritto, insegna all'Univesità di Genova.
DOMANDA. Becchi, cosa l'ha più delusa del M5s?
RISPOSTA. Il movimento si sta del tutto istituzionalizzando, trasformandosi in un partito come tutti gli altri. Grillo che dice al Pd: «Siamo qui, disponibili fateci sapere». Sta entrando nella logica partitocratica. E poi tutta questa lotta al Nazareno, l'esposto in procura contro l'accordo: una cosa ridicola.
D. Perché?
R. Presentare un esposto alla procura? Le nostre leggi prevedono la possibilità di accordi politici. E se volevano che il patto fosse reso pubblico, ora sono accontentati, visto che è stato pure pubblicato sui giornali. Ma in politica i nemici si combattono in parlamento con il voto elettorale.
D. Ma eleggere insieme il presidente della Repubblica non esclude di portare avanti battaglie in parlamento.
R. Lei sa cosa sono le Quirinarie?
D. Sì, certo.
R. Quando ci furono le Quirinarie, il M5s non fece accordi coi partiti prima. Disse: cittadini che nomi volete? La Rete era un movimento costituente. Se si deve limitare a ratificare quello che viene deciso dal partito... Berlusconi ha parlato a 20 persone, invece il Movimento si rivolge a 15 mila, ma quale è la differenza?
D. Sta paragonando i 5 Stelle a Forza Italia?
R. Dico che sono meccanismi da partito, anche Renzi è costretto ad andare in segreteria. Oggi il consenso della Rete è solo una ratifica.
D. Ma prima di riavvicinarsi al Pd, che risultati avevano portato a casa i grillini?
R. Tutta la campagna a difesa della Costituzione che ha bloccato il Senato. O l'impeachment contro Re Giorgio Napolitano. Ci sono stati degli elementi forti. Il problema è che il Movimento sta perdendo progettazione sul territorio.
D. Beh, i pochi amministratori locali pentastellati come Pizzarotti vengono messi sotto accusa...
R. A me non interessano le personalizzazioni, ma delle istanze generali. Il Movimento era riuscito a diffondersi su tutto il territorio nazionale.
D. Le ultime amministrative sono andate molto male.
R. Sì, e vedremo come andranno le Regionali in Calabria, Emilia Romagna e Liguria. Magari non ci sarà un crollo. Però io, se fossi in loro, non ci spererei troppo.
D. Crede in un ulteriore tracollo?
R. Io mi sono sbattutto in tutti i modi prima delle elezioni europee perché facessero una campagna anti euro. Ma Grillo diceva che il Movimento non erané contro né a favore della moneta unica: devono decidere gli italiani. Come Ponzio Pilato. Adesso invece che tutti sparano contro l'euro, anche Fassina, adesso che la campagna è martellante, dicono: noi votiamo no.
D. Come spiega tutte queste svolte?
R. Errori di strategia e dilettantismo. Pensavano di fare la politica dei due forni con Renzi. E invece l'ha fatta il premier, con loro e Berlusconi. E nel forno alla fine chi è rimasto bruciato è Beppe Grillo.
D. Insomma, altro che svolta storica come annunciava il blog, parlando dell'elezione dei due giudici della Consulta?
R. Il dato di fatto è che il Nazareno tiene. E l'uscita di Di Maio sul Corriere, le aperture... sono state una vittoria del Pd. Una grande stronzata politica del M5s.
D. Quale era l'alternativa?
R. Il Movimento aveva quattro candidati validissimi per la Corte costituzionale. Franco Modugno era eccellente. Ma in Rete io non l'ho potuto votare, non ho potuto votare il mio candidato. Mi hanno costretto a votare contro la Sciarra.
D. A chi imputa questi errori: a Grillo, allo staff, ai parlamentari?
R. Al Movimento, che ha un capo, un garante, chiamatelo come volete, ma ha la responsabilità di una linea politica perdente. La vittoria di Renzi alle Europee ha abbagliato tutti e tutti hanno perso la tramontana.
D. Quali chance ha di recuperare terreno?
R. Io avrei aperto un fronte unico e ampio contro l'euro.
D. Aprendo anche alla Lega?
R. Sì, vogliamo un comitato di liberazione contro l'euro, come durante la Resistenza, aperto a tutti quelli che ci stanno. Chiunque: forze politiche e personaggi indipendenti. Il Comitato di liberazione nazionale era una resistenza di popolo contro il fascismo. E cos'è l'euro? È il fascismo.
D. Ora però Grillo ha lanciato un referendum contro l'euro.
R. È andato a Bruxelles, ha fatto un discorso abilissimo perché è un grande comunicatore, si è fatto fotografare. Però quando Salvini gli ha detto: su questo siamo d'accordo lo ha mandato a fanc...
D. L'ennesimo errore?
R. Quando ci sarà da approvare il referendum, voglio vedere cosa dirà Salvini. Grillo annuncia: raccoglierò 50 milioni di firme, ma per approvare la consultazione ci vogliono i voti. E i numeri dove li trova? Non mandando a quel paese tutti.
RISPOSTA. Il movimento si sta del tutto istituzionalizzando, trasformandosi in un partito come tutti gli altri. Grillo che dice al Pd: «Siamo qui, disponibili fateci sapere». Sta entrando nella logica partitocratica. E poi tutta questa lotta al Nazareno, l'esposto in procura contro l'accordo: una cosa ridicola.
D. Perché?
R. Presentare un esposto alla procura? Le nostre leggi prevedono la possibilità di accordi politici. E se volevano che il patto fosse reso pubblico, ora sono accontentati, visto che è stato pure pubblicato sui giornali. Ma in politica i nemici si combattono in parlamento con il voto elettorale.
D. Ma eleggere insieme il presidente della Repubblica non esclude di portare avanti battaglie in parlamento.
R. Lei sa cosa sono le Quirinarie?
D. Sì, certo.
R. Quando ci furono le Quirinarie, il M5s non fece accordi coi partiti prima. Disse: cittadini che nomi volete? La Rete era un movimento costituente. Se si deve limitare a ratificare quello che viene deciso dal partito... Berlusconi ha parlato a 20 persone, invece il Movimento si rivolge a 15 mila, ma quale è la differenza?
D. Sta paragonando i 5 Stelle a Forza Italia?
R. Dico che sono meccanismi da partito, anche Renzi è costretto ad andare in segreteria. Oggi il consenso della Rete è solo una ratifica.
D. Ma prima di riavvicinarsi al Pd, che risultati avevano portato a casa i grillini?
R. Tutta la campagna a difesa della Costituzione che ha bloccato il Senato. O l'impeachment contro Re Giorgio Napolitano. Ci sono stati degli elementi forti. Il problema è che il Movimento sta perdendo progettazione sul territorio.
D. Beh, i pochi amministratori locali pentastellati come Pizzarotti vengono messi sotto accusa...
R. A me non interessano le personalizzazioni, ma delle istanze generali. Il Movimento era riuscito a diffondersi su tutto il territorio nazionale.
D. Le ultime amministrative sono andate molto male.
R. Sì, e vedremo come andranno le Regionali in Calabria, Emilia Romagna e Liguria. Magari non ci sarà un crollo. Però io, se fossi in loro, non ci spererei troppo.
D. Crede in un ulteriore tracollo?
R. Io mi sono sbattutto in tutti i modi prima delle elezioni europee perché facessero una campagna anti euro. Ma Grillo diceva che il Movimento non erané contro né a favore della moneta unica: devono decidere gli italiani. Come Ponzio Pilato. Adesso invece che tutti sparano contro l'euro, anche Fassina, adesso che la campagna è martellante, dicono: noi votiamo no.
D. Come spiega tutte queste svolte?
R. Errori di strategia e dilettantismo. Pensavano di fare la politica dei due forni con Renzi. E invece l'ha fatta il premier, con loro e Berlusconi. E nel forno alla fine chi è rimasto bruciato è Beppe Grillo.
D. Insomma, altro che svolta storica come annunciava il blog, parlando dell'elezione dei due giudici della Consulta?
R. Il dato di fatto è che il Nazareno tiene. E l'uscita di Di Maio sul Corriere, le aperture... sono state una vittoria del Pd. Una grande stronzata politica del M5s.
D. Quale era l'alternativa?
R. Il Movimento aveva quattro candidati validissimi per la Corte costituzionale. Franco Modugno era eccellente. Ma in Rete io non l'ho potuto votare, non ho potuto votare il mio candidato. Mi hanno costretto a votare contro la Sciarra.
D. A chi imputa questi errori: a Grillo, allo staff, ai parlamentari?
R. Al Movimento, che ha un capo, un garante, chiamatelo come volete, ma ha la responsabilità di una linea politica perdente. La vittoria di Renzi alle Europee ha abbagliato tutti e tutti hanno perso la tramontana.
D. Quali chance ha di recuperare terreno?
R. Io avrei aperto un fronte unico e ampio contro l'euro.
D. Aprendo anche alla Lega?
R. Sì, vogliamo un comitato di liberazione contro l'euro, come durante la Resistenza, aperto a tutti quelli che ci stanno. Chiunque: forze politiche e personaggi indipendenti. Il Comitato di liberazione nazionale era una resistenza di popolo contro il fascismo. E cos'è l'euro? È il fascismo.
D. Ora però Grillo ha lanciato un referendum contro l'euro.
R. È andato a Bruxelles, ha fatto un discorso abilissimo perché è un grande comunicatore, si è fatto fotografare. Però quando Salvini gli ha detto: su questo siamo d'accordo lo ha mandato a fanc...
D. L'ennesimo errore?
R. Quando ci sarà da approvare il referendum, voglio vedere cosa dirà Salvini. Grillo annuncia: raccoglierò 50 milioni di firme, ma per approvare la consultazione ci vogliono i voti. E i numeri dove li trova? Non mandando a quel paese tutti.
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