SINDACATI
Angeletti, il mistero della pensione
Mistero sulla sua pensione. La Uil non rivela le cifre. Per la «privacy».
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10 Novembre 2014
Quanto guadagna esattamente Luigi Angeletti? E, soprattutto, ora che ha ceduto il timone dell'Unione italiana del lavoro (Uil) al 67enne - con buona pace del rinnovamento - Carmelo Barbagallo, quanto percepirà di pensione?
Domande abbastanza circoscritte alle quali, però, il sindacato non vuole dare una risposta chiara.
Per il diritto alla «privacy di ognuno», fanno sapere dalla Uil. Dicendosi prontissimi a pubblicare cifre e stipendi, ma solo dopo che lo faranno «tutte le altre categorie».
Anche se alcuni esempi ci sono già. Basterebbe dare un'occhiata al sito della Fiom dove la busta paga di Maurizio Landini è addirittura stampata in formato pdf (retribuzione media di 2.250 euro).
Insomma si vuole evitare una «inutile e dannosa caccia all'untore», si spiega. Una criminalizzazione del mondo sindacale.
I TESSERATI HANNO DIRITTO DI SAPERE. Privacy permettendo, c'è però chi fa notare che i circa 2.216.443 tesserati - che versano una trattenuta dello stipendio che varia di categoria in categoria e può arrivare fino a 120 euro all'anno - forse avrebbero il diritto di sapere quanto pagano e pagheranno il loro rappresentante.
Del resto è nota l'idiosincrasia delle sigle sindacali nei confronti delle cifre. A partire dagli iscritti il cui numero viene autocertificato. Inoltre non sono consultabili bilanci online, né tantomeno stipendi e patrimoni dei dirigenti. Gli unici dati economici disponibili sono quelli del defunto Cnel dove l'ormai ex segretario Uil guadagnava (dati 2013) 25.633,44 euro lordi l'anno.
Secondo il libro-inchiesta L'Altra Casta di Stefano Livadiotti (2008), Angeletti percepiva uno stipendio di 3.300 euro netti al mese; Raffaele Bonanni ne intascava 3.430 e l'allora capo Cgil Guglielmo Epifani 3.500.
BONANNI, PENSIONE DA 5 MILA EURO. A gettare in tempi recenti nuova benzina sul fuoco è stata però la pubblicazione dell'assegno previdenziale di Bonanni. Il segretario ha lasciato la Cisl con un tesoretto di 5.122 euro al mese. Non solo: nel 2011 aveva dichiarato uno stipendio di 336 mila euro. Ben superiore al tetto stabilito per i manager di Stato (240 mila euro). Una cosa è chiara: non sono queste le cifre della Uil, tengono a precisare.
Per evitare ulteriori polemiche, almeno è stata questa la spiegazione ufficiale, Bonanni ha scelto di dimettersi da direttore del Centro Studi della Cisl scrivendo una lettera alla neo segretaria Annamaria Furlan: «Mi dimetto con lo scopo di mettere fine alle polemiche sulla pensione e per evitare che le notizie uscite in questi giorni abbiano ripercussioni negative per l’organizzazione».
Già, i centri studi. Una sorta di buen retiro di fine carriera per i dirigenti sindacali. E sarà questo anche il destino di Angeletti. Sulla cui pensione al momento vige il più ristretto riserbo.
Insomma il sindacato è per sempre. E chi ha detto che il posto fisso non esiste più?
Domande abbastanza circoscritte alle quali, però, il sindacato non vuole dare una risposta chiara.
Per il diritto alla «privacy di ognuno», fanno sapere dalla Uil. Dicendosi prontissimi a pubblicare cifre e stipendi, ma solo dopo che lo faranno «tutte le altre categorie».
Anche se alcuni esempi ci sono già. Basterebbe dare un'occhiata al sito della Fiom dove la busta paga di Maurizio Landini è addirittura stampata in formato pdf (retribuzione media di 2.250 euro).
Insomma si vuole evitare una «inutile e dannosa caccia all'untore», si spiega. Una criminalizzazione del mondo sindacale.
I TESSERATI HANNO DIRITTO DI SAPERE. Privacy permettendo, c'è però chi fa notare che i circa 2.216.443 tesserati - che versano una trattenuta dello stipendio che varia di categoria in categoria e può arrivare fino a 120 euro all'anno - forse avrebbero il diritto di sapere quanto pagano e pagheranno il loro rappresentante.
Del resto è nota l'idiosincrasia delle sigle sindacali nei confronti delle cifre. A partire dagli iscritti il cui numero viene autocertificato. Inoltre non sono consultabili bilanci online, né tantomeno stipendi e patrimoni dei dirigenti. Gli unici dati economici disponibili sono quelli del defunto Cnel dove l'ormai ex segretario Uil guadagnava (dati 2013) 25.633,44 euro lordi l'anno.
Secondo il libro-inchiesta L'Altra Casta di Stefano Livadiotti (2008), Angeletti percepiva uno stipendio di 3.300 euro netti al mese; Raffaele Bonanni ne intascava 3.430 e l'allora capo Cgil Guglielmo Epifani 3.500.
BONANNI, PENSIONE DA 5 MILA EURO. A gettare in tempi recenti nuova benzina sul fuoco è stata però la pubblicazione dell'assegno previdenziale di Bonanni. Il segretario ha lasciato la Cisl con un tesoretto di 5.122 euro al mese. Non solo: nel 2011 aveva dichiarato uno stipendio di 336 mila euro. Ben superiore al tetto stabilito per i manager di Stato (240 mila euro). Una cosa è chiara: non sono queste le cifre della Uil, tengono a precisare.
Per evitare ulteriori polemiche, almeno è stata questa la spiegazione ufficiale, Bonanni ha scelto di dimettersi da direttore del Centro Studi della Cisl scrivendo una lettera alla neo segretaria Annamaria Furlan: «Mi dimetto con lo scopo di mettere fine alle polemiche sulla pensione e per evitare che le notizie uscite in questi giorni abbiano ripercussioni negative per l’organizzazione».
Già, i centri studi. Una sorta di buen retiro di fine carriera per i dirigenti sindacali. E sarà questo anche il destino di Angeletti. Sulla cui pensione al momento vige il più ristretto riserbo.
Insomma il sindacato è per sempre. E chi ha detto che il posto fisso non esiste più?
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