L'Aquila, processo alla Commissione Grandi
Rischi: "Tutti Assolti"
I sette membri dell'organismo erano stati condannati in primo grado a sei anni di reclusione. Lo sconcerto del Procuratore Generale. I cittadini: "Una vergogna
ROMA - Sentenza ribaltata. La Corte d'Appello dell'Aquila ha assolto tutti e sette i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione 5 giorni prima del sisma del 6 aprile. In primo grado Giulio Selvaggi, Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Claudio Eva, Michele Calvi erano stati condannati a 6 anni per omicidio e lesioni colpose. Il Procuratore: "Non immaginavo un'assoluzione così completa". La Pezzopane: "Una ferita indescrivibile". La difesa esprime "soddisfazione: ma siamo molto dispiaciuti per i familiari delle vittime".
Due anni a De Bernadinis. Inoltre, la Corte ha rideterminato in due anni la condanna inflitta in primo grado a Bernardo De Bernardinis, ex vice capo del settore tecnico della Protezione Civile, per uno dei reati che gli erano stati contestati. Assolto, invece, per le imputazioni principali. De Bernardinis, secondo il dispositivo della sentenza, è stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa e non menzione) per le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose con riferimento ad alcune delle vittime, mentre è stato assolto per le stesse accuse nei confronti di altri morti del sisma, i cui familiari si sono costituiti parti civili.
Lo sconcerto del Procuratore. "Immaginavo un forte ridimensionamento dei ruoli e delle pene, ma non un'assoluzione così completa, scaricando tutto su De Bernardinis, cioè sulla Protezione Civile". E' il commento del procuratore generale dell'Aquila Romolo Como, che si è detto "alquanto sconcertato".
La reazione dei cittadini. "Vergogna, vergogna". Così i cittadini de L'Aquila presenti all'udienza hanno commentato la decisione della Corte d'Appello. Ancora: "Non finisce qui". "Vergogna". "Mafiosi". "Uno Stato che non fa più giustizia, uno Stato che difende sè stesso". Pianti, urla, rabbia. "Ma c'è la legge divina di Dio, che vede tutto e che esiste tuttora", è il commento di un padre che nel sisma del 6 aprile ha perso il figlio. "Ce li hanno ammazzati un'altra volta", scrolla la testa dicendo così una parente delle vittime. Poi vanno via alla spicciolata ma raccontando a tutte le telecamere e i taccuini la loro "indignazione".
Pezzopane: "Una ferita indescrivibile". Sentenza stravolta sconcertante e contraddittoria anche per la diversificazione della posizione di De Bernardinis". Questo il commento dell'ex presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, oggi senatrice del Pd. "Avevamo accettato la sentenza di primo grado dobbiamo accettare anche questa", aggiunge. Però per L'Aquila "martoriata dal terremoto e dall'Italia resta una ferita indescrivibile. Vanno ringraziate le famiglie delle vittime per il loro comportamento eroico, con la loro azione determinata hanno fatto sì che i comportamenti delle istituzioni siano cambiati radicalmente dopo L'Aquila".
Primo grado. I sette componenti dell'organismo erano stati condannati con l'accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni personali. Inoltre, la Commissione era stata accusata di aver fornito false rassicurazioni agli aquilani al termine della riunione che si era tenuta proprio a L'Aquila, cinque giorni prima della grande scossa che aveva distrutto la città capoluogo di regione il 6 aprile 2009 provocando la morte di 309 persone. Il Procuratore generale Romolo Como aveva chiesto nelle udienze scorse la conferma per tutti gli imputati della pena inflitta in primo grado. Stamani l'ultimo intervento è stato quello dell'avvocato Franco Coppi, difensore di Giulio Selvaggi. Poi il Presidente della Corte d'Appello Fabrizia Francabandera ha chiuso il dibattimento per ritirarsi in Camera di Consiglio.
Nessun processo alla Scienza. E la Procura era tornata anche su una delle polemiche che aveva accompagnato il processo in primo grado, quella riguardante un presunto "processo alla Scienza", incapace di gestire l'emergenza sismica. "Non un processo a degli scienziati, ma a dei 'funzionari dello Stato' per non aver analizzato correttamente tutti i rischi di quei giorni. Non dolo ma omicidio e lesioni colpose".
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