Isis, jihadisti perdono terreno a Kobane Più di 600 vittime in città dall’inizio del conflitto
Il bilancio dell’Osservatorio siriano per i diritti umani: uccisi 374 miliziani del califfato e 268 combattenti della resistenza siriana. Il portavoce del Pentagono: Baghdad non è più sotto minaccia imminente
AFP
16/10/2014
I miliziani curdi hanno proseguito la loro controffensiva nelle ultime 24 ore a Kobane, appoggiati dai raid aerei della Coalizione a guida americana, strappando il controllo di altre posizioni allo Stato islamico (Isis) che da settimane cerca di conquistare la città curda siriana al confine con la Turchia.
È salito intanto ad oltre 650 il numero dei morti dall’inizio dell’attacco jihadista, un mese fa, secondo un bilancio stilato dall’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che non tiene conto delle vittime dei bombardamenti della Coalizione. Gli uccisi sono 374 combattenti dell’Isis e 258 curdi, oltre a 20 civili.
In Iraq, nel frattempo, dove i combattimenti continuano nella provincia di Al Anbar, a non più di 40 chilometri a ovest di Baghdad, diversi attentati, che hanno preso di mira in particolare quartieri a maggioranza sciita, hanno ucciso almeno 26 persone. Ma secondo il portavoce del Pentagono John Kirby, «Baghdad non è più sotto la minaccia imminente dell’Isis», dopo che nei giorni scorsi i militanti jihadisti erano arrivati fino a una decina di chilometri dall’aeroporto della capitale irachena.
Mentre tutta l’attenzione dei media è concentrata sulla guerra allo Stato islamico, il regime siriano prosegue nei bombardamenti contro aree ribelli, che provocano anche numerose vittime tra i civili. Quattordici persone, di cui sei bambini, sono state uccise in raid dell’aviazione di Damasco nelle regioni intorno alla capitale e nella provincia nord-occidentale di Idlib.
I jet di Bashar al Assad, inoltre, hanno compiuto tre attacchi contro l’Isis nella regione orientale di Dayr az Zor, al confine con l’Iraq, già colpita a più riprese dagli aerei della Coalizione, anche se non vi sono notizie ufficiali di un coordinamento tra l’alleanza internazionale guidata dagli Usa e l’aviazione siriana.
Quattordici raid sono stati compiuti dalla Coalizione contro le postazioni dell’Isis a Kobane, dove i combattenti curdi hanno recuperato terreno nell’est e nel sud-est della città. Un funzionario curdo ha affermato che lo Stato islamico controlla ora non più del 20 per cento della città, rispetto al 30 per cento che era riuscito a conquistare. Secondo l’Ondus, i miliziani dell’Ypg sono riusciti anche a riprendere il controllo di una collina, nota come Zanqat, a ovest della città.
La Cooperazione italiana ha stanziato 300.000 euro a favore della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa per assistere i curdi in fuga da Kobane. Per quanto riguarda l’Iraq, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha annunciato un nuovo contributo militare, con un aereo Kc-767 per il rifornimento in volo, due velivoli senza pilota Predator e 280 militari, tra istruttori per le forze curde che contrastano l’Isis e consiglieri per gli alti comandi delle forze irachene. Da parte sua, il governo britannico ha fatto sapere che invierà in Iraq i suoi droni Reaper dislocati in Afghanistan.
Nuove allarmanti notizie confermano intanto l’ascendente dello Stato islamico su molti giovani europei. Fino a 30 cittadini britannici sono morti combattendo fra le file dell’Isis e di altri gruppi terroristici in Siria, secondo il Daily Telegraph. Un jihadista tedesco, in un video pubblicato da Welt on line, minaccia americani, tedeschi e la cancelliera tedesca, che chiama «la sporca Merkel».
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