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ROMA -  Unioni civili. Si chiameranno così i nuovi "matrimoni gay" che il governo si appresta a presentare tra pochi giorni. Un disegno di legge copiato nei suoi aspetti essenziali dal modello in vigore in Germania fin dal 2001 - "Eingetragene Lebensgemeinschaft" - molto simile al matrimonio tranne che per due aspetti essenziali: non si chiama matrimonio e non si possono adottare bambini esterni alla coppia.

Tutto è pronto. Matteo Renzi ha chiesto ad Antonella Manzione, capo dell'ufficio legislativo di palazzo Chigi, di preparare un testo da portare al Consiglio dei ministri entro la fine del mese. Dopo anni di tira-e-molla su Pacs, Dico e DiDoRe, stavolta sembra quella buona. "Ai vescovi - ha confidato il premier nei giorni scorsi - già l'ho detto. Si mettano l'anima in pace".

Ai primi di settembre, all'ambasciata italiana presso la Santa sede, ai piedi dei Parioli, Renzi incontrò il Segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, il segretario del Sinodo Lorenzo Baldisseri e il presidente della Conferenza episcopale italiana Angelo Bagnasco. E durante il pranzo annunciò la novità in arrivo, senza incontrare opposizioni. Del resto Papa Bergoglio stava già preparando la rivoluzione del Sinodo, dove l'apertura ai gay è risultata il piatto forte dell'assemblea. L'ultimo ostacolo, quello interno alla maggioranza rappresentato dai teocon del Nuovo centrodestra, è stato superato nel week-end. Lavorando alla legge di Stabilità Renzi e il braccio destro Yoram Gutgeld hanno infatti "trovato" mezzo miliardo da destinare agli sgravi fiscali per aiutare le famiglie numerose. Una sorta di quoziente famigliare, da sempre cavallo di battaglia dell'Ncd.