Congresso Cgil, Susanna Camusso: «Sì a contratto unico»
di Redazione - 06/05/2014 - La relazione introduttiva del segretario Susanna Camusso. Attacco all'esecutivo Renzi: «Autosufficienza distorce democrazia»
Sì al contratto unico, con una «mediazione giusta e positiva tra flessibilizzazione contrattata e certezze per i lavoratori». E un duro affondo algoverno Renzi, accusato di essere insofferente alla concertazione e di «distorcere la democrazia». Susanna Camusso ha aperto con la sua relazione introduttiva il congresso nazionale della Cgil al Palacongressi di Rimini, nella stessa giornata in cui approda in Senato il decreto sulLavoro. Dopo le polemiche per la mancata presenza del presidente del Consiglio – per il governo sarà presente lo stesso ministro Giuliano Poletti, ndr – la segretaria generale è tornata a contestare l’atteggiamento dell’esecutivo e le misure portate avanti sul fronte dell’occupazione: Camusso ha bollato come ”tutt’altro che chiaro” il disegno di legge delega e confermato le critiche al decreto su contratti a termine e apprendistato.
La diretta del congresso – Videocredit: Repubblica.it
CONTRATTO UNICO CONTRO LA PRECARIETA’ – Presenti all’assise diversi esponenti della sinistra interna del Partito democratico – compreso Stefano Fassina – che ha più volte spinto per modificare le norme discusse del decreto. Così come di Sel e Rifondazione comunista. Durante la relazione introduttiva, Camusso ha spiegato come sia necessario «fermare la deriva precarizzatrice del mercato del lavoro». Per questo «lavoriamo sulla semplificazione, si faccia davvero un contratto unico, la mediazione giusta e positiva tra flessibilizzazione contratta e certezze per i lavoratori», ha continuato. Ma per Susanna Camusso è necessario «discutere tempi e certezze antidiscriminatorie. Insieme al contratto unico, altre tre forme: «Il contratto a termine causale, perstagionalità e sostituzioni, la somministrazione e l’apprendistato. Altre forme vanno ricondotte, qualora necessario, al lavoro veramente autonomo di cui vanno definiti i diritti universali», ha continuato.
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DURO AFFONDO CONTRO IL GOVERNO – Non è mancato l’affondo contro l’esecutivo, dopo le polemiche per l’assenza del premier Matteo Renzi. «L’autosufficienza della politica sta determinando una torsione democratica», ha attaccato Camusso, secondo cui, però, il sindacato non si sente «orfano ma protagonista» . Susanna Camusso ha stigmatizzato la posizione dell’esecutivo e dell’«attuale presidente del Consiglio», che non è però mai stato nominato per nome. «Contrastiamo e contrasteremo l’idea di un’autosufficienza del Governo, che taglia non solo l’interlocuzione con le forme di rappresentanza, ma ne nega il ruolo di partecipazione e di sostanziamento della democrazia», ha continuato. Per poi aggiungere: «Una logica di autosufficienza della politica che sta determinando una torsione democraticaverso la governabilità a scapito della partecipazione». «Ci auguriamo che tanta autosufficienza non produca nuove vittime delle leggi di riforma, come gli esodati, figli del disprezzo delle competenze», ha aggiunto Camusso. Non senza rivendicare la dignità e il ruolo del sindacato: «La nostra storia, la nostra funzione, le nostre radici, hanno trovato nelle varie fasi le forme per esprimersi, la concertazione è stata uno strumento. Senza non viene meno il protagonismo e la capacità di far valere le nostre ragioni. Non confondiamo rappresentanza con rappresentazione», ha spiegato.
LA SFIDA AL GOVERNO RENZI – Quattro sono state le sfide lanciate dalla Camusso al governo Renzi: «Riformare le pensioni, con l’obiettivo di dare attenzione ai giovani e correggere gli errori sugli esodati; riforma degli ammortizzatori sociali; contrasto al lavoro povero; misure fiscali con al centro la lotta all’evasione». Nella sua relazione di apertura Susanna Camusso ha così indicato quelle proposte “dimenticate” dall’agenda politica attuale, considerate necessarie dalla Cgil. Sulle pensioni, Camusso intende portare avanti una vertenza comune con Cisl e Uil, per arrivare a una riforma «che abbia al centro una prospettiva dignitosa per i giovani, i precari, ovvero il tema della ricostruzione della pensione basata sulla previdenza pubblica». Per la segretaria sulle pensioni è necessario un sistema equo, in grado di reintrodurre «certezze e libertà di scelta”. La vertenza pensioni deve «portare avanti una risposta strutturale rispetto alle fantasie del dibattito in corso, tra autoprestiti, prepensionamenti e scivoli vari. Non si può tornare alle mille soluzioni ad hoc, fino a spiegare che il sistema è ingiusto e costoso». Sugli ammortizzatori sociali, invece, per Camusso l’emergenza è rappresentata dalle risorse per la deroga, mentre la prospettiva, per la Cgil, «dice che le proposte nel disegno di legge delega sono quantomeno confuse». Tanto da rilanciare la proposta del sindacato. «Cassa integrazione che unifichi ordinaria e straordinaria per tutti i settori e tutte le dimensioni di impresa. a contribuzione e con il regime del nuovo sistema che deve includere – perché il sistema sia davvero universale – i vari fondi della legge 92. Solo così si può andare al superamento della cassa in deroga. Questo non vuol dire ovviamente che non vi sia più intervento pubblico per gli ammortizzatori, la spesa deve indirizzarsi ai contributi figurativi e all’universalità di una nuova indennità di disoccupazione, che sia effettivamente usufruibile da lavoratori standard e non».
DECRETO LAVORO VA VERSO LA CREAZIONE DI ULTERIORE PRECARIETÀ – Confermate le critiche sul decreto lavoro, che, per la Cgil, va verso l’ulteriore creazione di precarietà: «Non si cancellano le troppe forme contrattuali presenti», ha aggiunto Camusso. Secondo Camusso «altre forme vanno ricondotte, qualora necessario, al lavoro veramente autonomo di cui vanno definiti i diritti universali» . Per il sindacato «va bene che si cominci dalle norme di tutela universale della maternità, ma completezza vorrebbe l’abolizione della Bossi-Fini e la costruzione di una legge positiva sugli ingressi e sulle regole», ha aggiunto. Camusso ha poi indicato tra le priorità da affrontare il contrasto al lavoro povero. Secondo la Cgil è necessaria una legge che istituisca un sistema di controllo sugli appalti, la cooperazione, il caporalato e il mercato del lavoro agricolo.
SPENDING REVIEW - Per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica, per Camusso la discussione sulla spending review «va fatta fino in fondo, affrontando l’occupazione politica della pubblica amministrazione, le troppe nomine e interessi. E non scaricandole ancora una volta sui lavoratori», ha avvertito. Per il sindacato è quindi necessario «invertire la tendenza a considerare chi lavora l’ostacolo, invece che contrastare chi complica gli affari semplici» . Non mancano gli esempi: «Se si parla di P.A. digitale, il problema sono i lavoratori o gli interessi che hanno dettato sistemi che non dialogano tra un ufficio e l’altro?», ha attaccato. Non manca un passaggio sull’Europa e l’esigenza della modifica dei trattati, a partire dal Fiscal compact: «Non può esserci la stessa risposta nella crisi come nella crescita», ha spiegato il segretario generale della Cgil. Non senza indicare quelle che la Cgil ritiene priorità: «La mutualizzazione del debito, la ricontrattazione dei trattati, l’unità fiscale e bancaria sono le necessità di governo della moneta unica e di un’altra politica economica, insieme al primato delle istituzioni elettive», ha concluso Camusso.
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