Matteo Renzi e il «derby» delle europee contro il MoVimento 5 Stelle
di Valentina Spotti - 05/05/2014 - Alla Direzione Nazionale del Pd il premier usa metafore calcistiche
«Questa campagna elettorale è diventata un derby tra rabbia e speranza». CosìMatteo Renzi, intervenendo alla Direzione Nazionale del Pd di questa mattina, ha descritto le ultime settimane che precedono la chiamata alle urne per eleggere il Parlamento di Strasburgo. Un derby che il leader del Partito Democratico gioca contro un avversario principale: il MoVimento 5 Stelle. «Loro – ha detto Renzi – Sono l’urlo, noi il discorso. Loro l’insulto, noi il dialogo. Loro lo sfascio, noi la proposta. Loro sono contro l’Italia, noi per l’Italia in modo che possa guidare l’Europa».
RENZI IN DIREZIONE NAZIONALE DEL PD - Ma in Direzione Nazionale Renzi non ha parlato solo di campagna elettorale: è tornato sul tema delleriforme, e sul bonus degli 80 euro in busta paga, ha parlato di immigrazionee – prima di avviarsi a piedi verso Palazzo Chigi, dove non ha rinunciato a intrattenersi con i passanti concedendosi addirittura qualche selfie – ha toccato anche il delicato tema della situazione interna allo stesso Partito Democratico, annunciando un’assemblea del partito subito dopo il voto del 25 maggio.
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«IL PD DEVE ANDARE ALL’ATTACCO SULL’EUROPA» - La questione principale, adesso, resta il voto di fine maggio: nel riferirsi della prossima chiamata alle urne, Renzi parla apertamente di sfida, rivolta a tutti i parlamentari Dem: «Se ciascuno di noi fa un pezzettino della sfida è più semplice per tutti – ha detto il premier – Chiedo ai parlamentari di andare là dove sarebbe illogico andare perché più difficile. Non abbiamo paura, non siamo timidi. Dobbiamo andare all’attacco sull’Europa perché noi siamo in grado di cambiarla e rimettere in moto l’economia». Poi un’altra metafora calcistica: «Questa deve essere una campagna elettorale in cui si gioca all’attacco. Non abbiamo paura di far vedere che il Pd c’è e se la gioca fino in fondo». Poi ribadisce: «Andiamo anche là dove il senso comune ci porterebbe a non andare. A Castel Volturno? Ne parleremo, cercheremo di esserci. Io vi chiedo di andare anche là dove sarebbe illogico e più difficile andare. Ritroviamo il gusto del contatto, in un clima in cui c’è una sensazione di lontananza se ci mettiamo a recuperare il gusto del rapporto umano forse prendiamo qualche voto in più, e non fa male, ma torniamo a essere più contenti a casa la sera».
«PROVARE A CAMBIARE L’EUROPA» - Una missione, oltre che una sfida: perché, per Renzi sulle spalle del Pd grava la responsabilità di «provare a cambiare l’Europa. Ma se non lo facciamo noi non lo fanno altri e non è che gli altri partiti della sinistra in Europa siano messi benissimo».
«GLI OTTANTA EURO? SOLO UN ANTIPASTO» - Poi l’Italia torna al centro del discorso di Renzi, e la campagna elettorale sfuma nella situazione socio-economica del Paese. Il premier però dice di voler «risparmiare», almeno nell’occasione di stamane, «tutte le questioni che riguardano il governo». Ma, sulla questione del bonus in busta paga precisa: «Mi chiedete se dovete farci la campagna elettorale? No, gli ottanta euro sono un antipasto, sono l’inizio del cambiamento, è il tentativo di iniziare a restituire al ceto medio quel che gli spetta e gli è stato portato via in questi anni». E aggiunge, rispondendo alle critiche che chi li ritiene «una mancia» vive «in una realtà parallela». L’unico accenno al tema delle riforme, Renzi lo fa per spiegare il perché del voto posticipato sulla sulla riforma costituzionale, che arriverà dopo le elezioni, per «evitare lo scontro» da campagna elettorale, ma assicura che quella riforma «la portiamo a casa».
SUD E IMMIGRAZIONE - E se da una parte Renzi ha assicurato che la campagna elettorale del Pd «si chiuderà tra Bari e Firenze» e che il Pd si arriverà in tutte le principali piazze italiane e con oltre «diecimila banchetti nei comuni», il premier ha anche ribadito la volontà provare a ricucire lo strappo tra l’Italia delle Istituzioni e gli italiani: «Noi vogliamo dare speranza all’Italia – ha detto Renzi - Oggi ci si butta su qualunque cosa per dire che non c’è più niente, non c’è lo Stato, non ci sono le istituzioni. Ma girando l’Italia non è così, anche ieri a Senigallia non c’era nessuna protesta ma solo la voglia di rimettersi in gioco». E annuncia: «Farò giro al Sud, al di là della campagna elettorale, per parlare dei fondi Ue. Andrò a Napoli, a Reggio Calabria e a Palermo ma non serve che mi muovo io se non ci muoviamo noi». E non manca nemmeno un riferimento al tema dell’immigrazione: «Facciamo la nostra parte, difendiamo Mare nostrum che ha permesso di non contare i morti in fondo al mare e di arrestare 207 scafisti. Ma diciamo anche – ha aggiunto – Che il Mare nostrum non può essere ‘nostrum’ e basta e se l’Europa ha un cuore deve capire che nel Mediterraneo si gioca la sfida della dignità. E lo diremo a Ban Ki-moon».
ASSEMBLEA NAZIONALE DEL PD DOPO IL VOTO - E le questioni interne al Pd? L’obiettivo di Renzi è quello di lasciar passare l’appuntamento elettorale prima di affrontare la questione: secondo il leader del Dem il partito deve evitare «rigurgiti di polemiche interne» in vista delle europee e ribadisce che «in questi 20 giorni credo sia logico e ragionevole che ci mettiamo a testa bassa per portare il migliore risultato possibile per il Pd», ma annuncia un’assemblea del partito dopo il voto.
I SELFIE VERSO PALAZZO CHIGI - Al termine della Direzione Nazionale Renzi si è avviato a piedi da via Alibert verso Palazzo Chigi, seguito dal suo staff. Il premier ha liquidato i giornalisti che lo aspettavano all’uscita del centro congressi con un «c’era lo streaming, sapete tutto», ma non si è sottratto alle strette di mano dei passanti e ha concesso anche qualche selfie ad alcuni sostenitori incrociati lungo il tragitto.
(Photocredit: LaPresse/Fabio Cimaglia)
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