lunedì 5 maggio 2014

Da quando ha preso in mano tutto Travaglio Sevizio Pubblico non lo vedo neanche per i primi 4 minuti iniziali. Caro Santoro sei finito.

Santoro prova a scrollarsi dall’abbraccio mortale con Beppe Grillo

Servizio Pubblico ha perso uno spettatore su cinque e il conduttore salernitano vuole «più chiarezza sulle posizioni che assumiamo su M5S», anche a costo di perdere Travaglio
Ha convocato una conferenza stampa nello studio spazioso e luminoso degli architetti Valle, sopra la sua redazione. Un modo per presentare AnnoUno, il nuovo programma di Giulia Innocenzi che parte giovedì prossimo in vista delle Europee, ma soprattutto per rispondere alle critiche seguite al calo degli ascolti che ha scontato Servizio Pubblico in questa stagione e per replicare all’attacco che gli ha riservato Beppe Grillo sul suo blog, dedicandogli la rubrica del “Giornalista del giorno” dopo la puntata sull’acciaio di Piombino.
Se Michele Santoro ha buon gioco a trovare ragioni esogene per una seconda stagione su La7che è andata mediamente tre punti peggio della precedente («I talk sono calati», «Cairo ha aggiunto cinque minuti di carico pubblicitario al programma», ribadendo però che «La7 è vertice dell’indipendenza, prima di pensare di cambiare servirebbero garanzie»), la motivazione endogena e più profonda della perfomance di quest’anno sta probabilmente in una competizione sempre più serrata con il Movimento 5 Stelle sui temi che il giornalista salernitano ha trattato praticamente in esclusiva per anni nelle sue trasmissioni.
E se Servizio Pubblico piange neanche il Fatto Quotidiano ride. Come ha ammesso anche oggi l’amministratore delegato Cinzia Monteverdi il giornale diretto da Antonio Padellaro ha visto calare il numero di copie vendute nell’ultimo anno, pur chiudendo il bilancio con il segno più. Anche qui il calo generalizzato nelle edicole non basta a spiegare la flessione di un giornale che fino a tre anni fa era tra i pochissimi a incrementare i lettori mentre gli altri arretravano.
La contro-informazione sul blog, le sempre più frequenti ospitate televisive dei parlamentari M5S, l’ormai quotidiana presenza di Grillo in video hanno finito per saturare un mercato politico ed editoriale nel quale prima nuotavano pochi player mentre ora la domanda si sta aggregando intorno alla proposta/protesta di Grillo e Casaleggio. Era l’anti-berlusconismo più mobilitabile e desideroso di informazione, quello che poi ha votato Cinquestelle anche grazie alla copertura che quelle due redazioni hanno fornito prima e più di tutti gli altri. Poi, la pulsione a disintermediare che il diarca milanese del Movimento ha inoculato nella sua creatura politica, ha manifestato i suoi effetti a partire dai prodotti informativi più vicini, dalla culla mediatica dei Cinquestelle. E Santoro è passato al contrattacco.
«Mi auguro che Grillo smetta di usare toni illiberali. Al collega Vauro, addirittura, sono arrivate minacce di violenza fisica. Non condivido il comportamento di Grillo, la smetta di parlare a vanvera, oppure ci batteremo nelle piazze per la libera informazione e finché non avremo ripristinato il reciproco rispetto», ha minacciato oggi in conferenza stampa, spiegando che «sarà un’operazione di legittima difesa quella di andare a battersi per la libertà dell’informazione nelle piazze dove saranno loro. Non avrò le masse sterminate che trova Grillo ma qualche “massetta” la sposto anch’io. Non consentiamo né a Grillo né a Casaleggio né alle loro bande organizzate sul web di trattarci come pennivendoli».
Poi Santoro ha affrontato il suo rapporto con Marco Travaglio. La presenza fissa a Servizio Pubblico di una voce raramente critica e spesso ultra-favorevole verso il Movimento è un ostacolo evidente al progetto di riposizionamento che Santoro ha in testa. «Non abbiamo per niente litigato, siamo molto amici. Ho sempre considerato Marco come il confine utile entro il quale organizzare la nostra offerta ma è evidente che sul problema Grillo dovremo riflettere», ha spiegato, annunciando che «all’inizio della stagione prossima ci sarà una discussione fra di noi e cercheremo di capire in che modo continuare la nostra collaborazione. Mi auguro che non sia quello. Ma io sento il bisogno di avere più libertà su quel versante. Voglio che la trasmissione sia più chiara sulle posizioni che assume nei confronti di Beppe Grillo».
@unodelosBuendia

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