Boschi: "Grillo è la palude, quando c'è un progetto di riforma vero scappa"
Maria Elena Boschi, è soddisfatta per il primo sì al ddl di riforma del Senato e smentisce la minaccia di dimissioni: "Il tema delle riforme non è un tema elettorale e a noi non servono bandierine da sventolare in vista del 25 maggio"
Avvenire 8 Maggio 2014
Intervistata da Avvenire, il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, è soddisfatta per il primo sì al ddl di riforma del Senato e smentisce la minaccia di dimissioni: "Il tema delle riforme non è un tema elettorale e a noi non servono bandierine da sventolare in vista del 25 maggio. Sono trent'anni che aspettiamo una riforma vera e non faremo nulla per mettere a rischio l'obiettivo finale. Se in questo clima tutto elettorale qualcuno teme che il nostro obiettivo sia trarre vantaggio dalle riforme lo rassicuro: non abbiamo nessuna difficoltà a dire rinviamo anche il voto della Commissione a dopo le elezioni europee. Sgombriamo il campo da ogni possibile equivoco: le riforme sono per il Paese non per il Pd e non per Renzi".
E a quelli che ipotizzavano una sua minaccia di dimissionirisponde: "Non solo non l'ho mai detto, non l'ho nemmeno mai pensato", "nel governo prevale la responsabilità".
Nonostante tutte le difficoltà e le differenze d'opinione, il patto con Berlusconi regge. "E' positivo - dice Boschi - che anche Forza Italia abbia mantenuto fede agli impegni e votato a favore del testo base" ma "un conto sono legge elettorale e Nuovo senato, un altro è il governo e la sua stabilità. Oggi possiamo contare su una maggioranza forte", "con Forza Italia non c'è lo stesso tipo di condivisione".
Duro attacco poi a Beppe Grillo: "Nella palude sguazzano partiti come M5S, che si propongono come rivoluzionari, ma in realtà nei fatti e nella loro attività in Parlamento si dimostrano più conservatori di tutti gli altri, Grillo è la palude, quando c'è un progetto di riforma vero si oppongono, scappano"
Berlusconi le chiede un segnale sul presidenzialismo...
No, sul presidenzialismo non ci sarà nessun segnale. Anche perché se mettessimo oggi sul campo delle riforme l’elezione diretta del capo dello Stato ci sarebbe chi utilizzerebbe questa scelta come una pillola avvelenata per far saltare l’accordo tra partiti della maggioranza e Forza Italia. Vogliamo le riforme e lasceremo fuori ogni elemento divisivo.
Nessun commento:
Posta un commento